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Mediorientale

lunedì 22 novembre 2010 Generico 0 commenti

RIASCOLTA LA CONVERSAZIONE SETTIMANALE CON MASSIMO BORDIN SULL'ATTUALITA' IN MEDIORIENTE:



Sintesi degli argomenti di questa settimana:

La nuova moratoria degli insediamenti adottata da Netanyahu: grandi malumori nel governo, anche se Netanyahu è riuscito a ottenere l'ok dal suo partito, il Likud e soddisfazione dell'Amministrazione Obama. Abu Mazen invece richiede il blocco delle costruzioni anche a Gerusalemme Est, principio che non è accettato da Netanyahu. Non significa che Netanyahu non creda si possa contrattare su Gerusalemme, ma considerarla un insediamento non è accettabile dal punto di vista israeliano.
Alla Knesset è in discussione un progetto di legge che stabilisce che la concessione delle Alture del Golan dovrà essere ratificata da una maggioranza di due terzi dei parlamentari oppure da un referendum popolare.
Fronte libanese: sta facendo il giro del Medioriente un servizio della TV canadese che ricostruisce l'omicidio di Rafiq Hariri e le varie tappe dell'inchiesta condotta dal Tribunale Internazionale istituito apposta. La TV canadese riporta che Wissam Eid, capitano delle Forze di sicurezza libanesi che indagava sul caso, stava giungendo nel corso della sua inchiesta alle stesse conclusioni del Tribunale Internazionale, ovvero il coinvolgimento di Hezbollah: il signor Eid è stato ucciso...
Il Wall Street Journal ha rivelato che Imad Mughniyeh (ucciso nel 2008) e suo cognato, Mustafa Badr al-Din, tuttora importante comandante militare di Hezbollah, sarebbero indagati nell'ambito del Tribunale Speciale in quanto responsabili dell'omicidio Hariri. Sembra che Saad Hariri, figlio del premier ucciso e attuale primo ministro, abbia fatto pressioni perché non si riveli ora questo nome per evitare di destabilizzare ulteriormente la delicatissima situazione libanese, che vede al governo anche una componente di Hezbollah.

Durban 3: L'Onu sta preparando una terza versione della conferenza di Durban contro il razzismo che alla sua prima edizione, nel settembre 2001, si trasformò in una conferenza razzista contro Israele. Alla seconda edizione, nel 2009, molti paesi, tra cui l'Italia, non mandarono affatto la loro delegazione. Domani, la Terza Commissione dell'Assemblea Generale dell'Onu voterà una risoluzione proposta dallo Yemen in cui si impegna l'Onu a celebrare il decimo anniversario dalla prima conferenza di Durban, con una grande conferenza da tenersi a New York nel settembre 2011, pochi giorni prima dell'apertura della sessione annuale dell'Assemblea Generale. La risoluzione di domani in realtà va ad aggiungere solo alcuni dettagli, tra cui la data (che dovrebbe essere il 20 settembre 2011), a una risoluzione già adottata dall'Assemblea Generale nel dicembre 2009. Entrambe le risoluzioni impegnano i paesi membri a far propria nuovamente la piattaforma anti-israeliana che caratterizzò proprio Durban 1. A questa risoluzione alcuni paesi, tra cui l'Italia, il Canada, gli Stati Uniti, l'Australia, la Repubblica Ceca, si erano già espressi contro. Tuttavia i numeri sono a favore dell'approvazione della risoluzione e quindi del rischio di remake di quanto avvenuto nel 2001.

Il programma di sviluppo dell'Onu pone Israele al decimo posto nella tabella dell'aspettativa di vita. La media di vita in Israele è di 81,2 anni (donne 84 anni, uomini 80,5). Vengono prima: Francia, Italia, Svezia, Spagna... Vent'anni fa l'aspettativa di vita in Israele era di 78,8. In genere la tranquillità della vita ha una forte influenza su questi dati; quindi questi numeri sono alquanto sorprendenti considerato lo stato di belligeranza in cui si trova la popolazione israeliana. La minoranza araba in Israele gode di una aspettativa di vita maggiore rispetto a tutti gli altri paesi arabi, compresi quelli del Golfo. Tuttavia, è più povera rispetto alla popolazione ebraica (c'è una differenza di 3,8 anni di media aspettativa di vita tra queste due comunità).
A Londra invece, per esempio, fra il quartiere borghese di Kensington e quello proletario di Tottenham Green ci sono ben 17 anni di differenza...
Per tornare a Israele, c'è un divario anche tra gli arabi cristani e gli arabi musulmani: i primi hanno una media di aspettativa di vita simile a quella degli ebrei e dei drusi, mentre il divario maggiore è quello con i musulmani e in particolare con i beduini del deserto.

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