Lunga intervista alla baby sitter condannata per la morte di un bimbo , l'Inghilterra s'indigna Lady D e Louise, la somiglianza choc
mercoledì 24 giugno 1998 La Stampa 0 commenti
CI siamo arrivati, e per forza doveva essere così , alla
beatificazione comparata fra la baby sitter assassina del neonato
Matthew Eappen e Lady Diana. La Bbc dopo 48 ore di spot, manda oggi
in onda una lunga intervista in cui Louise Woodward da Elton,
Inghilterra, tornata in patria nonostante la condanna per omicidio
colposo da parte del tribunale di Cambridge, Massachusetts, dopo
una condanna di primo grado per assassinio. La ragazza due anni fa
aveva rotto la testa al bambino affidato nelle sue mani; ora ci
appare in un tailleur grigio di classica eleganza britannica,
l'eloquio diretto e fiero, le gambe unite, l'espressione ferita,
l'accusa ad un inverosimile mondo crudele: "Sono stata
criminalizzata". Gli inglesi si sono offesi perché sia la positura
fisica che quella psicologica della Wood ward sono oltraggiosamente
simili a quella dell'intervista in cui Diana raccontò le sue pene.
La principessa è stata travolta in un disastro letale mentre
correva a velocità folle con un suo grande amore. Di lei la
folla ha forgiato un mito che sta fra: la madre perfetta, Madre
Teresa, una diva cinematografica, una top-model, una grande lady,
una combattente delle libertà politiche, una moglie ideale, una
birichina del sesso, una benefattrice senza pari. Roba da
manicomio. Perché ? Perché viviamo in un'epoca in cui la libertà
della donna, la sua vorticosa e difficile definizione di sé , la
sua promessa irrealizzata di un nuovo potere sono miti
onnicomprensivi.
Louise Woodward è l'esemplare piccolo-borghese di questa parabola
femminile e giovanilistica. I giudici l'hanno mandata a casa solo
perché è giovane, perché è piagnucolosa, perché la gente l'ha
sostenuta non in quanto innocente, ma perché "come si fa a tenere
in prigione una ragazzina". E anche perché qui il grande
sottinteso, ottimo per la società a crescita zero, è quello che
nessuno vuol confessare a se stesso: e cioè che la libertà di una
ragazza vale oggi molto di più di un bambino morto; più di una
madre e di un padre, quindi di una famiglia, demoliti per sempre.
La storia è nota. Da quella periferia di Boston dove la ragazza
lavorava la metropolitana portava Louise in centro tutte le sere.
Quando gli Eappen si resero conto che la aupair non riusciva ad
alzarsi la mattina nell'ora in cui essi uscivano e i loro due bimbi
andavano a scuola, limitarono la libera uscita alle 11 di sera.
Louise divenne molto nervosa. Da qui all'ospedale dove Matthew fu
ricoverato e morì a causa degli scossoni e dopo essere stato
lasciato cadere dall'alto, la strada è lineare. La tesi che il
trauma cranico fosse procurato da altre cause, non è stata
veramente accettata. Adesso Louise, anche se lo nega, dopo il suo
lieto ritorno in famiglia sembra abbia lucrato sull'omicidio
vendendo l'odierna intervista a caro prezzo. Forse il paragone fra
lei e Diana risulta così oltraggioso all'uomo medio da costringere
tutti a prendere nota del segno dei tempi.
Fiamma Nirenstein