Fiamma Nirenstein Blog

Memoria: il caso dei « nuovi storici» divide Gerusalemme Il peccato originale d’ Israele

domenica 14 gennaio 2001 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein LA storia (e il dibattito italiano ne dà abbondantemente conto), acquista una narrativa indiscutibile quando la fase politica a cui si accompagna la sostiene; quando invece essa entra in contraddizione con la memoria e la sua registrazione, ecco che subito mostra falle e che il fronte degli storici che sostengono una certa verità , si rompe. Da noi lo si è ben visto nel « caso Vivarelli» ; ma c’ è un’ altra vicenda altrettanto importante che mostra delle crepe. Si tratta del fronte dei « Nuovi Storici Israeliani» : il fenomeno è ben noto e di grande importanza politica. Benny Morris, Ilan Pappe, Baruch Kimmerling e circa una decina di altri storici con un numero sempre maggiore di studenti e di fan anche in Europa, sono professori di storia fra i cinquanta e sessant’ anni che hanno acquistato grande rilievo accademico e come commentatori: la loro tesi basilare è quella del « peccato originale» della storia d’ Israele. Ultimamente, un libro di Dominique Vidal e Joseph Algazy, intitolato proprio così (con una curiosa obliterazione del significato di un’ espressione che riferita agli ebrei ha pure portato tanti guai addirittura nei millenni) riassume la tesi fondamentale di questa scuola: nel 1948 dopo la partizione dell’ ONU e dopo essere stata attaccata da cinque stati arabi, il nuovo stato ebraico non invitò i palestinesi a restare accettando le decisioni della comunità internazionale, ma li spinse coscientemente fuori da Israele sulla punta del fucile, sperando di liberarsene per sempre. Non è rilevante per i nuovi storici (anche se è vero) che i paesi arabi davvero misero in marcia centinaia di migliaia di palestinesi pensando che la guerra avrebbe sgomberato gli ebrei per sempre; né che l’ Yshuv (la nuova nazione degli ebrei) fosse piccola e fragile. Rilevante invece il « peccato originale» ; e nel corso di tale scontro (la cornice di guerra con gli eserciti iracheno, giordano, siriano etc in casa) scrivono i nuovi storici, molti palestinesi furono massacrati. La tesi è stata molto ben accolta in tutto il mondo, ed è divenuta supporto della teoria « peace for land» dell’ accordo di Oslo. Adesso, mentre il conflitto divampa di nuovo, è di qualche giorno fa, un articolo del giornalista e a sua volta « nuovo storico» Tom Segev, famoso per un saggio molto brillante e duro su Ben Gurion e l’ Olocausto. Segev ha preso in mano un testo di Teddy Katz, 57 anni, un nuovo storico a sua volta. La sua dissertazione di master doveva documentare il massacro dei residenti del villaggio arabo di Tantura (vicino a Haifa) per mano delle truppe israeliane, Brigata Alexandroni, nella Guerra d’ Indipendenza del 1948. La tesi è passata a pieni voti, gli ebrei hanno fatto la solita figura di massacratori, e Katz è stato citato in giudizio dai veterani, che hanno vinto il dibattito giudiziale. Lo storico citava abbondantemente le registrazioni delle sue interviste ad arabi ed ebrei che raccontavano, secondo lui, l’ assassinio di dozzine di palestinesi dopo che il villaggio si era arreso. Ma non era vero niente. A una verifica del tribunale, le registrazioni dicono il contrario esatto. Abu Fahmi, un residente del luogo, secondo Katz gli disse: « Concentrarono la gente sulla spiaggia e uccisero e ferirono la gente» . In realtà , Fahmi dice nella registrazione: « Non uccisero..un soldato sparò qualche colpo nel soffitto di una casa, ma non uccisero nessuno» . Fra le altre gravi distorsioni, quella delle parole del comandante israleiano Shlomo Ambar. Secondo Katz egli disse: « Persino i tedeschi non uccisero prigionieri disarmati sotto la loro protezione... qui a Tantura degli arabi furono uccisi» . Invece, nella registrazione, Ambar nega decisamente che ci siano state delle uccisioni di civili. E così via. Il tribunale ha condannato Katz a chiedere scusa. In realtà , un episodio come questo fa tremare la sostanziale convinzione che i Nuovi Storici si siano sempre basati su fonti indiscutibili, come loro insistono citando spesso gli archivi britannici. Segev, con grande onestà intellettuale, e chiedendosi se la vicenda di Tantura non meriti un’ altra indagine, chiama « insopportabile leggerezza» quella con cui l’ università di Haifa ha accettato la dissertazione. Ma il suo collega nuovo storico Kimmerling, invece, si è detto indignato che una corte di giustizia possa avere da dire in un dibattito accademico. In realtà , l’ argine del politically correct che vede nei Nuovi Storici una sorta di inappellabile tribunale della storia, non è più compatto: i loro interessanti e ragionevoli dubbi, le fonti d’ archivio soprattutto di Benny Morris, hanno avuto un uso ideologico e sfrenato, e sono diventati in questi anni un lasciapassare accademico e politico. Adesso, da quando l’ accordo di Oslo è diventato un’ opzione desiderabile ma non unica dati gli scontri in corso, anche i nuovi storici non sono più indiscutibili.

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