Mamma, bandiera e colpi bassi. L’Obama populista batte Romney
Il Giornale, 18 ottobre 2012
Obama e Romney, corpo a corpo. Nel precedente confronto in tv Romney aveva schiacciato un facile Obama colpito da una specie di botta in testa, arrivando a un consenso del 67 per cento dell’audience contro solo il 25 per cento di Obama. Un disastro. Stavolta, e forse per questo ha vinto, Obama era normalmente reattivo, stipato di informazioni , il suo team lo aveva allenato come un pugile che al gong deve saltare verso l’ultima opportunità. Adesso siamo, secondo la CNN, 45 a 39, e secondo la CBS 37 a 36, un match vinto ai punti da un Obama che sovente ha usato una retorica populista che tuttavia non ha scalfito un Romney vivace ma sobrio, concetrato verso il risultato. Realistiche le sue promesse nel campo dell’economia, consistente il riferimento alla sua esperienza di imprenditore privato, semmai sopra le righe ed eccessiva l’abiura totale di George W. Bush, cui non ha dedicato neppure una frase di cortesia.
Ma la moderatrice Candy Crowley, una giornalista della CNN, ha consapevolmente influenzato l’andamento del dibattito, concedendo 3 minuti e mezzo in più (una vita, in termini tv) a Obama, interrompendo Romney 28 volte e Obama solo 9, e intervenendo con una pretestuosa precisazione giornalistica sullaquestione della Libia.
Qui Obama ha sfoderato l’arma centrale del dibattito, il populismo, il richiamo alla bandiera e alla patria, mentre Romney ha fallito nel gestire il pur azzeccato argomento. Romney ha accusato Obama di aver minimizzato l’attacco in cui è rimasto ucciso l’ambasciatore Chris Stevens negando per settimane che si trattasse di terrorismo organizzato, e attribuendolo a “manifestazioni” a Bengasi contro il film anti Maometto. Tanto che quando l’ambasciata ha chiesto più sorveglianza, il Dipartimento di Stato non ha risposto. All’ONU Susan Rice ha a lungo sostenuto che non esisteva attacco islamista fondamentale contro gli USA, ma solo una reazione al filmetto, e Hillary Clinton proprio due giorni fa si è presa la responsabilità dell’abbaglio strategico per salvare Obama. Ma Obama ha negato, ha detto che aveva subito usato la parola “terrorismo”: ma di fatto essa uscì mentre commemorava gli uccisi in Afghanistan e in Iraq, mentre furoreggiava alla Casa Bianca la tesi della provocazione occidentale. E la giornalista della CNN lo ha sostenuto: “Il presidente ha detto terrorismo”. Qui Romney avrebbe dovuto inchiodarlo, spiegando che, parola magica o no, Obama non era corso al salvataggio dei suoi che erano così stati uccisi. Ma Obama avrebbe ripetuto, come aveva già fatto: “Mentre i nostri erano ancora in pericolo Romney ha diffuso un comunicato”.Romney, dunque, ha fatto un salto indietro,mentre Obama spalmava il suo affetto per gli ambasciatori “i miei ragazzi nel mondo”, e le loro famiglie. Adesso, dato che l’Amministrazione si è macchiata non solo un errore ma di un falso ideologico pericoloso per tutto il mondo, speriamo che Romney sappia riprendere il tema.
Naturalmente l’economia l’ha fatta da padrone: alle accuse realistiche di Romney sul peggioramento dell’economia Obama ha risposto con pochi conti che potessero convincere che le cose andranno meglio, ribadendo il suo utopismo, definendosi il difensore della classe media, accusando Romney con insistenza di voler tagliare le tasse solo per salvare i ricchi e di essere lui stesso un riccastro. Come se lui fosse invece un poveretto. Obama non ha risposto alle domande di Romney sui nove milioni di disoccupati che rappresentano un record, e quando una spettatrice ha chiesto come intenda migliorare l’accesso delle donne al lavoro, il presidente ha intrapreso un discorsone sulla sua mamma single che ha lavorato tutta la vita per i bambini, sulla sua nonna, una semplice impiegata straordinariamente brillante.. una serie di importanti indizi su quanto sia importante per lui la donna, senza tuttavia nessuna rassicurazione pratica. Non che Romney sia il campione delle donne, ha suggerito di migliorare la società, ma almeno non era retorico. Infine, Obama ha aspettato l’ultima battuta, cui a Romney era proibito rispondere, per ricordare la battuta detta a porte chiuse in cui diceva che il 47 per cento degli americani si sente vittima e profitta dello Stato. Un colpo basso poco elegante, ma Obama è in pericolo, l’eleganza non gli interessa.