"Mai più esitazioni contro il nemico" Gerusalemme dice basta al terrore
domenica 28 dicembre 2008 Il Giornale 15 commenti
Il Giornale, 28 dicembre 2008Siamo stati testimoni di tutta la storia di Hamas. C’eravamo, quando dall’87 il movimento, costola della Fratellanza Islamica comandata dallo sceicco Ahmad Yassin, si dette una carta costitutiva che prometteva morte ai cristiani e agli ebrei. E anche mentre cresceva prendendo sempre la strada della violenza. E quando nel ’94 innovò la guerra contro Israele con l’uso massiccio del terrorismo suicida; quando Yassin chiese pubblicamente a uomini e donne di Gaza di uccidere gli ebrei con le cinture esplosive, ed essi seminarono distruzione in misura ancora sconosciuta. Quando nel ’96 stabilì la base di Khaled Masha’al a Damasco così da costruire l’alleanza strategica che oggi dona a Hamas molto denaro e armi iraniane e il ruolo di protagonista nella jihad mondiale. C’eravamo quando Hamas si è opposta a ogni compromesso con Israele, compresi gli accordi di Oslo; quando ha sottolineato in rosso sangue la politica di Arafat rendendo la jihad e il terrore contro civili innocenti la parte più attiva di tutta la politica palestinese. Quando ha cominciato a costruire un vero esercito devoto alla distruzione di Israele, allenato e armato da hezbollah e iraniani.
E nessuno può dimenticare quando nel 2005 Sharon sgomberò Gaza e la consegnò ai palestinesi sperando che ne facessero un inizio di Stato indipendente e una Singapore del Medio Oriente, ed essi fecero una macelleria dei loro fratelli di Fatah e poi una rampa di lancio per i missili Kassam. Abbiamo presente, checché ne dicano oggi, le opinioni dei moderati, a partire da Abu Mazen per continuare con Egitto e Giordania, su Hamas come nemico mortale. E oggi vediamo con sgomento il rapimento di Gilad Shalit, uno dei più crudeli che si siano mai visti, senza una notizia, una foto, una visita della Croce Rossa per quasi tre anni. Nelle settimane scorse, mentre aumentava la pioggia dei missili su Israele, fino ad arrivare ai 90 di mercoledì scorso, si moltiplicavano le notizie sulla crescente forza militare di Hamas.
Israele ha chiesto in tutti i modi a questo autentico Hamastan indipendente, di smettere di bombardare i suoi cittadini. Ma Hamas aveva già annunciato una settimana prima di non voler rinnovare la thadia, la tregua con Israele. Olmert appariva patetico quando pregava venerdì dalla tv Al Arabiya: «Non vogliamo sangue, non ci costringete ad attaccarvi, sarà molto dura». Lo sarà, perché Israele spara su Hamas e non su Gaza, e ci vorrà quel che ci vorrà per costringerlo, e questo è il suo scopo, ad accettare una thadia in cui è chiaro che non si spara e, forse, si discute del rilascio di Shalit.
Per ora sembra di capire che i 150 obiettivi colpiti ieri abbiano tutti a che fare con la grande struttura di Hamas che occupa gran parte di Gaza City, ormai capitale organizzata dell’Hamastan. La centrale di polizia di Hamas conta, per esempio, molte vittime. L’alto numero dei morti è certo legato alla sorpresa e all’ora inconsueta, le 11,30, in cui gli israeliani hanno attaccato. Tutti i poliziotti, gli ufficiali, i funzionari erano probabilmente al lavoro. Per ora è difficile dire quanti innocenti siano stati coinvolti. Ma certo è dura per tutti, palestinesi e israeliani, da ieri sera, al sud, nei bunker e nei rifugi, mentre piovono i missili. La guerra finirà quando Israele penserà di aver messo Hamas in condizione di firmare una nuova thadia e forse quando i cittadini di Gaza capiranno che il loro governo non ha un interesse predominante al suo bene, ma a quello della Jihad islamica.
venerdì 2 gennaio 2009 01:42:53
Le tue parole potrebbero ai più apparire estremamente dure ma riproducono, drammaticamente, la realtà della Palestina ostaggio di Hamas.Buon lavoro e auguri a te, all'italia solidale con gli innocenti di entrambe le fazioni in lotta, al popolo di Israele e alla Palestina, sperando e pregando che venga liberata dal cancro terroristico chiamato Hamas.Enzo Cumpostu da Nuorowww.enzocumpostu.ilcannocchiale.it
uriele Bertolami , catania/Italy
lunedì 29 dicembre 2008 19:51:47
Yisra'El ha fattol'unica cosa che poteva fare, difendere i suoi cittadini contro il continuo stillicidio di razzi e colpi di mortaio che (nonostante la tregua) hanno continuato a piovere sui vicini insediamenti.Hamas è una organizzazione terroristica sanguinaria, basata sulla cultura della morte,non comprende e non è interessata ad altro..! Appoggio totalmente l'operazione lanciata da Tsaal'.Solo quando i terroristi saranno ridotti al silenzio sarà possibile,parlare di altro, con i responsabli palestinesiShalom YisraEl' Hag samèaH Chanukka Fiamma Uriele
Erica Scroppo , UK
lunedì 29 dicembre 2008 15:07:47
Ciao Fiamma,speriamo che sia la volta buona. Un abbraccioErica
Francesco Graata , Napoli
lunedì 29 dicembre 2008 12:20:11
Cara Fiamma Nierenstein,sono in completo disaccordo (mi scusi se oso!), in questi giorni viene fuori la vera anima di Israele come stato autonomo: la guerra. E' l'unica cosa che, dopo il fallimento della politica, si riesce a fare. Quelli di Hamas sono terroristi (com quelli della strage dell'Hotel di Gerusalemme del '48!) ma Israele in tutti questi anni ha usato Hamas per far fuori la parte moderata palestinese, al solo scopo di non dividere quello straccio di territorio e soprattutto Gerusalemme che non è di Israele come è stato più volte ribadito dall'Onu. Il gioco è vecchio (vedi Bush vs. Saddam) ma il sangue versato dagli innocenti è sempre fresco. Vergogna!Francesco Granata
Massimo. , Roma/Italia.
lunedì 29 dicembre 2008 12:14:18
Vorrei farmi promotore di una proposta, di fronte alle reazioni "indignate" di certi radical-chic di sinistra, difronte a ripugnanti affermazioni, chiaramente antisemite, che si possono leggere in rete in queste ore; convocare una manifestazione di solidarietà ad Israele ed al popolo Ebraico; magari a Roma al Portico d'Ottavia;dove anche non Ebrei ( come chi scrive ) possano esprimere la solidarità ad Israele in questo momento difficile di guerra al terrorismo nazi-islamico. Grazie.
umberto ingrosso , Roma
lunedì 29 dicembre 2008 11:21:40
Infliggere periodicamente una dura lezione al terrorismo Islamico è il solo modo di scoraggiarne la diffusione.Occorre evitare che nel mondo Arabo ci si convinca che il terrore è vncente,e questo spinga le masse Arabe a saltare sul carro del vincitore.L'invasione USA dell'Irak aveva come principale obiettivo quello di cancellare uno Stato che sognava di ricattare ed umiliare l'Occidente,del quale Israele è parte sostanziale.Detto questo,c'è da augurarsi che la mossa delle Forze Armate Israeliane sia stata studiata correttamerte,cosa che non è stata fatta prima dell'offensiva in Libano,e che si stia prendendo in considerazione la prospettiva che si apra un fronte Libanese che tenti di alleggerire la pressione su Hamas.Se fossi Iraniano,e dietro i peggiori nemici di Israele c'è l'Iran,non potrei non considerare questa mossa.Siccome Iraniano non sono,credo che Israele debba entrare nella NATO,e che gli USA dovrebbero impegnarsi direttamente nella guerra guerreggiata ad Hamas ed agli Hezbollah.Sarebbe un modo eccellente di umiliare l'Iran senza impegnarsi in una guerra diretta.Inoltre gli USA devono regolare il conto del 1983:queste sono questioni che non bisogna lasciare irrisolte,con il terrorismo:altrimenti lo si premia.E quel che è successo in Libano lo prova:abbiamo fatto tutti troppo per ringalluzire gli Hezbollah.
pier luigi baglioni , italia
lunedì 29 dicembre 2008 09:06:14
Il 'buonismo', spesso ipocritamente etico, é un parametro religioso e soggettivo. L'interesse nazionale è, o meglio deve essere, il fine comune collettivo di una nazione.Finchè Israele ha perseguito codesti postulati, da Rabin a Dayan, da Sharon a Golda Meyr; ha saputo bene difendersi e salvare lo stato dal sanguinario, ottuso, nemico palestinese che fin dal 1948 ha cercato di distruggerlo.Gli ultimi anni di rilassamento politico e morale della nazione hanno prodotto un calo della tensione, minandone la determinazione al suo contrasto.Israele dovrà, ritrovando l'unità e la forza delle origini, rispondere al nemico su tre direttrici parallele: azione militare, politica e diplomatica.Porre in campo ognuna senza lasciare o dimenticare le altre.
Matteo Prandi , Milano
domenica 28 dicembre 2008 23:28:13
Il fondamentalismo è il peggior nemico del negoziato di pace e dei popoli del Medio Oriente.Va promossa un'azione diplomatica con le componenti moderate del mondo arabo e musulmano; si deve raggiungere un accordo di pace regionale che garantisca la convivenza, a beneficio di tutti, e favorisca una transizione democratica. Ma è sacrosanto che Israele difenda, anche con la forza militare, il suo diritto ad esistere in pace e sicurezza. Dobbiamo essere con Israele nella lotta globale contro il fondamentalismo ed il terrorismo. Il fanatismo e l'ideologia di morte di certe organizzazioni fondamentaliste come Hamas sono incompatibili con la ricerca della pace e uno spirito religioso di fraternità e solidarietà.Mi auguro comunque che l'azione militare sia condotta con misura e ragionevolezza e non limiti l'iniziativa politico-diplomatica dello Stato di Israele, aumentando nel mondo musulmano il risentimento. Saluti cari.
Angelo , napoli
domenica 28 dicembre 2008 21:20:28
dinanzi a questo atteggiamento così offensivo da parte di israele, che posizione prendera' il neo presidente americano che per il momento e' in vacanza alle hawai?penso che anche il "diplomatico"obama, dovra' prendere le giuste distanze da hamas.
walter , italia
domenica 28 dicembre 2008 18:04:37
Credo sia arrivato il momento per Israele di andare fino in fondo, hamas va rimosso completamente da Gaza e credo sara necessario rioccupare la striscia per poter sradicare completamente tutte le cellule terroristiche. Hamas non ha mai cambiato il suo obbiettivo, la guerra contro Israele e i palestinesi lo sapevano e ora dovranno purtroppo pagare il prezzo di tante scelte sbagliate.
Clemente Luciano , Benevento
domenica 28 dicembre 2008 16:57:44
E' vergognoso come la cosiddetta "comunità internazionale" si risvegli dal suoletargo solo quando Israele esercita il suo legittimo e sacrosanto diritto a difendere la propria esistenza.Ora ascoltiamo gli alti lai del segretario dell'ONU di "reazione sproporzionata" (guarda caso le stesse parole che usò D'Alema) di Israele.Ma dov'era tutta questa gente quando Israele era sotto il tiro dei kassam, o quando era vittima dei kamikaze?Saluti a Lei e un augurio al coraggioso popolo di Israele
Almerindo Duranti , Pesaro
domenica 28 dicembre 2008 16:47:47
E' colpevole il silenzio degli stati europei, italia compresa, sulla tragedia israeliana. Mi chiedo quale film vedano, eppure .....Purtroppo sono arrivato a pensare che il "dialogo" la ricerca del "dialogo" siano un sentiero che non conduce da nessuna parte, se non ai cimiteri ogni giorno più affollati.
sergio menicucci , santa fiora (GR)
domenica 28 dicembre 2008 15:30:37
Ora si farà un gran parlare lacrimoso dei civili morti. Una riflessione: ma hamas non aveva vinto le uniche elezioni veramente,a detta di tutti,democratiche dei palestinesi?Hanno voluto hamas e allora cosa si aspettavano...
mario cossu , roma it.
domenica 28 dicembre 2008 15:29:58
E adesso,quale sara' la reazione per lo sgozzamento in diretta del giovane Shalit,trasmesso da Al Jazeera ? (mi auguro ardentemente di sbagliare) Per tentare di uscire dalla spirale di una violenza senza fine,unica soluzione il dialogo con Al Fatah ed evitare la politica dell'occhio x occhio,dente x dente !!!
Mario , Torino
domenica 28 dicembre 2008 15:11:27
Da assoluto profano chiedo:Ma in parte è cosiderabile una nemesi di una scelta politiche un po' troppo macchiavellica di Israele?Cito ignorantemente e beceramente dalla voce Hamas di wikipedia:..."Molti esperti concordano che sebbene Israele non abbia mai sostenuto direttamente Ḥamās, le permise di esistere per opporsi al movimento laico al-Fath di Yasser Arafat. Citiamo per tutti, Tony Cordesman, l'analista per il Medio Oriente del Center for Strategic Studies : Israele «ha aiutato Hamas in modo diretto e indiretto per usarla come antagonista dell'OLP»...Un salutoMariop