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Ma il capo dei religiosi contrasta gli ultrà : niente ammutinamento, f acciamo un referendum I rabbini scomunicano la pace di Rabin

giovedì 13 luglio 1995 La Stampa 0 commenti
TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Con la barba protesa come un'arma da combattimento, circondato da un concistoro di rabbini alquanto influenti nel Paese e nell'esercito israeliano, l'ex rabbino capo Avraham Shapira ha annunciato una decisione destinata a marcare la storia di Israele: è vietato ad ogni ebreo prendere parte allo smantellamento delle basi militari in Giudea e in Samaria e consegnarle ai gentili, quali che essi siano. Per i rabbini dell'esercito israeliano equivalgono ad altrettanti insediamenti ebraici e pertanto non possono essere sradicati dalla terra d'Israele. Poco lontano, sotto un terribile sole di luglio, la polizia israeliana arrestava la bellezza di 42 coloni, tutti religiosi, tutti con la kippà in testa: a Efrat, infatti, 10 chilometri a Sud di Gerusalemme, un gruppo di abitanti dell'insediamento avevano manifestato con veemenza e cercato di piazzare dieci nuove roulottes, un'estensione simbolica e anche disperata di un mondo destinato, invece, ad essere cancellato dagli incombenti accordi di pace. Quando Arafat e Rabin firmeranno, infatti, alla fine di luglio, la seconda parte dell'accordo di Oslo l'esercito israeliano comincerà a smobilitare, si prepareranno le elezioni nel West Bank, i coloni saranno posti di fronte a scelte capitali: andarsene o resistere contro il proprio governo? Rispettare l'autorità dello Stato di Israele o seguire l'interpretazione della Torah che ieri il rabbino Chaim Druckman, uno dei capi della popolazione di Efrat, ha spiegato alla radio pirata dei coloni: Bibbia proibisce di cedere insediamenti ebraici ai gentili. E sarà bene che l'esercito cerchi di non dare ordini che sarebbero in contrasto con la coscienza dei soldati religiosi. Sarebbe drammatico se dovessero trovarsi a scegliere tra la disciplina militare e la fedeltà ai valori etici e morali propri dell'ebraismo. La televisione ha mostrato a sera i compagni del rabbino Druckman, donne preoccupate con i fazzoletti legati sul capo, i bambini con una fetta di cocomero in mano che ridono di fronte al teleobiettivo, gli uomini barbuti con la camicia bianca e il libro di preghiere in mano, tutti intenti ad approntarsi un giaciglio qualunque in quelle roulottes poste su una terra che è destinata a non appartenergli più . Fra i dimostranti che la polizia ha preso in custodia, ci sono anche personaggi famosi, violenti, agitati come Uri Ariel che ha annunciato . è meglio questo - ha aggiunto - piuttosto che le azioni che alcuni elementi estremisti, fra di noi, potrebbero compiere. Come la strage che fu compiuta da Baruch Goldstein?, gli hanno chiesto. Sì , proprio come quella ha risposto Ariel. Ma queste sono le frange. In realtà la bolla religiosa di ieri è parziale. Ma si tratta certamente di un fatto gravissimo. Lo dimostra la reazione di Ezer Weizman, il Presidente della Repubblica, che ha cancellato un incontro con i rabbini. Che Israele abbia sempre avuto una componente religiosa molto tesa, e desiderosa di imporre a tutti i costi il suo punto di vista non è un mistero per nessuno. È anche naturale che sia così : c'è una qualche legittimità , e anche un perverso eroismo nell'aver sempre combattuto, nello Stato fondato da patriarchi laici e socialisti come Ben Gurion, una battaglia di minoranza per restare ebrei, e c'è anche, se si vuole, un sincero omaggio ai 6 milioni di morti nell'Olocausto. Tuttavia, anche se i religiosi in Israele sono riusciti ad imporre alcune delle loro regole, come l'osservanza sostanziale del sabato, il rispetto maggioritario nei pubblici servizi delle regole alimentari, il monopolio della cerimonialità delle nascite, del matrimonio e della morte, un patto e un equivoco hanno salvaguardato l'armonia: si tratta della scelta compiuta da Ben Gurion quando decise di non scrivere nessuna Costituzione e di lasciare al buon senso e anche alla lotta politica la convivenza fra laici e religiosi. Se i rabbini ordinano oggi ai soldati religiosi di disubbidire, questo rompe la solidarietà più sacra che Israele, da sempre in uno stato di necessità , abbia istituito: quello del patto per la vita e per la morte. I soldati che evacueranno i territori sono gli stessi, per esempio, che hanno l'ordine, anche in tempi in cui questo è già costato molte vite, di difendere i coloni dagli attacchi che sempre ci sono e sempre più ci saranno. Gli ordini per Tzahal sono sacri, ed è questo che ha sempre salvato il Paese. A meno che, prevede il codice di comportamento che è stato compilato e perfezionato negli anni, non si tratti di ordini illegali. Ma nell'evacuazione dei territori occupati non c'è niente di illegale. E i rabbini lo sanno. Quella di ieri è una svolta autentica: resta ancora un'ultima ancora di salvezza: la parola del Rabbinato centrale. E a sera il rabbino capo Lau ha vietato l'ammutinamento chiendo invece a Rabin di organizzare un referendum che chiarisca la volontà del Paese. Fiamma Nirenstein

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