Le nostre piazze a lezione di democrazia da Israele

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Il Giornale, 14 gennaio 2009
Perché scendere in Piazza per Israele? Perché la piazza italiana nei secoli, si è disegnata, dalla sua genesi nel suo sviluppo, sulla cultura che ha portato alla democrazia. La nostra piazza, quella dei Comuni, non può diventare proprietà privata del più volgare dissenso, dell’esaltazione totalitaria e minacciosa, quello che brucia le bandiere; che grida e perfino prega in onore di Hamas, un’organizzazione terrorista e antisemita; le nostre piazze non hanno la funzione di intimidire, ma di incoraggiare. Devono aprire, non chiudere. C’è, da noi, una parte che odia e minaccia, che disegna svastiche sulla Stella di David, che si allea con chi promette di uccidere fino all’ultimo ebreo e mira con i razzi sui civili innocenti; c’è chi boicotta i negozi, i prodotti degli ebrei. Sarà interessante vedere se sono pronti a boicottare anche il vaccino di Salk, l’insulina, le vitamine, la streptomicina, le scoperte sul Dna dei premio Nobel israeliani Ciechanover e Hershko, o l’irrigazione a goccia, o persino Icq, la prima chat. In questi giorni le nostre piazze sono servite a maledire l’unica democrazia del Mediorente, un Paese da cui neppure in questi giorni è uscita una sola parola d’odio, che ha attaccato solo quando Hamas ha rifiutato la tregua e sparato 100 missili in una notte dopo sette anni di incredibile pazienza. La criminalizzazione ha preso toni selvaggi, le evidenti ragioni di autodifesa sono state seppellite sotto l’accusa, consueta per gli ebrei, di una gratuita sete di sangue. La realtà di Hamas, antisemita, dittatoriale, assassina dei suoi, sfruttatrice di donne e bambini fino alla morte di massa, è stata avvolta in una nebbia grigia: sono rimasti solo gli ebrei, criminalizzati. Noi dunque andremo in piazza a favore di Israele, manifesteremo oggi alle 18,30 nella piazza della democrazia per antonomasia, quella di Montecitorio, e lo faremo senza minacciare, senza offendere nessuno, senza urlare slogan assassini, senza bruciare la bandiera palestinese, che speriamo abbia migliori destini di quella riservatagli da Hamas che in realtà la brucia giorno dopo giorno distruggendo la causa palestinese.
Quando diciamo in piazza per la libertà e contro il terrorismo, è chiaro che difendiamo noi stessi insieme a Israele. Nella guerra che ormai si svolge da 18 giorni, la questione territoriale non ha nessuna parte: ai palestinesi Gaza era già stata consegnata. La loro land for peace, la terra in cambio di pace, è stata trasformata in una rampa per missili. Anche al tempo di Barak e Arafat, la terra era stata offerta, e Arafat rifiutò lanciando l’Intifada del terrorismo suicida. Appunto, delle Moschee. La questione palestinese ci è cambiata sotto gli occhi da quando è diventata preda dello scontro religioso, e allora nel 2000, lo spirito di Bin Laden aleggiava col suo bando contro i crociati e gli ebrei. Poi, è entrato in scena anche l’Iran sciita e Hamas, benché sunnita, lo ha seguito insieme alla Siria e agli Hezbollah. Un grande, nuovo schieramento che vede tutti noi democratici, ebrei, cristiani, lancia, come nemici. Nel 2005, l’Iran lanciava un’offensiva egemonica molto potente, e Hamas cacciava Fatah, dalla striscia eliminandola fisicamente. La scomparsa di Arafat riapriva dentro Fatah una prospettiva moderata, invisa all’asse del terrore. Questa stessa asse agisce in tutto come Hamas: usa la legge della Sharia, che punisce con la morte adultere e omosessuali, giustizia sommariamente chi non è suo complice, indottrina i bambini. Odia ogni componente mussulmana moderata, da guerra aperta all’atteggiamento prudente di Abu Mazen, di Mubarak, della Giordania, dei Sauditi, conculca la libertà del Libano. Come del resto è accaduto al tempo di Campo David, non basta offrire la pace per ottenerla, non basta auspicare il dialogo. E se si è costretti alla guerra per restare vivi, e per difendere la propria sovranità, e la si vuole combattere in modo legale, un vasto universo di terrorismo invece disprezza tutte le regole che il nostro mondo ha faticosamente iscritto nella convenzione di Ginevra, usa masse di scudi umani: le regole non funzionano più. Una scuola, resta una scuola quando è piena di dinamite e si spara dalle sue finestre? Un ospedale? una casa di abitazione?.
Sì, c’è sproporzione nel conflitto arabo israeliano: è un Paese di 6 milioni di abitanti che non odia nessuno, piccolissimo a fronte di 22 paesi arabi con più di 300 milioni di abitanti che tentano dal 1948 di liberarsi di lui; e vicino l’Iran, e più oltre i mujahidin di più lontane latitudini che lo odiano. Certo, sproporzione: ha avuto 1500 cittadini uccidi in tre anni in attentati terroristi a civili. Sproporzione perché ad ogni sirena si mobilita una solidarietà che non lascerà, mai indietro né una donna né un bambino. Che faremmo noi al posto di Israele, ciascuno nella sua casa, nella sua città, con i figli a scuola, i nostri cari al lavoro se venissimo bombardati senza tregua? Rimarremmo saldi, avremmo resistito? Fuggiremmo? O reagendo invece preferiremmo salvare le vite degli scudi umani e rischiare quella dei nostri figli? E’ un dilemma che Israele un Paese democratico alle prese col Mediorente, affronta per tutti noi. Per questo merita una civile piazza democratica che lo sostenga e guardi con esso a un futuro di pace.
La manifestazione è indetta dall’associazione parlamentare di amicizia Italia Israele. Piazza Montecitorio, ore 18,30. Maratona oratoria. Prego vedere le adesioni sul mio sito www.fiammanirenstein.com
Our Public Sqaures to Democratic Lessons From Israel
Il Giornale, 14 January 2009
Why go to the public square for Israel? Because the Italian square throughout centuries has been designed from its genesis and development on a culture that has brought to democracy. Our public squares, that of our cities, cannot become the private property of the most vulgar dissent, of the totalitarian and threatening exaltation, for which people burn flags, yell and even pray in Hamas' honor, an anti-Semitic terrorist organization. The function of our public squares is not that of intimidating, but of encouraging. They must open; not close. There is, from us, a part that hates and threatens, that draws Swastikas on the Star of David, and which unites with those who promise to kill until the last Jew and aim rockets on innocent civilians. In addition, there are those who boycott not only Jewish stores, but also any products produced by Jews. It will be interesting to see if they are ready to also boycott the Salk vaccine, the insulin, the vitamins, the streptomycin, and the discoveries on the DNA of the Israeli Novel Prize-winners Ciechanover and Hershko, or the water irrigations or even the Icq, the first chat as well. In these days our public squares have served to curse the only democracy in the Middle East, a country from which not even in these days has exited one word of hate and that initiated a defensive war only when Hamas refused a ceasefire and fired 100 missiles in one night after eight years of patience. The criminalization of Israel, however, has taken savage tones. The evident reasons of Israel's self-defense have been buried under the accusation – familiar for the Jews - of a gratuitous thirst for blood. The reality of Hamas, which is anti-Semitic, dictatorial and assassinates its own people by exploiting its women and children to mass death, has been covered in a grey fog: only the Jews have remained criminalized. We, therefore, will go to the public square in Israel's favor, we will protest today at 6:30 in the public square of Montecitorio, which is a quintessential symbol of democracy and we will do so without threats, without offending anyone, without yelling murderous slogans and without burning the Palestinian flag, to which we wish a better destiny than that reserved for it by Hamas, which in reality, day after day, burns it destroying thus the Palestinian cause.
When we speak in the public square for liberty and against terrorism, it is clear that we defend ourselves together with Israel. In the war that is by now underway for almost three weeks, territorial questions play no part: to the Palestinians in Gaza that was already handed over. Their "land for peace" has been transformed into a launching pad for missiles inside Israel. Also during the time of Barak and Arafat, land was offered and Arafat refused launching the Intifada of suicide terrorism. The Palestinian question has changed under our eyes from when it became the prey of the greater religious clash, and then in 2000, Bin Laden's spirit blew with his gang against the Crusades and the Jews. Subsequently, we saw entering on the scene also Shiite Iran, followed together with its proxies Syria, Hezbollah and Hamas, although Sunni. A great, new deployment that see all us Democrats, Jews and Christians, as the enemy.
In 2005, Iran launched a very powerful hegemonic offensive, and Hamas drove out Fatah from Gaza - eliminating it physically from the area. Arafat's death reopened inside Fatah a moderate prospective, which was unpopular to the axis of terror. This same axis works within Hamas: using Sharia Law, which punishes with death adulterers and homosexuals and uses a crude justice against anyone who is not its accomplice, as well as indoctrinates children. It hates any moderate Muslim component, from open war to the prudent behaviors of Abu Mazen, of Mubarak, of Jordan, of the Saudis, and stifles the liberty and freedom of Lebanon. As happened at the time of Camp David, it's not enough to offer peace in order to obtain it. It's not enough to hope for dialogue. And if one is forced to wage war in order to remain alive and to defend its sovereignty, and it wants to fight in a legal manner, a vast universe of terrorism instead scorns all the rules that our world has toiled to inscribe in the Geneva Convention, using its masses as Human Shields: the rules no longer function. Does a school remains a school when it is full of dynamite and shoots from its windows? Does it remain either a hospital or a even a home?
Yes, there is disproportion in the Arab-Israel conflict: Israel is a country of 6 million inhabitants that doesn't hate anyone. It's very small in front of the 22 Arab states with more than 300 million inhabitants, whom have attempted since 1948 to liberate themselves from it, and near is Iran plus the numerous mujaheedan of the farthest latitudes that hate it. Sure it's disproportionate: Israel has seen 1500 of its citizens – civilians moreover – killed in terrorist attacks within five years. Disproportionate because with every siren they mobilize a solidarity that will not allow them to give up – never behind is left neither a woman nor a child. What would we do us in Israel's place, each in his house, in his city, with children at school and our loved ones at work if we came to be bombed day in and day out? Would we remain strong and would we have resisted? Would we have fled? Or in reacting against terrorism would we prefer to save the lives of those used as human shields at the expense of risking that of our own children? It is a dilemma that Israel, a democratic country in the Middle East, confronts for all of us. For this reason, Israel is worth it for a civil democratic square that supports it and looks upon a future of peace alongside it.
gentile sig.ra,continuo a seguirla con attenzione condividendo le sue analisi.Stamane ha fatto una relazione sul presidente americano uscente sulla emittente la7 veramente serena pacata ed intelligente nonostante le provocazioni di Ferrero.Continui purele sue battaglie democratiche e la ricerca di una verità che è sempre relativa.La seguirò sempre Con stima dott.Buffone Carmine
Simone , Italia- Massa Carrara
Ho letto che alla manifestazione sono intervenute circa 500 persone.
Stefano Cattaneo , Milano Italia
Ormai non si può più essere neutrali:O si sta con Israele, con la democrazia, con le donne islamiche e no dai diritti negati, con la resistenza iraniana, coi curdi con tutti i popoli oppressi, con gli ultimi.Oppure si sta con hamas.(ed a questo proposito:Sosteniamo la seconda iniziativa per la pace e la vicinanza a Israele che la Comunità Ebraica Milanese e L'Associazione Amici d'Israele sta allestendo:Mercoledì 21 Gennaio 2009 alle 18.15 in Piazza San Carlo -Corso Vittorio Emanuele, a Milano
Marisa Cacialli , Prato / Italia
Cara Fiamma Nirenstein, ieri sera alla trasmissione di Santoro sono passata da momenti di estremo sdegno per come è stata presentato il conflitto di Gaza, tutto dalla parte di Hamas, tutto dalla parte dei Palestinesi (pur commossa e addolarata dalla sorte dei tanti civili uccisi e feriti) di quei Civili che sono usati da scudo umano da Hamas, poi finalmente lo sdegno, la protesta forte con l'abbandono della trasmissione da parte di Lucia Annunziata, della quale ho condiviso ed ammirato il coraggio e l'onestà intellettuale con cui si è ribellata a quella scandalosa trasmissione.Con tutta la mia solidarietàMarisa Cacialli
Luigi Ramunno , Tramutola / Italia
(continua)di estremisti. E non venite colle solite argomentazioni sull’antisemitismo, sull’uso dei civili come scudi umani, sul facile pacifismo da strada, sulla precisione delle armi impiegate, etc. etc. etc., perché per capire quale possa essere il risultato di buttare bombe su un’area densamente popolata non occorre essere dei grandi intellettuali o abili strateghi: è sotto gli occhi di tutti e parla da solo.Complimenti del risultato (peraltro già ottenuto in Libano) ed alla faccia della democrazia! Un consiglio: perché voi politici, invece di affannarvi a parteggiare per l’una o l’altra parte, prima di uscire da casa la mattina, non guardate in faccia i vostri figli (se ne avete) cercando di immedesimarvi in chi li ha persi in un attentato o in un bombardamento e non lavorate seriamente a chiedere una pace equa e giusta tra le parti, iniziando, magari col manifestare non il consenso ad una guerra sbagliata, ma chiedendo la sola cosa che umanamente in questo momento servirebbe e cioè uno stop immediato alle ostilità?Credo che sarebbe più utile, poiché una soluzione al problema non può essere quella di sparare sul mucchio, ma solo quella politica. Dopotutto, non è vero che “chi salva una vita, salva il mondo intero” ? Luigi.
Luigi Ramunno , Tramutola / Italia
Le nostre piazze a lezione di democrazia da Israele”,“Con Israele, per la libertà, contro il terrorismo ………..”,“Dopo 8 anni di attacchi missilistici e il rifiuto da parte di Hamas di rinnovare la tregua, …….”Certo in otto anni ne sono piovuti di missili sul territorio israeliano per colpa dei terroristi di Hamas. Senza parlare degli attacchi suicidi opera di pazzi fanatici.Che tali azioni siano terroristiche siamo TUTTI d’accordo. Ma chiedo a voi, ricordate quanti omicidi mirati l’esercito israeliano ha compiuto negli stessi 8 anni ? Avete tenuto il conto di quanti civili palestinesi sono morti o sono rimasti mutilati durante tali azioni? E durante le sassaiole contro i carri armati dell’esercito israeliano? Avete portato il conto di quante case sono state demolite per rappresaglia e di quanti terreni coltivati da povere famiglie contadine sono stati espropriati con la forza per costruirvi colonie o muri?Ma soprattutto, avete ben presente QUANTA GENTE INNOCENTE Israele ha finora ucciso con una guerra che sta’, oltretutto, provocando la morte ed il ferimento di tantissimi BAMBINI ( ad oggi più di 350!)Come padre di famiglia non posso tollerare né pazzi fanatici ed omicidi che lanciano missili su civili inermi o si fanno esplodere in mezzo la gente, né, soprattutto, giustificare uno STATO che, vantandosi della sua democrazia, si macchia dell’assassinio di poveri bimbi.Mi dispiace: la posizione di chiunque (e sottolineo chiunque) prema il grilletto provocando la morte di creature innocenti, è indifendibile, aldilà di qualunque ragione e, se non ve ne siete ancora accorti, non ha un bel nulla di democratico !Mi chiedo allora con quale coraggio si possa scendere in piazza a sostenere e giustificare le ragioni di una guerra che sta’ spezzando tante piccole vite, senza pensare che un misfatto così grande, perpetrato su una società intera, non avrà altro effetto che generare nuovi cicli di lutti e vendette ed una nuova gener
Valerio , Roma
Un futuro di pace illuminato dal fosforo bianco, che bello!
Francesco Spagna , Padova
Ah, oggi è davvero una giornata perfetta per scendere nuovamente in piazza ed esprimere tutta la nostra solidarietà al governo israeliano: alle 8.16 del mattino, 14 razzi hanno colpito Israele, fortunatamente senza vittime. Alle 8.25 la nave proveniente da Cipro con gli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza è stata respinta dalla marina israeliana. Ore 9.21: violenti combattimenti nelle strade di Gaza City. 9.33: la BBC riporta di spari contro donne palestinesi in fuga. 10.33: colpita dall'artiglieria isreliana, con proiettili al fosforo bianco, la sede ONU per i rifugiati, due dipendenti ONU feriti. 10.38: colpito il palazzo della stampa estera a Gaza. 11.09: colpiti ospedale e sede della Mezzaluna Rossa a Gaza, un'intera ala dell'ospedale va in fiamme. 11.26: Angela Merkel e Gordon Brown si dichiarano "scioccati" per la crisi umanitaria a Gaza. 11.28: il segretario ONU Ban Ki-Moon si dichara "indignato" per l'attacco alla sede UNRWA e considera il bilancio delle vittime civili "insopportabile". 11.55: la Grecia protesta per il blocco della nave con gli aiuti...Ma che aspettiamo a manifestare?
jochanan , italia
sto guardando e ascoltando da radio radicale il suo intervento di ieri sera davanti a Montecitorio. Bellissimo e commovente. Bisognerebbe che ognuno di noi nel suo ambito cominciasse a dire i fatti come stanno su Israele, senza tacere subendo col silenzio l' alluvione di propaganda estremista.
eleonora , italia
C'ero e l'ho vista là sul palco commossa ed emozionata. Una bella prova di democrazia e una bella dimostrazione di cosa sia davvero la ricerca della pace.Grazie