Medioriente, il piano Trump prevede due Stati. Ma dai palestinesi a Ue e Onu è un coro di «no»
venerdì 26 giugno 2020 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 26 giugno 2020
Sembra
che la data del varo del piano di pace americano possa slittare, o
modificarsi. A Washington se ne discute in queste ore, si aspetta con
ansia il verbo di Trump. Difficile decisione in questi tempi di crisi: a
Gerusalemme i pareri sono diversi sui tempi e le dimensioni come negli
USA. Si spera ancora nel dialogo, ma i palestinesi si negano perché col
rifiuto del piano sono di nuovo sulla cresta dell'onda: qualsiasi cosa
Trump preveda nell'"accordo del Secolo", nessuno l'ha letto, basta
condannarlo. La falange che si è mossa contro il piano immaginando che
sia la pura descrizione di un furto di terra anzi di "territori
palestinesi illegalmente occupati" è infiammata dal sacro fuoco della
sua stessa ignoranza. Non sa che quei territori non sono mai stati nè
ritenuti da nessun trattato internazionale "palestinesi" ma che,
originariamente assegnati a Israele, erano stati occupati dalla
Giordania nel 48, (mai riconosciuti come giordani) e poi conquistati
nella guerra che la Giordania ha fatto a Israele nel '67. Non sa che le
risoluzioni dell'ONU non parlano di "occupazione illegale" ma di
"territori disputati" e che quella è un'invenzione palestinese. Non
sanno soprattutto che il piano di Trump è la copia carbone del disegno
di Rabin per i Territori (compresa Gerusalemme che Rabin giurò sarebbe
sempre stata unita) e la Valle del Giordano.
Sette
ambasciatori europei all'ONU, quelli all'UNSC (Il Consiglio di
Sicurezza) e quelli che presto ne faranno parte hanno condannato il
piano, il segretario dell'ONU Antonio Guterres con il segretario della
Lega Araba Ahmed Abu Gheit con loro, il commissario europeo Borrell
minaccia sanzioni, il programma scientifico europeo Horizon cui Israele
da un contributo insuperabile minaccia di cacciarlo,il Belgio annuncia
che riconoscerà lo Stato palestinese, l'Iran non vi dico, i palestinesi
hanno indetto una manifestazione in cui i Turchi e i russi primeggiavano
insieme al delegato ONU per il medio Oriente Nickolay Mladenov.
Il
BDS impazza, l'antisemitismo fiorisce. L'accusa è sempre la stessa,
avalla la promessa di violenza dei palestinesi come Hamas che ha già
promesso la solita strage di ebrei. La critica è la stessa: il piano
blocca il dialogo e il processo di pace che porti a "due Stati per due
popoli". Dialogo? Processo di pace? Da tempo i palestinesi hanno optato
solo per la macchina di incitamento, e non parlano con Israele.
Il
piano invece prevede proprio due Stati per due popoli, e nessuna
acquisizione di territorio che non sia stata già sancita dagli accordi
di Oslo. I territori sono stati allora suddivisi in tre zone: A sotto
l'autorità palestinese, e vi si trovano tutte le città; B, sotto il
controllo di ambedue; C sotto il controllo israeliano. Questa
suddivisione è firmata da Arafat. Nella zona C ci sono gli insediamenti
israeliani, 450mila persone, che mai i palestinesi hanno desiderato
incamerare.
L'idea di uno sradicamento di
tale massa è da escludere, dato il precedente di Gaza, su cui è fiorita
Hamas. Israele adesso passerebbe all'amministrazione civile (e non
militare come oggi) il 50 per cento solo di quella zona C. Infatti parte
dei settler protesta che resterà isolato e in pericolo. Il pericolo e
quindi il tema della sicurezza accompagna tutto il piano, oltre a quello
della mai riconosciuta legittimità della storia ebraica in
Israele.Insieme alla Valle del Giordano che è una specie di autostrada
contro eventuali invasioni arabe si arriva al 30 per cento del
territorio. Il 70 per cento viene destinato dagli americani allo Stato
palestinese, con finanziamenti di 50 miliardi e swap territoriali che li
compensino. in 4 anni dovranno camminare sulla strada dei diritti umani
e della democrazia.
Troppo il chiederlo?
Sì, ogni richiesta è troppo per i palestinesi, abituati a promettere
pace mentre preparano ogni volta il prossimo rifiuto, come è già
accaduto trattando con Rabin, Peres, Barak, Olmert, Netanyahu… Tutti
hanno assaggiato il loro no e il loro terrorismo mentre rifiutano di
riconoscere lo Stato ebraico. Ma è un sapore che piace all'UE e all'ONU,
oltre che alla Russia, alla Cina, alla Turchia, all'Iran...