Mediorientale
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la rubrica "Il Medio Oriente visto da Gerusalemme" di questa settimana con Massimo Bordin e Fiamma Nirenstein.
Alcuni rappresentanti della resistenza siriana, secondo fonti non ufficiali, sostengono che le navi iraniane entrate nel Mediterraneo abbiano attraccato in Siria per assicurare una sicura via di fuga all’attuale leadership e per intercettare le comunicazioni dei ribelli anti-Assad.
Lasciando la Siria per andare in Israele, è importante segnalare l’incontro avvenuto tra il premier Netanyahu e il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Tom Donilon; i due hanno discusso del possibile attacco israeliano contro le strutture nucleari iraniane. Gli Usa attraverso le sanzioni cercano di rimandare il countdown di un possibile attacco israeliano, Netanyahu è sempre impegnato nel far capire alla comunità internazionale il pericolo di spessore mondiale di un Iran nucleare, mentre il ministro della Difesa Barak è il più intenzionato ad attaccare l’Iran prima che diventi una minaccia atomica.
Intanto, un team di ispettori dell'Aiea (Agenzia internazionale per l'energia atomica) è di nuovo in visita a Teheran che cerca di distogliere l’attenzione dalla questione nucleare con l’uso del terrorismo: gli attentati terroristici a Baku, Nuova Delhi e Sofia, contro diplomatici e civili israeliani lo confermano.
Sul fronte dei diritti umani va evidenziato il caso Hamza Kashgari, il giornalista saudita che rischia di essere processato e decapitato per il reato di blasfemia, a causa di una serie di tweet ritenuti offensivi dalle autorità religiose di Ryhad. Mentre torna alle cronache anche il caso al-Dura: la Corte suprema francese ha assolto il medico israeliano David Yehuda dall’accusa di diffamazione mossagli dal padre del bimbo diventato un’icona della Seconda Intifada.