Libri al bando in Scozia: scrittori israeliani vietati
Il Giornale, 5 giugno 2011
Ci sono tanti modi di cancellare qualcuno che odi, con un bazooka, con le bombe, con la delegittimazione, la negazione della dignità della sua esistenza fisica e psichica. La marcia dei vicini in guerra con Israele (palestinesi, siriani, giordani...) preparata per oggi al fine di scavalcarne in massa i confini da ogni parte, come non esistessero, dice una cosa precisa: Israele non c'è. Ne neghiamo l'esistenza. Ed è francamente orrido che a questa affermazione di prepotenza internazionale senza precedenti si accompagni un'altra forma di seppellimento in vita dello Stato Ebraico, quello culturale. Il boicottaggio culturale di Israele è cosa vecchia, anche in Italia la Fiera del Libro di Torino del 2008, le liste di proscrizione delle università di varie città italiane, il blocco di progetti scientifici e artistici comuni, la manifestazione come quella progettata per i prossimi giorni a Milano per cancellare una mostra sulle meraviglie scientifiche di quel Paese, ci hanno allenato. A questo si uni il boicottaggio di merci della Coop e della Conad, poi ritirato.
Queste azioni smodate si chiamano antisemitismo, e come altri potrebbe chiamarsi l'accusa a Israele di apartheid o di pulizia etnica, del tutto priva di fondamento, nel momento in cui ci se ne infischia delle stragi di cristiani nel mondo islamico o delle stragi di massa in Africa, o in questi giorni in Siria e in Yemen.
Ma stavolta, nonostante gli episodi di boicottaggio fioriscano in un clima di beota confusione mentale come quello che ha ispirato i centri sociali al Parco Ruffini di Torino a creare un bersaglio sull'immagine Shimon Peres, un episodio colpisce: ci è toccato immaginarci uno scozzese col suo kilt che si alza una mattina e non sapendo come passare la giornata in assenza del mostro di Lochness, decide di boicottare i libri israeliani. Non solo i cetrioli o i pompelmi, ma i capolavori di Aleph Beth Yehoshua, Amos Oz, David Grossman, magari di Shmuel Yosef Agnon, premio Nobel della letteratura nel 1966. Si, i cittadini scozzesi in vari distretti non potranno più acquistare le edizioni inglesi di libri di autori israeliani. Prima i volenterosi scozzesi partirono, dopo l'operazione Cast Lead in cui Israele si difese dall'attacco di migliaia di missili da Gaza, con il boicottaggio di merci. Poi, insistendo su un punto chiaro, ovvero la proibizione a difendersi, il consiglio regionale del Dunbartonshire Occidentale è passato alla cultura col suo bel rogo di libri, seguito da Dundee che però, dato che il boicottaggio è proibito, si limita a affiggere sui muri manifesti di invito alla cittadinanza al boicottaggio. Il brillante portavoce del Dunbartonshire ha ammesso che Israele è l'unico boicottato, e che non c'è intenzione di occuparsi dell'Iran, o della Siria. Intanto il consigliere regionale James Bollan ha dichiarato che Hamas è un'organizzazione di combattenti per la libertà, e che è eletta con una maggioranza più grande di quella del governo israeliano.
Questa deiezione scozzese, assai prossima a molte espressioni antisraeliane inglesi, dove il motore è un misto di opinione islamista e di perbenismo, non è certo isolata. Restando al boicottaggio culturale e lasciando da parte mille altri segni di ostilità, nel 2006 il più grande sindacato inglese di professori ha escluso i rapporti con accademici israeliani, nel 2009 la Spagna ha chiuso i progetti di ricerca solare con l'Università Israeliana, nel 2010 cinquecento professoroni americani hanno supportato il boicottaggio accademico, Johannesburg nel 2011 ha sospeso le ricerche universitarie sulla purificazione dell'acqua. Brian Eno, Roger Waters, Ken Loach, Jean Luc Godard, Carlos Santana, Elvis Costello, i Pixies, 500 artisti di Montreal, 100 intellettuali norvegesi, 300 irlandesi, tutti questi signori hanno sdottoreggiato, condannato, hanno ritenuto che gli israeliani non siano degni di una loro visita artistica o culturale e che gli debba essere proibito l'accesso… No, non c'è qui estremismo nel ricordare che proprio due giorni or sono il mentore di Ahmadinejad ha dichiarato che è cosa santa uccidere donne e bambini israeliani; non è fuori tema ricordare che i palestinesi marciano verso un riconoscimento unilaterale all'ONU da cui è cancellata la trattativa, come se Israele non esistesse. Non facevano prima i nostri scozzesi a dire che il mentore di Ahmadinejad gli è simpatico piuttosto che boicottare Amos Oz e ignorare Bashar Assad? non farebbero meglio a unirsi alla seconda Flottilla sperando che qualche altro shahid dia il via al treno delle condanne internazionali sempre in corsa; o a unirsi al movimento nuovo della Naksa (non nakba!) che oggi cercherà di penetrare i confini di uno Stato sovrano, bersaglio ormai di tutta la stupidità e di tutta l'aggressività mondiale. Non capite il nesso? Siete fatti per la cultura? Non ci credo.
Beh, io ho cercato di entrare nel sito del west dumbartonshire (notare le minuscole) e mi sono iscritto al forum - se qualcuno fosse interessato, ID : Ub e password : processo. Peccato che non si possano aprire nuovi argomenti - tanto vale rinunciare, no? Comunque, nel sito è specificato che un libro israeliano NON stampato in Israele può circolare; in pratica, un Oz stampato in Italia lo può; la Divina Commedia stampata in Israele no.Si lascia incerto se ciò riguardi solo i libri o anche altre cose.Peccato, la Scozia mi piaceva. Ora mi dovrò fermare al vallo di Adriano.
Ilaria Arri , Rivoli (To), Italy
Non ci sono parole, cara Fiamma, per esprimere il mio sbigottimento.Grazie per l'ascolto, e restiamo in contatto. Solo così potremo fare numero contro l'antisemitismo, e il razzismo imperante.
Daniele Coppin , Napoli
Il boicottaggio dei libri israeliani è odioso sia per le motivazioni sia perchè rivolto nei confronti della cultura che, forse, è l'unico vero ponte di pace tra i popoli.In ogni caso sento di poter rassicurare gli autori dei primi due interventi sul fatto che sono in tanti, non ebrei e non israeliani, che sono dalla parte del popolo ebraico e che, nel loro piccolo, si impegnano a combattere il pregiudizio e la diffamazione.
Fabio , Italia
A me Ahmedinejad fa senso ma non per questo amo Israele...il fatto che ci siano dittature peggiori nel mondo non nobilita o normalizza l'operato di Israele quando porta avanti le esecuzioni mirate o le ritorsioni sui civili palestinesi o quando bloccava gli aiuti umanitari prevedendo un tot di calorie pro capite al giorno per i Palestinesi. Se dico questo non è perchè non vedo il problema del terrorismo, non è che mi schiero "pro palestina" a prescindere o che io stesso mi senta un jihadista. E' che per una persona che crede nello "Stato di diritto", nei giusti processi, nei diritti umani, l'operato di israele pare contrastante con i valori che cerca di difendere proprio con quei comportamenti. E' il modo in cui si portano avanti i propri principi, la coerenza con questi che fa di uno Stato che si dice democratico uno Stato REALMENTE democratico. Di eserciti che si dicono "popolari", "di liberazione", "della liberta'",etc è piena l'africa e il mondo, che lo siano effettivamente questo è un altro discorso. Se a questo aggiungiamo che Israele è la "vittima" per antonomasia e che dunque è esente da dover giustificare OGGI il suo modo di agire e che alla prima critica che si fa ai suoi governanti questi gridano all"ANTISEMITISMO" come il bambino grida "VOGLIO LA MAMMA" quando viene scoperto a far qualcosa che non deve, beh, che dire, alla fine non ci si può stupire che l'esasperazione del fatto di nn poter fare nè dire nulla riguardo il macello che si sta consumando li da decenni ormai, porti poi a queste reazioni sciocche anch'esse.
Marianna Segal , Milano Israliana
è ancora più grave che nessun paese esce contro queste manifestazioni definendole per quello che sono. e come residente in Italia, sono preoccupata anche del modo in cui vengono descritte le azioni dei militari israliani, vedi rai news 24 ore, che adirittura hanno un comentatore arabo che legge e traduce i giornali arabi.
Amichai Herskovits , Roma/Tel Aviv
Periodicamente, durante tutta la storia del popolo ebraico, qualche emulo del Faraone cerca di distruggerci NEL PIU' COMPLETO E COMPLICE SILENZIO/ASSENSO del consesso delle nazioni, salvo, e non sempre, qualche recriminazione a ciò, postuma sulla tomba degli Ebrei innocenti trucidati.E' successo con i giochi circansi (nei quali veniovano trucidati insieme Ebreio e Cristiani) dei Romani, le Crociate, le persecuzioni Medioevali in tutta Europa, l'Inquisizione, i Pogrom, l'Olocausto. La questione è:QUANTO CI VORRA' PER OTTENERE IL PROSSIMO RICONOSCIMENTO POSTUMO, QUANTO TEMPO E QUANTI MORTI?Ami