Fiamma Nirenstein Blog

"Lecito il sesso con la figlia". Anche in Turchia la donna è il problema dell'islam

domenica 10 gennaio 2016 Il Giornale 7 commenti
Il Giornale, 10 gennaio 2016

Nel suo famosissimo libro intitolato "What went wrong" (Che cosa è andato storto) il maggiore storico del Medio Oriente, Bernard Lewis, scrive "..il maggior colpevole (del mancato sviluppo) sta nell'aver relegato la donna in posizione di inferiorità, ciò che priva il mondo islamico dei talenti e delle energie di metà del suo popolo e condanna l'altra metà a essere allevata da madri illetterate e oppresse. Da qui nasce una popolazione arrogante o sottomessa e non adatta a una società libera e aperta". Cioè: la questione delle donne è quella dell'Islam stesso. Senza affrontarla non riuscirà mai a produrre uno sviluppo sociale pari ai bisogni della sua immensa popolazione.

Ci sono vari livelli di oppressione e di abuso, legislazioni diverse, movimenti che vi si contrappongono. C'è il tentativo tunisino di promuovere una legislazione migliore per le donne e certamente fa parte dell'oscurità medievale più profonda la fatwa subito rinnegata dal Diyanet, ovvero il Consiglio per gli affari religiosi turco, apparsa sul suo sito e poi cancellata. Era la risposta a un utente anonimo che chiedeva se il vincolo del matrimonio venga infranto dal desiderio sessuale nei confronti della figlia e trovava alla domanda repugnante una risposta altrettanto repugnante: un parere diceva che "comunque la figlia non deve aver meno di nove anni".

Ci sono state molte proteste, ma è l'estremo di una filosofia per cui lo stesso Diyenet con un'altra fatwa definiva sconveniente che le coppie non sposate si tengano per mano, convivano o passino del tempo da sole: sessuofobia condita di pruriginoso, minuto interventismo che fa delle donna un burattino e che nella nostra cultura, che pure ha avuto gli stessi problemi, è stata superata con secoli di battaglie di libertà. Si potrebbero elencare le differenze per legislazione ma la marea di pregiudizio è più forte: l'Egitto, Paese moderato, è il primo nella lista dell'oppressione femminile della Thomson Reuters Foundation. In questi giorni si discute sulla possibilità di convivenza con il mondo dei maschi musulmani dopo i fatti di Colonia (dove ormai sono 379 le denunce) che adesso cominciano a apparire come l'inizio di una rivelazione epocale (è di questi giorni la denuncia di decine di giovani svedesi e finlandesi aggredite sessualmente da immigrati). Da tempo avremmo dovuto fare del disprezzo per la donna un tema centrale della possibilità di incontro fra culture diverse, anche negli aspetti più conturbanti: per esempio l'uso delle donne yatzide come schiave con la complicità delle kapò- mogli dell'Isis è stata letta come un'orribile bizzarria, anche se i protagonisti ce la spiegavano con dovizia di fatwe.

Precetti ignorati dai più, ma aleggianti anche quando non praticati. Così si ignora da anni la crescita del delitto d'onore quando una ragazza dà segni di "occidentalizzazione"; si ignorano le botte, il velo, la depressione della donna islamica. E' vero:la dottrina del Profeta al momento migliorò la condizione femminile: allora i pagani bruciavano i neonati non desiderati, e questo fu proibito; fu dato alla donna il diritto di ereditare e di possedere proprietà. Ma oggi invece l'Afghanistan, il Pakistan, l'Iran, l'Arabia Saudita e anche gli Stati moderati e la Giordania hanno legislazioni che riflettono la diseguaglianza femminile stabilita nelle scritture dell'Islam, la sua testimonianza vale la metà di quella di un uomo, il maschio è il capo.

L'idea che la donna sia fonte del peccato la rende oggetto di fantasie perverse e aggressive. In Pakistan una donna deve provare di essere stata stuprata con quattro testimoni maschi adulti di "impeccabile" carattere. L'età in cui una ragazza si può dare in moglie tocca l'infanzia: le famose foto matrimoniali che a Gaza mostravano una processione di adulti con spose bambine in vestito bianco è rimasta quasi oggetto di curiosità etnica, e con comprensione etnica talora rispondono i giudici europei al delitto d'onore.

Gli orrori raccolti sulla condizione della donna spiegano il perché della violenza a Colonia: le donne fuori la sera al buio, vestite come pare a loro, da sole o in compagnia secondo una scelta personale suscitano disprezzo religioso, morale, sociale, appaiono sgualdrine che si meritano il male e suscitano fantasie. Come fermare tutto questo? In Norvegia provano con dei corsi di rispetto per le donne, piccola arma contro i millenni.

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luisito , italia
 domenica 21 febbraio 2016  15:26:01

credo che se la Turchia continuerà su questa strada, assisteremo ad un colpo di stato militare che riporterà quella Nazione entro i parametri stabiliti da Kemal Ataturk



Piero Sammut , Southampton Inghilterra
 lunedì 11 gennaio 2016  17:31:08

Aisha aveva 9 anni quando Maometto la sposo` " tutte le donne e bambini che Maometto sposo` erano per "protezione".Allah gli diede l`auditor di avere la relazione sessuale . Infatti Aisha disse che Allah sempre diede a Maometto tutto quello che desiderava. E cosi` si continua l`affare di bambini di 9 anni.



francesca bosi , italia
 lunedì 11 gennaio 2016  13:46:30

In Giordani, come in altri paesi islamici, vige tutt'ora il delitto d'onore. C'è un carcere speciale che offre "rifugio" alle donne che hanno rischiato la vita perché qualcuno della famiglia pensava che si fossero disonorate (basta uno sguardo, o una calunnia di qualche invidioso). Quindi le donne (innocenti) vivono in carcere e i loro famigliari (aguzzini e potenziali killer) vivono in libertà.



Giovanni Ciraolo , Roma/Italia
 domenica 10 gennaio 2016  19:43:05

L'affermazione di quest'ultimo articolo secondo la quale anche la legislazione giordana sia fortemente contraria ai diritti delle donne mi lascia molto perplesso: non credo sia comprovabile. A volte si commentano delle notizie insopportabili e l'emotività o l'indignazione verso qualcosa che è accaduto fanno estendere un giudizio di condanna ad interi paesi. Non approvo questo fatto. La conoscenza del mondo arabo e indiano da parte occidentale è talvolta insufficiente; eppure a Parigi c'è un bellissimo Istituto del mondo arabo! Personalmente ho viaggiato in Marocco e constatato come le donne di quel paese abituato da sempre alla convivenza si costeggino nelle loro varie appartenenze e costumi senza particolari problemi. Può diventare un errore ragionare per masse umane illetterate e non per popoli: ne può risultare l'abbattimento e l'incomprensione delle culture. Ci sono tradizioni da sradicare in quanto umiliano la libertà della donna: ma vedere il mondo musulmano come genericamente compulsivo nella sua arretratezza non porta a grandi risultati. La fretta porta cattivi consigli ed a questo punto ci si potrebbe chiedere: da dove parte la diplomazia se il terreno tracciato intorno ad essa risulta già a priori annerito?



talmud , roma
 domenica 10 gennaio 2016  16:44:06

Per favore non citare la norvegia. Un paese senza ironia e senza la concezione del tragico. Un nazista qualche anno fa ha ucciso decine di giovani e ora vive in un appartamento in rieducazione sociale, presto in semi libertà vigilata. I Norvegesi lo definiscono pazzo lui invece afferma di essere sano e di non essersi pentito per quello che ha fatto. Questa è l'Europa. E le femminste di sinistra italiane sono le prime a difendere la 'diversità' delle tradizioni islamiche. Chi non rammenta le nostre cuffaro, alpi, gruber, goracci chadorizzate per compiacere l'alterità dei fratelli islamici? Saluti.



Mara , Bologna
 domenica 10 gennaio 2016  15:51:00

Grazie, carissima Fiamma, per l'importante articolo.In quanti dovrebbero leggerlo!



giuseppe casarini , binasco (MI)
 domenica 10 gennaio 2016  12:23:53

Analisi lucida e brillante..complimentishalomggc



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