Fiamma Nirenstein Blog

Morta di Aids l’ idolo di Israele Rivelazioni-choc sulla cantante Ofra

martedì 29 febbraio 2000 La Stampa 1 commento
Fiamma Nirenstein GERUSALEMME In tempi di animo oppresso, col processo di pace in difficoltà , ci mancava solo il titolo di prima pagina sull’ Haaretz: « I funzionari del Ministero della Sanità ammettono: Ofra Haza è morta di Aids» , perché lo sconcerto divenisse confusione. Già la morte in ospedale della cantante più famosa d’ Israele, dopo due settimane di lotta contro una misteriosa malattia, aveva condensato una nuvola nera sul vasto mondo dei suoi fans. Adesso si rompe un’ icona che donava un senso di sicurezza a una delle nazioni più nevrotiche del mondo: è difficile accettare che la causa della sua morte sia stata la malattia infame per eccellenza. Dopo infinite chiacchiere e pettegolezzi fra le lacrime, la malattia è stata rivelata dai pubblici ufficiali del Ministero della Sanità dopo, sembra, le denunce degli infermieri dell’ ospedale furiosi perché l’ eccesso di riservatezza della famiglia li avrebbe sottoposti al rischio di contagio senza precauzioni nelle prime ore del ricovero. Ofra era bellissima, aveva solo 41 anni, e fra i cantanti israeliani era la più celebre all’ estero. Gli italiani la conoscono soprattutto per la canzone che arrivò seconda al Festival canoro dell’ Eurovisione dell’ 83, « Chai» , ma ogni sua canzone era il simbolo della vittoria sulla sorte della fanciulla yemenita povera e minuta che era venuta fuori dal misero ma affettuoso « basso» del quartiere Hatikva di Tel Aviv cominciando a cantare e recitare a 12 anni. Per il cinquantesimo anniversario dello Stato d’ Israele, Ofra era stata scelta per cantare nella grande serata giubilare le canzoni di Gerusalemme, dunque le più adorate e controverse, e fra di esse la bellissima « Jerushalaim shel zaav» , un inno più che un canto per gli ebrei che pregano « Il prossimo anno a Gerusalemme» . Anche Ofra pregava moltissimo. E non viaggiava mai, benché le sue scollature fossero generose, senza un libro dei Salmi e senza qualche Mezuzà (la benedizione che si pone di fronte alla porta) da regalare. Prima di ogni concerto si raccoglieva, già tutta addobbata negli abiti folcloristici di scena, le belle mani sugli occhi scuri. Poi dava il via al suo repertorio di canzoni orientaleggianti, ma di chiaro stampo pop. Il pop orientale era la sua cifra, la religione la sua forza, la fede nel sionismo la sua vita, e la sinistra pacifista la sua parte politica. Fu lei la voce più commossa e più alta alla prima manifestazione in memoria di Ytzach Rabin. E quando se n’ è andata, Ehud Barak e Shimon Peres hanno pronunciato in sua memoria parole molto commosse. Ma più che ogni altro, Ofra apparteneva alla speranza dei poveri immigrati sefarditi del suo quartiere: anche se aveva sposato un milionario che l’ aveva portata a vivere poco lontano, ad ogni festa tornava a trovare le sue ex compagne di scuola, gli amici meno fortunati. Al suo funerale, in migliaia, erano tutti disperati quando le hanno gridato « Addio, principessa» . Adesso, lo saranno ancora di più .

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Julia , italia
 lunedì 20 gennaio 2025  20:23:42

Ciao! .io ho adorato Ofra Haza. Sempre canzone Fata morgana sarà il mio preferito.Rimani in mio cuore.



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