Ma la democrazia non può essere «à la carte»
domenica 7 agosto 2016 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 07 agosto 2016 E' un'idea commendevole quella di Hamza Piccardo, ex capo dell'UCOII, ovvero la maggiore organizzazione islamica italiana, quella di dare al suo mondo "una rappresentanza democratica che possa interagire con le Istituzioni, i media e l'insieme della società civile". Comprensibile poi che l'idea, come lui dice, sia quella di "votare un'Assemblea costituente islamica on-line": certo, on-line. Quella cosa che democratica sembra, ma democratica non è. Il modello Cinque Stelle ha dato i suoi frutti nell'addensare in diretta lo scontento e la distanza culturale da una classe dirigente confusa e a volte spaurita, e questo può portare ottimi frutti politici, lo si è visto. Una " constituency " sparpagliata e diversificata, un computer unico.
Eppure non basta la forma principe della democrazia, ovvero il partito, così come non bastano le elezioni ("un rimedio che certe società devono prendere a cucchiaini" ha detto il grande storico del Medio Oriente Bernard Lewis, quando già l'Occidente inneggiava alla vittoria del suo modello ogni volta che i popoli di quelle parti andavano alle urne) perché una scelta si risolva nella maggior gloria della democrazia stessa.
Non è successo in tanti casi: per esempio con Erdogan, un dittatore, la forza del cui partito che ha vinto tre volte non ha certo portato alla democrazia, o con l'egiziano Mursi, che portò col voto la fratellanza musulmana al potere per poi franare sullo scontento. E' il contenuto, il programma, il credo quello che può garantire o meno che un partito sia o meno parte dello spettro democratico, di che cosa esso è espressione e il contesto in cui esso si collocherà.
La domanda è quindi: un partito islamico avrebbe oggi le caratteristiche per contribuire al nostro concetto di pluralismo, di democrazia, di dibattito delle idee? La risposta sincera è che la cosa appare molto problematica: oggi come oggi, lasciando da parte per quello che si può la paura non peregrina che la presenza islamica organizzata possa celare nelle sue pieghe il terrorismo che lo cavalca sulle onde dell'immigrazione, l'Islam è assertivo quando l'Europa è dubbiosa, si espande quanto l'Occidente si contrae, propone le sue dottrine quanto noi siamo tremuli sulle nostre.
Il nostro tasso di crescita è miserabile quanto il loro è in verticale, la crescita numerica li ha portati nel giro di quattro anni a 40 milioni di persone, sei milioni in Germania, cinque in Francia, tre in Inghilterra e poco dopo vengono l'Italia, l'Olanda, il Belgio. L'Europa cristiana non fa più figli mentre si moltiplicano le Molenbeek in cui la frustrazione ha matrici non solo sociali ma semmai a una crescita sociale che resta ancorata al desiderio di sopraffazione culturale. Una organizzazione belga estremista, Sharia4Belgium, nel programma scriveva "Noi abbiamo salvato l'Europa dall'oscurità… Noi abbiamo la soluzione adatta per tutti i problemi: essa scaturisce dalla legge divina, ovvero dalla Sharia". Adesso, stando a tutte le famose indagini Pew, le più accertate, l'affezione alla Sharia del mondo islamico è di gran lunga maggioritaria, e si può ben capire. E' la religione che lo suggerisce.
Ma non ci si accusi si islamofobia, perché non c'entra niente, quando diciamo che una gruppo islamico che si costituisse in Italia come partito dovrebbe essere chiaro su questo: niente corti islamiche come in Inghilterra, niente poligamia, è contro la legge, niente velo che nasconde la faccia e atteggiamenti oppressivi, ovvero che noi secondo la tradizione occidentale consideriamo tale, verso le donne, campagne decise contro il delitto d'onore, le botte in famiglia, il disprezzo per le altre religioni, l'antisemitismo, e naturalmente, una decisissima posizione di rifiuto verso il terrorismo. Si può fare? Sembra difficile al momento: ci sono tanti segnali che l'adesione all'Islam alle volte abbia un carattere politico oltre chè religioso, e che punti per aspera ad astra, visto le prospettive demografiche e morali.
I turchi in Germania pensano per il 32 per cento: "I mussulmani si devono battere per tornare a un ordine sociale come quello dei tempi di Maometto"; un terzo pensa che "il pericolo che l'Occidente rappresenta per l'Islam giustifica la violenza"; un quarto che "i musulmani non devono stringere la mano alle donne".
Nel maggio scorso a Londra come affermazione della sua presenza la maggiore associazione caritativa ha affittato centinaia di spazi pubblicitari sugli autobus per proclamare la gloria di Allah. Un terzo egli adulti ha detto di non sentirsi parte della cultura britannica, il 47 per cento che l'Islam è la parte più importante della loro identità. E' loro diritto. Dunque, possono far parte di una democrazia occidentale? Oppure no? E' importante questo quando pensiamo a un partito islamico?
Lo è se non ce lo figuriamo disposto a accettare alcune colonne portanti della nostra civiltà, come la parità fra uomo e donne, e non ci si racconti che il velo non è anche una bandiera politica. Lo è quando immaginiamo le nostre reazioni confuse, sballate, sempre in ritirata... Pronti a passare sopra la poligamia, a confondere la libertà di opinione con l'incitamento e l'ostracismo religioso e persino l'odio contro gli infedeli. Insomma, con tutta la cautela verso la proposta di un nuovo partito, è bene che ci sia qualcuno che fa le domande, dato che né l'ONU, né l'UE, né i media più importanti hanno mai il coraggio di dirlo chiaro: l'Islam non è mai stato democratico.
domenica 7 agosto 2016 13:36:59
Dearest Fiamma, I read your article, and the goals of these "children of allah" are exposed with the clarity of light; As for their stupid insult of calling us as being sufferers of "Islamophobia ,"shows these children of Allah,these sufferers of great phobiastowards other religions which exposes the failings of their own..Their phobias are femailophobia, Christianophobia,and other habiits to which only these children of allah possess.I can only say that they possess vices no others know of, plus an extra lot only they know of.77 virgins indeed.
giuseppe casarini , binasco(MI)
domenica 7 agosto 2016 08:21:08
Pronti a passare sopra la poligamia, a confondere la libertà di opinione con l'incitamento e l'ostracismo religioso e persino l'odio contro gli infedeli. Insomma, con tutta la cautela verso la proposta di un nuovo partito, è bene che ci sia qualcuno che fa le domande, dato che né l'ONU, né l'UE, né i media più importanti hanno mai il coraggio di dirlo chiaro: l'Islam non è mai stato democratico.Ben dettoshalomggc