MEDIO ORIENTE PER NETANYAHU « E’ UNA LEGITTIMAZIONE DEL TERRORISMO INTERNAZIONALE» Israele sotto choc: Putin vuole sdoganare Hamas Or a gli islamici pretendono i posti chiave nel nuovo governo
sabato 11 febbraio 2006 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
GERUSALEMME
Israele è in stato di shock. Hamas festeggia. E tutti e due si chiedono, con
diversi sentimenti: è ricominciata la guerra fredda? Vladimir Putin ha agito
con la classica zampata del vecchio orso sovietico: da solo, alla ricerca di
consensi di quel Medioriente che guardò all’ Urss come allo « stato guida» , ha
invitato Hamas a Mosca. A poco vale che ieri pomeriggio abbia fatto spiegare
che l’ invito servirebbe a convincere Hamas a rinunciare al terrorismo. La
ministra degli Esteri israeliana Tzipi Livni gli ha subito risposto: che
c’ entra un invito? Il concetto è semplice, c’ è poco da spiegare. Ma adesso
che la Francia gli è andata dietro, e anche la Turchia, la sua scelta assume
un tono egemonico che va tuttavia oltre il Mediorente, e porta allo scoperto
anche una parte di quell’ Europa che pure dichiarò Hamas organizzazione
terrorista.
La speranza di Israele che stavolta la coalizione contro Hamas fosse
compatta, si infrange. Putin può oggi spaccare il Quartetto e polarizzarne
una parte (europea) sulla leadership russa. Questo, almeno, è quello che
spera invitando Hamas a Mosca: è passata solo una settimana dalla decisione
del Quartetto di non avere a che fare con Hamas se non a patto che riconosca
Israele, rinunci alla lotta armata, si attenga agli impegni di Abu Mazen. Ma
Putin ha annusato il profumo dello scontro con gli Usa su un terreno
consueto: la lotta che un tempo si chiamava antimperialista.
Benjamin Netanyahu, definisce la mossa di Putin « una legittimazione del
terrorismo internazionale» . il Ministro Meir Sheetrit l’ ha chiamata « una
pugnalata alla schiena» . Yossi Beilin, pacifista e promotore della Carta di
Ginevra, dice che non si deve negoziare con Hamas finchè esso non riconosca
Israele. La ministra Tzipi Livni ha avuto la sua visita negli Stati Uniti
devastata dalla scelta di Mosca. Destra, sinistra, centro, opposizione,
governo, condividono tuttavia un senso di ineluttabilità : si sente nell’ aria
che se il fronte anti Hamas si sfalda, si prospetta uno scontro imminente e
di grandi dimensioni. Lo schieramento islamista acquista valore con la
legittimazione internazionale. Si fa strada un disegno di geopolitica che è
al contempo vecchio e nuovo. Vecchio: perché torna agli schemi della Guerra
Fredda. Nuovo perché dalla caduta dell’ Urss e, più oltre, dall’ 11 di
settembre gli scenari futuribili erano apparsi del tutto diversi.
La scelta di Putin è questa, è include anche la Siria cui la Russia ha
venduto, incurante delle critiche del mondo,una notevole quantità di moderni
missili. Putin si propone come l’ antagonista della linea americana e dei
suoi alleati europei, che rifiuta l’ Iran nuclearizzato di Ahmadinejad e
raccomanda a Hamas di cambiare linea, pena la sospensione degli aiuti. Hamas
è per Israele l’ organizzazione che ha fatto saltare per aria decine di
autobus e luoghi pubblici, che afferma nella sua carta che Israele deve
essere distrutto e che in questi giorni ripete rispettivamente per bocca di
Khaled Mashaal e di Mahmoud Zahar che Israele deve morire, e che Hamas non
fermerà gli attacchi terroristi.
Hamas sembra adesso deciso a non lascia a Fatah i ruoli di governo più
importanti, come voleva fare fino a pochi giorni fa per conservare consenso
e aiuto del Quartetto. Ma ora il Quartetto è spezzato. Hamas ha annunciato
l’ intenzione di formare sue proprie milizie armate accanto a quelle di
Fatah. Anche per Hamas l’ invito a Mosca è una sorpresa: alla ricerca di
fondi sostitutivi rispetto all’ Europa, aveva girato soprattutto per gli
stati Arabi. Neppure in Egitto ha trovato simpatia: sembra che gli incontri
del Cairo non siano andati bene, perché Mubarak ha consigliato con
insistenza a rinunciare all’ obiettivo della distruzione dello stato
d’ Israele, e Hamas ha risposto picche. Hamas non pensava a Putin, ma Putin
ha pensato a lui e così la Francia, e Annan che chiede di dare tempo agli
integralisti. Putin, nonostante la contraddizione del terrorismo ceceno,
ritiene che il nuovo asse Iran, Siria, Hezbollah, Hamas, sia una carta
attraente per le masse mussulmane, spendibile in un asse con la Cina. Questo
potrebbe portare diritto al veto alle sanzioni contro il nucleare all’ Iran.