Mediorientale
lunedì 13 dicembre 2010 Generico 0 commenti
RIASCOLTA LA CONVERSAZIONE CON MASSIMO BORDIN SULL'ATTUALITA' DAL MEDIORIENTE:
Sintesi degli argomenti di questa settimana:
Lo stallo nel processo di pace: l'impostazione obamiana delle trattative (ovvero puntare tutto sul "freezing" e sullo slogan "land for peace") si è rivelata fallimentare.
Ricominciano intanto i colloqui indiretti: l'inviato speciale degli USA, George Mitchell, è in arrivo per incontri sia con Netanyahu che con Abu Mazen.
Saeb Erekat, il negoziatore capo palestinese, in un'intervista al Guardian, sottolinea l'importanza del "diritto al ritorno" (in Israele e non nello stato palestinese) dei profughi palestinesi e dei loro discendenti: si tratta, dice Erekat, di più di 7 milioni di persone che "vogliono tornare a casa".
Nel frattempo Yasser Abd Rabbo, uno dei massimi consiglieri di Abu Mazen, ha affermato che ogni accordo firmato con gli USA secondo cui le forze di polizia palestinesi dovevano essere impiegate anche per "contenere la giusta rabbia del popolo palestinese" (leggi: terrorismo), è al momento sospeso.
Durante l'incendio devastante dei giorni scorsi, che è stato appena domato, i palestinesi hanno avuto un ruolo importante nel soccorso a Israele. Da Jenin, che per anni è stata l'enclave del terrorismo suicida, sono partiti 21 pompieri palestinesi per cercare di domare le fiamme sul Monte Carmelo, ricevendo molte critiche per questo.
Il riconoscimento unilaterale dello Stato Palestinese: nella prospettiva che anche questi nuovi colloqui indiretti falliscano, l'ANP si sta preparando all'eventualità di proclamare unilateralmente uno Stato nei confini del '67. La prospettiva è stata già acclamata da alcuni paesi, tra cui Argentina e Brasile. L'obiettivo della leadership palestinesi sarebbe il riconoscimento del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Sembra inoltre che nella riunione dei Ministri degli Esteri dell'UE, che si sta svolgendo in questi giorni, si stia mettendo a punto una risoluzione, su proposta tedesca, che dice che se entro un anno non verrà raggiunto un accordo, l'Europa riconoscerà lo Stato palestinese unilateralmente. Al riguardo, pare che ci sia stata una telefonata drammatica tra la Merkel e Netanyahu.
Lotte interne all'ANP in Cisgiordania: Muhammad Dahlan, rappresentante dell'ANP a Gaza fino al 2007 (cioè fino al colpo di stato di Hamas, dopo il quale scappò dalla Striscia), si trova in questo periodo al centro di una serie di contestazioni: gli è stata ridotta la scorta, molti dei suoi beni, tra cui un canale televisivo di sua proprietà, sono stati requisiti. Sarebbero nel mirino di Abu Mazen, così come Abu Ala, politico palestinese di lunga data, sotto accusa di corruzione.
Scontri all'interno del governo israeliano: Barak in un convegno negli Stati Uniti ha preconizzato la divisione di Gerusalemme, cosa che ha fatto infuriare altri esponenti del governo e fatto gioire ovviamente l'opposizione, nella persona di Tzipi Livni, che non ha perso l'occasione per criticare non solo il governo, ma anche la passività della sinistra, che lei vorrebbe rimpiazzare...
Sul fronte turco: c'è stato un altro incontro segreto tra Israele e Turchia, il fulcro del quale sarebbe che la Turchia vorrebbe delle scuse formali da Israele per la vicenda della flottiglia, mentre Israele, parlando di provocazione e portando le prove dell'aggressività dei presunti attivisti sulla Mavi Marmara, si rifiuta.
A Roma, nel frattempo, l'Ordine dei Giornalisti ospita oggi nella propria sede la presentazione del prossimo viaggio della "Freedom Flotilla", oltre a un libro del tutto fazioso sulla vicenda del maggio scorso. Non si capisce perché l'Odg debba farsi sponsor di iniziative molto discutibili come queste.