Missili, 007 e diplomazia. I sette fronti di Israele nella lotta per l'esistenza

Il Giornale, 30 agosto 2025
La guerra di sopravvivenza su sette fronti e più richiedeacrobazie a un Paese piccolo come una regione d’Italia: una ginnasticamilitare, diplomatica, dei servizi segreti, che ha dell’incredibile. Il fronteyemenita è stato nelle ultime ore il più drammatico, anche se non mancanofuochi d’artificio anche con la Turchia, da cui Erdogan annuncia la rottura deirapporti economici dopo che Netanyahu ha riconosciuto il genocidio armeno; conla Siria, si combatte sia sul fronte militare dell’ avvistamento indispensabilesul Golan, che sul terreno diplomatico del prossimo probabile accordo con al-Jolani; in Libano, dove il governo cerca finalmentedi sequestrare le armi degli hezbollah e di andare verso la pace conGerusalemme. A Gaza, Israele ha recuperato il corpo di Ilan Weiss, un padreeroico combattente rapito e ucciso il 7 ottobre: l’operazione di recupero èstata non meno che commovente e incredibile. Questo aggettivo si può usare perl’attacco aereo che ha colpito in due luoghi diversi, sembra, il primo ministrodei Houty Ahmed al Rahawi e un incontro di capi militari incluso il ministrodella difesa Mohamed al Atifi, jihadista responsabile dei rapporti con l’Iran,e il capo di Stato maggiore Abd al Karim al Ghamari . È stata un’azione diintelligence a duemila chilometri di distanza che ha portato l’esercito achiudere i conti, per lo meno momentaneamente, con la leadership militare dellamilizia yemenita jihadista shiita che agli ordini degli Ayatollah conduce lasua guerra a fianco di Hamas.
A prima vista è difficile capire perché Israele non abbiaagito più tempestivamente dal momento che gli attacchi che sono stati portati aIsraele con missili spesso intercettati, a volte esplosi, talora invecearrivati al bersaglio sono circa 500, e molti letali nelle intenzioni.Immaginiamo un Paese europeo obiettivo di 500 missili, sparati mentre piovonoanche migliaia di altri missili (palestinesi, iraniani) sulle case, le scuole,gli ospedali, provenienti da un Paese che non ha niente a che fare con la tuastoria. La lunga attesa prima della risposta diretta, la si legge guardandoalla tv i discorsi fanatici di Abdul Maliki al Houty da Saana, le promesse didistruzione che lasciano intravedere sangue e miseria nel suo Paese. I Houty,insomma, sono apparsi un gruppo di pazzi jihadisti, sparsi per villaggi,caverne, deserti, sempre in fuga dal governo sunnita. Invece sono pericolosi peril traffico marittimo, per Israele, per l’Occidente, e portano terrore al MedioOriente sunnita tutto. Israele si è risvegliato alla necessità di capirne afondo la natura solo quando nel giugno 2024 un israeliano è stato ucciso. Daallora si è tentato di bloccarne i rifornimenti, distrutta l’elettricità, ancheTrump di è illuso di averli fermati, ma la forza jihadista va fino in fondoverso l’obiettivo metafisico dell’eliminazione di chi si oppone alla conquistadell’Islam.
L’Iran, battuto negliattacchi aerei e nella situazione internazionale che la vede adessointrappolata nello snapback europeo, li ha usati come pallottole di riserva. IHouty sono abili: dopo vari deboli attacchi hanno ristabilito l’elettricità,trovato nuovi nascondigli, e sparato nuovi missili. La povertà della struttura,l’appartenenza a un mondo premoderno sparso e nascosto però alla fine non li hasalvati. Israele, costretta di continuo a correre nei rifugi, ha impiegatol’infiltrazione per scoprire, proprio come era successo con Nasrallah, chel’attacco era giovedì o mai più. È stato il 16esimo attacco a Sana per fermaregli attacchi a Israele e alle navi di tutto il mondo che cominciarono il 23 novembre 2023, gia’ un mese dopo il massacro di Hamas. Un passo verso un MedioOriente in pace.