Londra riconosce la Palestina. E piovono miliardi su Hamas
mercoledì 15 ottobre 2014 Il Giornale 4 commenti
Il Giornale, 15 ottobre 2014I palestinesi sono di ottimo umore in questi giorni: al supermarket della storia hanno comprato alcuni grossi successi in cambio di niente. E "niente" non è una merce che a un tavolo delle trattative possa essere scambiata. Se chiedi 4 miliardi di dollari per riparare i guai che tu hai combinato, senza nemmeno offrire una garanzia di gestione, e invece una cinquantina di Stati al Cairo si affrettano a mettertene in mano 5 e mezzo per la ricostruzione di Gaza, perché mai dovresti cercare una trattativa di pace? Puoi avere tutto senza dare niente.
Inoltre, sono giorni davvero dorati: se un Paese come l'Inghilterra vota in parlamento il riconoscimento di uno Stato palestinese i cui confini e i cui doveri non sono mai stati definiti, non democratico e che predica la violenza, perché mai i palestinesi dovrebbero trattare confini che l'Inghilterra stabilisce per loro ai bordi del '67, perché dovrebbero rinunciare alla violenza e aiutare il dissolvimento di Hamas, un'organizzazione terrorista che dichiara senza problemi che distruggerà lo Stato d'Israele? Solo pochi giorni fa il Governo svedese ha fatto lo stesso.
Sono 138 gli Stati che riconoscono la Palestina, ma Svezia e Inghilterra sono le prime in Europa. Una cosa è certa: è più facile che ne esca una guerra che una pace; di nuovo l'America, e a ruota l'Europa, sbagliano strada, proprio come quando Obama ha ritirato i suoi uomini dall'Iraq: da un gesto pacifista, è uscita fuori l'ISIS. Ovviamente, nessuno vuole ammettere che questi miliardi saranno alla fine gestiti dal reale padrone della Striscia, Hamas, l'organizzazione terrorista che ha causato il disastro di Gaza e che, nonostante le distruzioni e i morti, ne tiene le chiavi. Il mondo, e anche noi, desidera la salvaguardia della popolazione, ma non di Hamas: invece, Abu Mazen e Fatah, il guardiano del tesoro che controllerà il passaggio del denaro e dei materiali da costruzione, sono, e non se ne parla, parte di un governo di coalizione con Hamas, travestito da esecutivo tecnico.
Intanto, comunque dei 5 miliardi uno e mezzo sono doni del Qatar, e questo sarà certo depositato nelle mani di Hamas, che è finanziata e ospitata da quel Paese. Il resto passerà in gran parte per le mani di Fatah, ma è Hamas che regna a Gaza, sue le infrastrutture, gli uffici, le moschee, le strutture militari che saranno ricostruite, e Hamas comprerà altri missili e costruirà nuove gallerie. Nel 2012, dopo Pilastro di Difesa, Gaza ricevette 5 miliardi e 400mila dollari: la quantità di infrastrutture belliche e soprattutto l'infinita rete di gallerie per introdurre terroristi, costruite con quel denaro, disegnano il futuro. I soldi che verranno donati, compresi gli ottanta milioni dell'Italia, probabilmente saranno gestiti dall'OCHA, l'Ufficio dell'ONU per gli affari umanitari, o attraverso l'agenzia dell'Unione Europea Echo e il Pegase, il meccanismo ad hoc per i palestinesi: l'agosto scorso sono versati 31 milioni e seicentomila euro, di cui 23 sono andati a Gaza. L'UNRWA, l'organizzazione per i profughi palestinesi, è uno dei grossi destinatari del denaro: nonostante gli scopi educativi, l'UNRWA è un sistema gigantesco di reclutamento e militanza, i suoi lavoratori appartengono a Hamas e a Fatah, i suoi sistemi educativi sono antisraeliani, le sue strutture, rifugi segreti. L'erogazione regolare di enormi somme è stata giudicata da una commissione dell'Unione Europea stessa "corrotta" e "approssimativa".
I milioni versati per gli impiegati di Fatah sono andati incontrollabilmente anche a uomini di Hamas. Molto denaro è usato per versare stipendi mensili di 3000 o 4000 euro a terroristi nelle carceri palestinesi. In più, le ONG che l'Europa finanzia spesso sono basi di incitamento, e invece di aiutare donne e bambini ne fomentano l'odio. Insomma un quadro che promette guerra, e non pace. Lo stesso per il voto del parlamento Inglese: è triste che la più antica democrazia del mondo tratti così la democrazia più eroica nel mezzo del terremoto mediorientale.
venerdì 21 novembre 2014 22:48:57
Cara Fiamma, non è passato molto tempo da quando Obama ha qualificato ISIS come cancro fra le nazioni, terroristi disumani, da estirpare.------ Evidentemente si sono frapposti interessi contrastanti che gli fanno dire altre cose: a lui ed al suo cagnolino Kerry.------ Al momento è impegnato nel duello con Putin, contro il quale sembra perdente: non pare che gli interessi molto degli ucraini in sé, o di ragioni realmente strategiche, dato che non sono poche centinaia di chilometri di avvicinamento alla Russia a rendere determinanti le postazioni di missili e contro-missili.------ Sembra più una questione di prestigio ed amor proprio, orgoglio: per motivi analoghi c'è stata la guerra dei cento anni fra Inghilterra e Francia, e quella dei trenta anni causata dal “Re Sole”.------- Nella prima delle due, c'è stato l'intermezzo della “peste nera”, che ha dimezzato la popolazione europea.------ Si presume che non ci sarà un ricorso storico con Ebola come protagonista, ma sarà bene che la sezione U.S.A. del “museo degli imbecilli” limiti la sua attività.------- Danni ne hanno già fatti tanti e, purtroppo, li paghiamo anche noi.
talmud.nc , roma
mercoledì 15 ottobre 2014 17:13:17
Il regno unito ha già 'concesso' la sharia alle donne inglesi di fede islamica su territorio britannico. E' la legge delle successioni. Informarsi per credere. L'inizo dell'invasione è già iniziato. Presto l'unico suolo libero sarà Israele...ma per quanto?
Silvio Riva , MILANO - ITALIA
mercoledì 15 ottobre 2014 15:41:14
Cara Fiamma, questo comportamento forse spiega perché in Iraq non ci siano già almeno 300.000 soldati sul terreno, per spazzare via ISIS.----- Sembra che non si vogliano “urtare” i Paesi islamici (soprattutto petroliferi.... anche se, a parole, questi si sono dichiarati nemici dei terroristi, contro i quali hanno però compiuto solo qualche raid aereo “pro forma”), e si consideri CINICAMENTE che contino più di Israele per i LORO INTERESSI.------- Altrimenti IMPORREBBERO il riconoscimento di Israele (ed impegno di pace) in cambio degli enormi aiuti finanziari e del riconoscimento dello Stato palestinese..------- In ogni caso dovremmo svincolarci dalla dipendenza dai Paesi islamici per petrolio e gas (impedendo ricatti e pressioni), ampliando la fornitura russa e degli altri Paesi occidentali (abbandonando contrasti auto-lesionisti come la crisi ucraina).-----I terroristi devono essere isolati, NON INSERITI in TRATTATIIVE !!!, se no continueranno a “coltivare” i loro deliri di onnipotenza.------ Con le conseguenze che stiamo vedendo.
Ferruccio , mantova
mercoledì 15 ottobre 2014 15:36:49
Cosa dire !? " Guardati dagl amici che dai nemici ti guarda Iddio ". Anche durante il nazismo, tutti : america, inghilterra, francia e non ultimo il Vaticano, erano al corrente della sorte degl ebrei d'europa, ma fecero finta di niente, solo a guerra finita fecero finta d'accorgersi di quanto era avvenuto.Fa bene Israele a contare solo su se stesso .