Fiamma Nirenstein Blog

"Non è il momento di dire 'sì' a un ambasciatore palestinese in Italia"

martedì 17 maggio 2011 Generico 6 commenti

Intervista a Fiamma Nirenstein di Alma Pantaleo
L'Occidentale, 17 maggio 2011
 
Ieri il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al termine dei colloqui con il presidente Abu Mazen, ha annunciato che l’Italia ha deciso di elevare al rango di ambasciata la delegazione diplomatica permanente dell’Autorità nazionale palestinese a Roma. Passo che il capo dello Stato ha ribadito avvenire "in piena amicizia con Israele". L'On. Fiamma Nirenstein, Vicepresidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati, esprime delle perplessità sulla scelta presa dal nostro Paese.

Onorevole, come giudica la decisione presa dal nostro Paese, annunciata dal presidente Giorgio Napolitano, di elevare al rango di ambasciata la delegazione diplomatica permanente dell'Autorità nazionale palestinese a Roma?

A me sembra che non siano i giorni migliori per un’iniziativa di questo genere. Fatah ha appena fatto un accordo con Hamas e quindi diciamo che la sua rappresentanza dovrebbe essere anche quella di Hamas, perché i due adesso rappresentano la stessa entità. Hamas è nella lista delle organizzazione terroristiche sia europee che americane da quando Frattini era Commissario europeo. È stata un’iniziativa nostra, seguita poi in tutto il mondo. Hamas è un’organizzazione antisemita, nella sua carta dice di voler uccidere tutti gli ebrei, non ha nessuna intenzione né di trattare con Israele né di riconoscerne lo Stato. Ogni soluzione di pace è estranea al suo modo di vedere. Quindi è molto problematico che Fatah stia formando insieme a Hamas un governo e non vedo come una rappresentanza diplomatica nel nostro Paese possa ammettere che siano presenti anche dei personaggi che sono di fatto dei terroristi.

Che gioco sta giocando la Palestina?

I palestinesi con grande foga e contro tutte le risoluzioni e la legalità internazionale, che stabiliscono che un accordo tra palestinesi e israeliani debba essere raggiunto tramite trattativa, preparano per settembre una mossa di riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese da votare all’Assemblea Generale dell’Onu, che ha delle maggioranze automatiche (quelle degli Stati islamici e dei cosiddetti paesi non allineati). Puntano su questo e sperano di riuscire a far votare una cosa che getterebbe l’intero Medio Oriente nella più grande instabilità, perché arrivare a uno Stato palestinese senza che sia stata implementata la risoluzione dell’Onu - che dice che si può arrivare a questo stato solo tramite trattativa che garantisca la sicurezza di Israele - sarebbe un disastro, che minerebbe la stabilità dell’area e l’esistenza stessa dello Stato d’Israele. Dunque non ha senso dare adesso una rappresentanza diplomatica a un Paese che potrà tranquillamente proclamare il suo Stato senza trattare.

Insomma, quella presa dall'Italia è una decisione insensata?

È una decisione che avrebbe più senso nel momento in cui i palestinesi accettassero un accordo con Israele. Collaborare all’idea che lo stato palestinese possa autodefinirsi non rappresenta niente di buono per la stabilità del Medio Oriente né per la sopravvivenza dello Stato d’Israele. Ora come ora, con quest’accordo tra Fatah e Hamas e con questa promessa di dichiarare il loro stato unilateralmente, è il momento più sbagliato perché un’ambasciata, che è il simbolo di uno Stato, venga costituito sul nostro territorio nazionale.

Soprattutto alla luce delle cronache di queste ore...

Due giorni fa c’è stata la celebrazione da parte dei palestinesi del giorno della Nakba, cioè di quello che loro definiscono “la distruzione” di tutte le loro speranze e dei loro sogni e lo fanno coincidere ai giorni in cui Israele celebra l’anniversario della creazione del suo stato. Questa è una cosa terribile.

Che significato ha per i palestinesi la Nakba?

Il ruolo della Nakba, cioè quello dell’odio e della distruzione si è visto molto bene 48 ore fa perché i palestinesi hanno espresso in maniera molto aggressiva questa loro disperazione. Nel novembre del 1947 la “partizione” tra lo Stato d’Israele e gli arabi non fu accettata da questi ultimi. Gli eserciti arabi entrarono nel futuro territorio israeliano cercando di spazzare via tutti gli ebrei e dissero ai palestinesi di andarsene perché così sarebbe stata restituita loro la terra dopo la distruzione dello Stato d’Israele, appena proclamato. Per un miracolo Israele riuscì a vincere grazie alla forza della disperazione e alla fede, e i palestinesi che se ne andarono divennero i nonni dei profughi di oggi portando su se stessi quella Nakba che non ci sarebbe mai stata se avessero accettato la partizione.

E in questo caso?

Qui siamo allo stesso punto della storia: i palestinesi con gli israeliani si devono mettere a sedere e discutere, condividere. Invece, di nuovo, si muovono in una direzione con questa alleanza con Hamas che persegue la distruzione dello Stato di Israele. Anche la nostra diplomazia può ottenere migliori risultati condizionando il riconoscimento dell’ambasciata palestinese all’accettazione da parte dei palestinesi stessi di una trattativa.

In occasione della sua visita a Betlemme, Napolitano ha ribadito che "non è accettabile considerare la fondazione dello Stato di Israele un disastro"...

Non è stato un disastro certamente, ma i palestinesi lo hanno proclamato tale. Hanno mobilitato tutto il mondo arabo, Israele è stata invasa da migliaia di persone provenienti dalla Siria che hanno sfondato i confini di Israele. Libano e Siria hanno mandato pullman di gente sul confine per spostare l’attenzione dalle loro rivoluzioni. Solo la grande moderazione dell’esercito israeliano ha evitato un disastro spaventoso perché il gesto compiuto dal Libano, Siria e Gaza e le manifestazioni particolarmente violente ai checkpoint dell’Autonomia palestinese nel West Bank hanno ribadito una politica di violenza che mira alla sola distruzione di Israele e non alla trattativa.

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vittoria finzi , bologna , italia
 mercoledì 25 maggio 2011  00:18:41

con questa questa dichiarazione d'intenti di Napolitano è caduta la maschera.bella figura!e adesso cosa ci dobbiamo aspettare?



Alex , Porto Rico USA
 domenica 22 maggio 2011  14:53:52

Sono in trtance ma dop[o il discorso di Obama tutto e' possibile per gli antisraelianiAnche che gli ebrei americani rivotino per Obama



luigi bianchi , roma
 venerdì 20 maggio 2011  11:09:39

Puo' darsi che a favorire la decisione dell'Italia si siano prestati Gad Lehrner, de Benedetti ed il suo chiamiamolo giornale,e la banda del NYTIMES HAARETZ, INT HERALD TRIBUNE che da anni conducono una campagna di odio verso l'Italia,senza alcuna ragione che non sia conosciuta ai loro psicanalisti.D'altra parte,la Torah parla di occhio per occhio,dente per dente.Gli ebrei di sinistra, cambino metodo.



stefano , usa
 giovedì 19 maggio 2011  21:47:27

Roma offesa dagli attentati palestinesi a Fiumicino e alla Sinagoga deve insorgere contro l` ambasciata di Fatah e hamas, cosi` come i New yorkesi fecero per la moschea vicino alle torri gemelli.Tutta la mia solidarieta` agli ebrei romani! StefanoSimon Wiesenthal Center!



Sergio Olper , Carimate
 martedì 17 maggio 2011  15:36:25

Che dire,cara Fiamma, dopo che hai spiegato così chiaramente tu. Avevi dei dubbi sul comportamento di Napolitano? Dubbi da quale parte propenda? Tutta la sua carrira politica è li a testimoniarlo. Ma ti pare sensato proporre un ambasciata ad una entità che non è nemmeno uno stato?Sai come direbbe Totò? .... ma mi faccia il piacere!...



Mara Marantonio Bernardini , Bologna
 martedì 17 maggio 2011  15:12:47

Pienamente d'accordo sul contenuto dell'intervista. L'intenzione dell'Italia -mi auguro resti tale- è al di fuori di ogni logica e visione strategica; è il frutto della disinformazione. Tra l'altro non si comprende che l'invasione araba per celebrare la cosiddetta Nakba viene al momento giusto per distrarre l'opinione pubblica dalle tremende repressioni in atto in Siria e non solo. I nostri politici d'alto livello non conoscono la storia, neanche quella che si sta vivendo. Né comprendono il significato delle rivolte arabe. Dal nostro Presidente mi aspettavo altri atteggiamenti e un po' di lungimiranza. O forse è lo scotto pagato per il premio Dan David appena ricevuto in Israele?



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