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Muro del Pianto « Ebrei, non toccatelo appartiene all’ Islam»

venerdì 23 febbraio 2001 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein GERUSALEMME GLI ebrei non devono neppure toccare il Muro del Pianto, né possono mettere i biglietti dentro le sue fessure. Senza scomporsi lo dichiara la portavoce del Mufti di Gerusalemme Mai Soleb in un'intervista all'agenzia di informazioni IMRA. E ha condito la sua affermazione ripetendo quello che il Mufti aveva già detto in una fatwa una presa di posizione con valore teologico, tre giorni fa: il Muro del Pianto (o Muro Occidentale) fa parte dell'Haram el Sharif dove sorge la Moschea di Al Aqsa, ed è esclusivamente musulmano. « Non dovrebbe essere chiamato il Muro del Pianto, ma solo Muro di Al Burak (il cavallo alato che Maometto secondo i musulmani legò al Muro ndr) ed è parte della Moschea» . Alla domanda se di conseguenza ci sia un problema col fatto che gli ebrei toccano il muro, Soleb risponde « Certamente... Il problema è sia politico che religioso» . C'è un problema col fatto che mettano bigliettini nelle fessure del muro? « Certo... Poiché il posto non ha alcuna connessione con loro, qualunque cosa facciano là , mettere biglietti, pregare, tutte queste cose noi non le vogliamo... Non possono essere fatte perché il posto non appartiene a loro...» . L'intervistatore insiste, incredulo: « Dunque secondo l'Islam gli ebrei non devono mettere bigliettini nel muro, non lo devono toccare, non devono fare nulla presso quel muro» . « Esatto. Noi pensiamo che sia una nostra proprietà religiosa e un giorno la riprenderemo» . Alla richiesta di una reazione, il professor Gavriel Bachay, premio Gerusalemme per l'archeologia, per poco si sente male: « Il tempio sul Monte del Tempio e quindi il Muro Occidentale è una delle rovine più importanti della storia dell'umanità , e anche una di quelle la cui storia è più evidente, fuori di ogni discussione: le rovine prima del Tempio di Salomone e poi di quello di Erode che lo allargò e lo arricchì sono tutte là , e corrispondono perfettamente alle descrizioni degli storici: con le quattro mura perimetrali e le scalinate e gli ingressi, l'entrata principale a sud, la spianata dove sorgeva il Sancta Sanctorum, le scritte in ebraico... E' tutto là , e il tentativo di spazzar via il passato degli ebrei, che non hanno mai lasciato il posto, e della storia dell'umanità , sarebbe ridicolo se non fosse tragico. E' incivile, brutale, ed ha già molti precedenti: spazzar via le altre religioni, questo è ciò che tentano di fare. Così hanno fatto negli ultimi mesi vandalizzando la Tomba di Giuseppe, le sinagoghe di Gaza e di Gerico, e il mosaico di Samua a Hevron» . Il decano degli archeologi israeliani professor Avraham Biran, ex sovrintendente alle antichità , non si scalda: « C'è scritto anche nel Corano che quello è un luogo sacro agli ebrei. Le prove archeologiche sono là , compresa l'iscrizione sull'angolo che dice: “ da questo punto i cohen (i sacerdoti) devono suonare lo shofar” (il corno di ariete). Non resta che ignorare le loro affermazioni senza senso» . Il più icastico è il rabbino Capo Meir Lau : « Mentre sono ancora vivi i sopravvissuti dell'Olocausto col numero tatuato sul braccio, c'è chi lo nega. Non mi sorprendo che ci siano quelli che tentano di distorcere e pervertire un passato che ha duemila anni» .

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