Nella lunga notte di Israele si decide il destino di Shalit

Il Giornale, 22 dicembre 2009
Gerusalemme - Se questo non è un Paese perseguitato da una forma di odio e di terrorismo senza precedenti, allora nessuno lo è mai stato. Eppure nessuna organizzazione per i diritti umani, nessun governo si è affacciato per dire ai governanti di Israele che il dilemma che devono risolvere in queste ore è terribile, o a sostenerli nel più nobile e anche folle fra tutti gli antagonismi storici e filosofici, quello fra la vita e la morte, fra il bene e il male. Ieri un popolo intero intorno all’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyhau, circondato da sagome a grandezza naturale di Gilad Shalit, ostaggio di Hamas da più di tre anni, ha ingoiato le lacrime, diviso fra opinioni diverse.
Il gabinetto del premier, formato da sei membri più Netanyahu, si è riunito per due giorni consecutivi e ieri ha rinnovato gli incontri ancora e ancora fino a tardi per la discussione definitiva su uno scambio che sembra metafisico e assurdo. Hamas vuole un numero esorbitante di assassini e di terroristi, intorno a mille, in cambio del ragazzo rapito lungo il confine di Gaza mentre era di ronda. I palestinesi di Hamas minacciano dicendo che la trattativa è finita e che i genitori di Gilad non lo vedranno mai più se Israele non accetterà di liberare una quantità di assassini che, come le statistiche degli scambi precedenti garantiscono, torneranno a uccidere nelle strade, sugli autobus, nei ristoranti di Israele.
Durante la Guerra dei Sei Giorni, Yitzhak Rabin sovrastato dalla responsabilità, si rinchiuse a casa per molte ore; Netanyahu in mezzo a una giornata come quella di ieri, in cui ha rivisto oltre ai suoi sei ministri anche i genitori di Shalit, il capo di Stato Maggiore Gabi Ashkenazi, il capo del Mossad, Meir Dagan e quello dei servizi segreti interni, lo Shin Beth, Yuval Diskin è stato a casa in preda a un malessere per un paio d’ore. La responsabilità che grava su di lui è fatale: i suoi ministro sono divisi tre contro tre. Il responsabile degli Esteri Avigdor Liebermann, quello degli Affari strategici Moshe Ya’alon, Benny Begin, Ministro senza portafoglio, pesante per il nome e la rettitudine morale, si oppongono. Ehud Barak, alla Difesa, Eli Ishai, Interno, e Dan Meridor, Servizi segreti, sono a favore.
Ci possiamo immaginare in quale stato di concentrazione e di pressione sia Bibi Netanyahu, il fratello del grande Yoni ucciso mentre capeggiava la spedizione di Entebbe, nel 1976; l’uomo che fra i primi capì l’indefettibilità del terrorismo islamico: egli sta forse per caricare fuori del carcere, sugli autobus che li porteranno nella gioia sfrenata dei palestinesi a casa, i militanti armati di Hamas che hanno ucciso migliaia di suoi compatrioti. Il suo dilemma comprende una quantità di punti delicati, fra tutti il più importante quello del limite: quando si tratta di salvare la vita di un soldato, uno dei ragazzi che a diciotto anni vanno per tre nell’esercito, spesso in guerra, per difendere una società e famiglie che pretendono severamente che lo Stato garantisca il suo impegno a salvare la vita dei suoi fino in fondo. Ma che conta tanti genitori già colpiti dal terrorismo che non sopportano che gli assassini dei loro cari siano rimessi in libertà.
L’altro grande dilemma riguarda il futuro dei palestinesi: per Abu Mazen, unico interlocutore moderato, la vittoria di Hamas sarebbe un colpo fatale, e Israele si troverebbe di fronte, rafforzato, il nemico foraggiato dall’Iran e che ha giurato la sua morte. Mentre il presidente egiziano Hosni Mubarak si allontana sempre di più dalla mallevadoria della trattativa e costruisce un significativo muro lungo il suo confine con Hamas, di cui teme l’estremismo, il mediatore tedesco che fa la spola fra Il Cairo e Gerusalemme, conduce una discussione sugli assassini più terribili come Abdullah Barghouti, che uccise almeno 46 prsone, Abbas Sayyed che ne uccise 30, Ibrahim Hammed che ne ha ucciso 76, e la loro destinazione, perché Israele non vuole rilasciarli e almeno richiede che non restino in Cisigordania, ma che siano destinati a siti remoti.
È terribile che Israele sia trascinato in una discussione di questo genere con un’organizzazione integralista e omicida, e che il mondo non abbia mosso un dito in tre anni per obbligare Hamas a liberare Gilad.
* Foto (AP): Noam Shalit durante la manifestazione di ieri davanti all'Ufficio del Primo Minsitro
Il 22 Dicembre 2009, Israele aspettava conil fiato sospeso e tanto piu la famiglia Shalit e credo anche tanti cittadini ebrei e nonebrei nel mondo la liberazione di GiladShalit...Io pure ero una tra quelle personeansiose e con tanta speranza nel cuore chequesto momento avvenisse.Siamo a quasi un mese di distanza e vedo che le trattative sono quasi del tutto silenziose emi auguro e spero non interrotte...Certamente che ogni giorno succede qualcosa di nuovo e nuovamente questastoria viene messa un po da parte...bisogna riattivare la coscienza popolare un'altra volta e far si che questo problema trovi la sua giusta fine..o happy end...Spettabile Onorevole Fiamma Nirenstein,mi rivolgo nuovamente a lei a fare si chela sua voce si senta nuovamente nell'ambito di chi e al corrente in vie diplomatiche su questo argomento e fare ancora pressione internazionale affinche la cosa trovi la giusta soluzione.
Ilaria Arri , Rivoli, Torino
quello che penso é che mi fa tanta rabbia, e pena questa vicenda.Bisogna liberare il ragazzo senza scendere ai compromessi.E inoltre, direi, bisogna cercare di comprendere il popolo arabo che sono sicurissima, non c'entra con queste pressioni..Vorrei augurarci un buon fine 2009 e inizio 2010, senza dimenticarci di questo bellissimo ragazzo e di tutti i ragazzi ebrei, e non solo, che vivono la sofferenza della guerra. Vittime innocenti di questo clima d'odio.Un bacione, Ilaria.
meggi , torino
sinceramente mi auguro che il soldato shalit venga liberato, anche se il prezzo sarà molto alto e la scelta molto difficile.
Achille Chiomento , Bolzano Italia
Allucinante perché nessuna scelta sarà quella giustaE qualunque sia dovremo sostenerla...e che sia un buon Natale !
jochanam , italia
terribile dilemma. Ragion politica direbbe di non cedere ad un ricatto mostruoso. La superiorità etica di Israele chiederebbe invece il salvataggio di Shalit. Ma il governo terrorista di Hamas riconoscerebbe solo la sua grande vittoria, e l'etica non la riconoscerebbe neanche ad 1 passo di distanza. Senza contare poi che a fronte di un infelice salvato starebbero poi (quasi certamente) moltissimi morti negli immancabili attentati futuri. Temo quindi che sia dal punto di vista della Realpolitik che dell'etica il dilemma deva avere una sola soluzione.... Però, si sa anche che gli Ebrei sono un po' pazzi......
renato , milano / Italia
Certo, una decisione drammatica che porta comunque dolore e rabbia ad un popolo che da tanti anni è assoggettatoai ricatti del terrorismo. E' vero, bisogna trattare anche con gli assassini e con i banditi - ma, a parer mio, bisogna anche tenere conto dei rischi che una totale adesione alle richieste di Hamas potrebbe portare per Israele. Non dimentichiamo le parole di Churchill nel 1938, dopo che a Monaco le democrazie avevano aderito alle richieste naziste pur di evitare la guerra : " AVETE VOLUTO LA PACE A COSTO DELLA VERGOGNA - AVRETE LA GUERRA E LA VERGOGNA "Cordiali saluti e Auguri per un Anno Nuovo migliore del precedente.
Francesco , Roma Italia
Cara Fiamma, questo è il tragico motivo per cui non bisogna fidarsi di alcuno, in politica.L'operazione "piombo fuso" doveva andare avanti fino alle estreme conseguenze:cambattere fino all'estremo, per la Vita e la sicurezza del popolo d'Israele. Perchè, questi individui che ci sono di fronte non sono degli esseri umani, ma delle cellule cancerogene da estirpare...se non si fa, così, si diffondono anche presso chi è sano.
buffone carmine , firenze
Gentile sig.ra Nienstein,sarà una provocazione sarà qualche cosa d'altro,giudichi lei come vuole ma io difronte ad un ricatto coì orribile risponderei con para crudeltà.Obbligherei i sequestretori al rilascio del sodato con la minaccia di una fucilazione dei capi più spietati che attualmente sono detenuti.La fucilazione dovrebbe aver luogo ogni 12 ore ed in caso di uccisione del soldato dovrebbe continuare per almeno una cinquantina di terroristi.E' una legge del taglione o il vecchio proverbio ochhio per occhio.Speriamo bene ma non credo la cosa semplice In ogni caso non bisogna cedere al terrorismo.Con stima Buffone Carmine
Nick Deloite , Elberton GA
COme sempre Israele e' lasciato solo dai governanti ma nn certo dalla Gente che ha a cuore la democrazia e la liberta'.Si FB siamo in migliaia a sostenere Israele. Israele NON e' solo siamo in tanticontinuamo a crescere perche' finalmente la Gente comprende quale minaccia e' l islam intero, non solo quello terroristico ma anche quello che con stuoli di avvocati mina dall interno le nostra fondamenta di gisutizia liberta' e democrazia che milioni di vittime ci sono costate. NO ! Israele non e' solo e piu' che mai fate liberare Gilad e Iddio provvedera' per i carnefici, e la Giustizia divina provvedera'
Giuseppe Pezzotti , Roma Italia
Gentile Signora Nirenstein, ogni volta che si parla di Israele o di un suo figlio il mondo tutto viene preso dalla sindrome del "si, ma, però, andiamo a vedere perché". E' una sindrome pericolosa, nefasta oserei dire, che conosco bene in quanto ne sono stato vittima anche io, per anni. E' capace non solo di annullare la ragion critica, il pragmatismo, il senso della misura, la dialettica ma peggio, fa diventare tutti manichei: da una parte i buoni, i derelitti, i poveri, gli oppressi e, incidentalmente, i mussulmani; d'alltra voi, gli israeliani, la feccia, gli ebrei. E si meraviglia se il mondo ancora una volta si gira d'altra parte di fronte ad un ragazzo poco più che ventenne? fa parte della feccia, che crepi, a meno che non sia funzionale al ritorno in campo di un cospicuo numero di "buoni", sacrificabili comunque anche loro nell'otticca abberrante di Hamas. Hamas, appunto: posso immaginare il suo imbarazzo di fronte ai tappeti rossi che il Governo di cui fa parte sta stendendo in questi giorni di fronte ad uno dei più grandi amici di Hamas in Italia ma fermiamoci qui.Domani è la vigilia di Natale, per me giorno importante nonostante sia laico, importante perché profondamente innamorato della figura di Gesù che spero tanto sia anche il figlio di Dio. Lo pregherò, come non faccio spesso, lo pregherò perché cessi il tormento di Shalit ed il suo sorriso possa tornare ad echeggiare insieme a quello dei suoi amici e coetanei, magari dentro un'università, o in una pizzeria, dove dovrebbe oggi essere se il mondo non fosse preda della sindrome chiamata "si, ma, però, andiamo a vedere perché".Giuseppe Pezzotti, Roma.
Giovanni Sabbatini , Jesi - Italia
Per quanto penosa, la decisione di non rilasciare nessuno dei detenuti in cambio di Gilad Shalit è l'unica praticabile. Il mondo ostile ad israele lo concepirebbe solo come segno di debolezza e lo spaccerebbe per una grande vittoria contro il "nemico sionista". A mio giudizio non esiste, al momento, un mondo arabo "moderato". Ogni cedimento sarebbe solo considerato come un passo avanti verso la distruzione di israele. A parte Egitto e Giordania (e molto tempo fa la Tunisia) nessun paese araboriconosce Israele e anche la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica dei tre paesi che con Israele hanno relazioni diplomaticche è così schierata. Gradirei, se possibile, su queste mie opinioni, un colloquio diretto con la cara Fiamma Nirenstein.
ben , torino
le questioni d'Isrele sono sempre estreme e difficili. il resto del mondo non capisce questa complesità è il fatto che Israele è troppo umana è uno delle sue punto di forza ma anche punto di debolleza.auguriamo che questo "pidione" sulla testa di schalit che è necesaria non porterà altri vittimi.http://www.benalfa.it
mario cossu , Roma
E .... non dimentichiamo,come ciliegina finale sulla torta i fumetti di Joe Sacco autore di una graphic novel sul 'massacro' di palestinesi nel 1956. Il cerchio si stringe intorno a Israele........comunque Auguri mc
Silvia Baldi , San Miniato - Toscana
Grazie Fiamma per questo bellissimo articolo. Mi hai commosso. Più vado avanti nella mia vita e più mi rendo conto che l'unico vanto che ho davanti al mondo è di aver scelto di credere in un Signore ebreo, che pochi hanno capito e molto hanno manipolato. Lui è nato, morto e, per chi ci crede, risorto da ebreo ed ebreo rimarrà in eterno. Questo è per me il vanto più grande. Ed è anche una garanzia. Lancio un appello a tutti i cristiani con gli attributi: esponetevi per Israele, pregate a favore del suo governo, intercedete per Ghilad Shalit. Ciò che non fa il mondo, ABBIAMO IL DOVERE DI FARLO NOI! Che D-o benedica Israele, tutti i suoi governanti, dia loro quella sapienza che solo Lui può dare, quella stessa che illuminò Daniele e Giuseppe di Giacobbe, che Lui protegga Ghilad e dia forza alla sua famiglia di continuare a sperare e credere che tornerà tra loro, che ce la faranno, che non sono soli, che c'è una marea di gente attorno a loro che prega per loro e li sostiene, gente che è a favore d'Israele, che lotta a fianco a loro per la libertà vera, per la verità e che non retrocederà di un solo passo moralmente, interiormente e pubblicamente, per sostenere INCONDIZIONATAMENTE il diritto d'Israele ad esistere e vivere con rispetto.Con immutata stima, a te Fiamma, un saluto a tutti, Silvia
Atonio Potami , messina
Purtroppo è un vero dilemma. Alla fine credo si accetterà il ricatto di Hamas.Sarà una decisione sofferta, ma evidenzierà ancora una volta il valore che uno stato democratico attribuisce alla vita dei propri figli.Se le vicende fossero capovolte, probabilmente, tanti politici sarebbero al capezzale di Hamas.
giuseppe casarini , binasco (MI)-Italia
Gentile Signora Nirenstein,lapidaria severa ed ammonitrice è la frase finale di questo articolo "gettata" in faccia a questo ipocrita Mondo: "È terribile che Israele sia trascinato in una discussione di questo genere con un’organizzazione integralista e omicida, e che il mondo non abbia mosso un dito in tre anni per obbligare Hamas a liberare Gilad.".Brava!shalomggc
Roberto V. , Torino
E' ovvio e più che mai giustificabile che chi ha provato la perdita di una o più persone care a causa dei terroristi e assassini che potrebbero essere liberati si opponga a tale proponimento, Israele è stata lasciata sola non solo ora, ma in mille occasioni, da ciò ha saputo egregiamente dimostrare una forza e una capacità di ripresa che ben pochi al mondo saprebbero eguagliare, la decisione appare difficilissima ma in realtà non lo è, Gilad deve vivere e tornare alla sua famiglia, questo deve succedere proprio nella memoria di coloro cui gli assassini hanno impedito di vivere, a sostegno del loro ricordo, del loro sacrificio, la vittoria della vita su chi semina morte e distruzione, non credo Israele possa lasciare al mondo, a suoi giovani, alla sua gente tutta un messaggio migliore!
stefano , usa
Chiediamo a gran voce la liberazione del nostro amato concittadino Shalit, italo-franco-israeliano.Basta dare aiuti ai palestinesi che finiscono sempre nelle mani di questi terroristi, che vogliono solo la distruzione di Israele!