Natale triste a Betlemme
venerdì 12 dicembre 2008 Panorama 0 commenti
Panorama, 12 dicembre 2008E’ un Natale triste per i cristiani di Betlemme e dintorni, nella West Bank, e ancora di più per quelli di di Gaza che vivono sotto Hamas.
Nella città natale di Gesù, la componente cristiana contava nel 1990 una maggioranza del 90 per cento ed è oggi un mero 20 per cento sempre più in fuga verso paesi lontani come il Cile. Un recente articolo del giornale palestinese Al Ayyam riportato dal Jerusalem Post, fa notare come papaveri delle forze di sicurezza o dei clan più potenti mettano le mani sulle terre dei cristiani, obbligandoli a venderle, ingannandoli con false registrazioni di documenti e minacciandoli sia a Betlemme che a Ramallah e ad Al Bireh. Sono vita quotidiana l’intimidazione e la violenza, morali e fisiche, alle persone, gli edifici, i costumi della comunità e in particolare alle donne cristiane, minacciate e abusate, a volte costrette a convertirsi con matrimoni non desiderati. La versione ufficiale, tuttavia, racconta sempre di armonia e di solidarietà nazionale. Ma l’articolo di Abd Al Nasser al Najar su Al Ayyam, come del resto abbiamo testimoniato molte volte, lamenta che l’Autorità “non ha mai intrapreso nessuna azione costruttiva” e che le miriadi di NGO (quelle che in genere parlano dell’occupazione, ndr) di stanza nella West Bank, non si sono mai fatte sentire.
Ma il silenzio più fatale è quello sulla sistematica campagna di persecuzione a Gaza. I militanti islamici che hanno preso il potere nel luglio del 2007 hanno intrapreso una campagna di violenza che prende di mira i 2-3000 cristiani della piccola comunità della Striscia. L’anno scorso fu attaccata con la dinamite la “Libreria dell’Insegnante” appartenente alla Palestinian Bible Society. Il negozio esplose nell’aprile del 2007, il suo proprietario, il giovane Rami Khader Ayyaad fu rapito in pieno giorno e poi trovato morto il 7 ottobre 2007. Abbiamo incontrato la moglie fuggita a Betlemme con un neonato in braccio. Nel 2008, una serie di attacchi ha preso di mira soprattutto le istituzioni educative, la scuola della suore Rahabat al Cardia nel quartiere Tel al Hawa di Gaza City, la American International School di Beit Lahiya sono tutte e due esplose varie volte, fino al maggio 2008. E poi la Zahwa Rosary Sisters School e la scuola di Al Manara, ambedue a Gaza City; così pure la Biblioteca dell’Ymca, e un cimitero cristiano. I gruppi salafiti come il Jaish al Islam o Jaish al Umma vogliono sradicare i cristiani dalla “ummah islamica”, come dice il Comitato popolare di Resistenza, perché sottopone la gente di Gaza a un’influenza “pro-occidentale e anti islamica”. Il governo di Hamas, anche se formalmente si dichiara contrario, di fatto ha finto di arrestare qualche colpevole per poi rilasciarlo immediatamente senza accuse formali. Così accadde per i due sospettati dell’attentato dell’Ymca appartenenti a Jaish al Islam. Non c’è punizione per chi attacca i cristiani: le persecuzioni nascono da un processo di islamizzazione nella società. Il Comitato Popolare di Resistenza fu fondato da ufficiali di Al Fatah.