LE PAROLE DI ROGER WATERS DURANTE UN CONCERTO, MENTRE CONTINUANO A PI OVERE MISSILI SU SDEROT « Israeliani, buttate giù il muro»
sabato 24 giugno 2006 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
GERUSALEMME
La direzione è la pace, o una guerra ancora più aspra? La visione del futuro
è disturbata da fate morgane e rumori di fondo. Nella serata di giovedì , la
stessa dei baci fra Olmert e Abu Mazen, l’ autostrada da Gerusalemme a Tel
Aviv, principale arteria del Paese, è rimasta bloccata per ore da una coda
di auto diretta al kibbutz di Neve Shalom, centro permanente di iniziative
pacifiste dove arabi e israeliani convivono.
Una folla di almeno cinquantamila persone si è rovesciata sul prato in cui
era stato allestito il concerto di Roger Waters, l’ ultrasessantenne
superstite dei Pink Floyd, che fra una canzone e l’ altra ha raccontato alla
folla di quando, a 17 anni, ha vissuto presso una famiglia libanese: « Mi
ospitarono a Beirut, e questo ha cambiato la mia vita» , ha detto
misteriosamente. E poi per spiegarsi ha aggiunto: « Occorre che questa
generazione di israeliani vada a buttar giù il muro (ovvero il recinto di
separazione ndr) e faccia pace con i vicini» . Non ha aggiunto che sarebbe
benvenuta una generazione di palestinesi senza cinture di tritolo e senza
Kassam, ma la folla ha applaudito comunque; poco lontano, approfittando
della distrazione di Waters, Hamas aveva in preparazione tre Kassam, che
sarebbero poi piovuti, di nuovo, sulla cittadina di Sderot.
E sempre ieri, a seguito dell’ abbraccio fra Olmert e Abu Mazen, una
dichiarazione ufficiale di Hamas stabiliva che era « bizzarro e peculiare»
che il presidente dei palestinesi incontrasse « il rappresentante dell’ entità
sionista» proprio in tempi di così duro scontro. L’ attacco di Hamas -
attraverso il portavoce Salah Bardawi - è stato poi esteso al re Abdullah di
Giordania, sempre per aver ospitato i cittadini della medesima « entità » .
Nel frattempo, tuttavia, Hamas conduce colloqui con Abu Mazen, e ambedue
sembrano sperare in una tregua che eviti il referendum del 26 luglio. Hamas
sa che in questo momento il mondo ha messo in mano a Abu Mazen molte carte
in grado di restituire i mezzi di sopravvivenza alla popolazione, e sentono
che è cresciuto nella considerazione popolare. Abbas, da parte sua, ha
seguitato a chiedere che si ponga fine al lancio dei Kassam, ma non ci
riuscirà senza l’ uso delle milizie del Fatah.
Al momento i gruppi armati sono impegnati in uno scontro di potere, e non
appaiono interessati alle richieste di Israele per riprendere i negoziati.
Le intenzioni del presidente dell’ Autorità Palestinese e del Premier
israeliano sarebbero di andare a un incontro formale fra tre settimane.
Olmert non vuole rischiare di uscirne soltanto con chiacchere destinate a
essere vanificate dal governo di Hamas. Il desiderio del governo israeliano
sembra quello di rinunciare al piano del ritiro unilaterale, dato che sia
gli Usa che l’ Europa chiedono la trattativa; d’ altra parte Olmert non vuole
vincolarsi a trattative inconcludenti con Abu Mazen. Il ministro della
difesa Amir Peretz, in ogni caso, sta già trattando le compensazioni per i
settler del West Bank che dovrebbero essere evacuati: visto cos’ è accaduto a
Gaza per sgomberare 8000 persone, Israele non vuole rischiare un dramma
almeno grande dieci volte tanto.
E come combattere i Kassam, nel frattempo? Non aiutano, nel formulare una
risposta, gli errori delle Forze Armate che hanno causato nelle ultime tre
settimane la morte di tredici civili nel corso di operazioni antiterrorismo.
Anche se sembra appurato che l’ uccisione della famiglia Galia non sia stata
provocata da Israele, anche se Olmert si è scusato varie volte per le
vittime civili, pesa sull’ areonautica la questione del perchè tanti errori
in così poco tempo, e se le eliminazioni mirate restino una buona arma. Al
momento gli esperti sostengono che per fermare i Kassam ci sono tre modi: il
bombardamento dei territori aperti dove si posizionano i lanciarazzi, ma
dopo l’ episodio della spiaggia, l’ artiglieria è stata bloccata; l’ ingresso
di truppe di terra dentro Gaza, ma questo porterebbe a un numero molto
maggiore di perdite sia fra palestinesi che israeliani e a guai politici che
Olmert vuole evitare; l’ uso dei missili su obiettivi precisi e strategici
azionati con il telecomando dagli aerei, ma che oggi si ritiene una
possibile causa di errori. Di fatto, i missili terra-aria sono rimasti
l’ unico strumento contro i Kassam, che seguitano a fare di Sderot una città
disperata. Il capo di stato maggiore ha nel frattempo ordinato un’ inchiesta
sulle cause degli errori, e Peretz ha chiesto di sospendere ogni azione se
ci sono civili nei dintorni. Roger Waters sarà soddisfatto?