LE MINACCE DI OSAMA BIN LADEN LA BOMBA E IL GIUBILEO
venerdì 17 dicembre 1999 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
NON è il caso di minimizzare, come fa il Vaticano, e come noi
italiani in
genere tendiamo a fare in cuor nostro, il rischio del terrorismo
islamico
nel nostro Paese per la scadenza di fine Millenio, in particolare per
l’ apertura del Giubileo. Il simbolo è tutto occidentale e cristiano,
l’ occasione è ghiotta, per Osama Bin Laden. E non è solo: con lui, la
vasta
internazionale del crimine con cui tesse piani contro gli americani,
gli
ebrei, gli occidentali corrotti, e che dimora in casa talebani, in
Afghanistan, ma anche dei « moderati» Paesi del Golfo, nelle banche
del
Dubai, in Sudan e in Iran, in Pakistan e nel Libano degli hezbollah e
in
Siria... L’ arresto in Giordania di 13 terroristi di Bin Laden
(giordani,
iracheni, algerini, tutti addestrati in Afghanistan) che progettavano
attentati in occasione del Giubileo, da Roma a Gerusalemme, conferma
che
sempre ticchetta un’ aggressività a largo raggio pronta a scoppiare in
ogni
occasione e a servirsi di ogni arma comprese quelle biologiche e
chimiche.
Nel gennaio scorso Clinton denunciò questo pericolo, annunciando
anche il
finanziamento di 2 miliardi e 800 milioni di dollari per combattere
l’ uso di
armi non convenzionali.
Il terrorismo globale noi italiani l’ abbiamo volentieri esorcizzato
fin dai
tempi in cui a casa nostra fu compiuta la strage di Fiumicino mentre
ci
credevamo immuni dal terrorismo internazionale solo perché cercavamo
di
placarlo con inutili accordi sotterranei. Inoltre la jihad di Bin
Laden e
dei suoi amici, nonostante tenga di mira essenzialmente americani ed
ebrei,
pure colpisce dov’ è più facile: le ambasciate di Nairobi e di Dar es
Salaam,
nella cui esplosione persero la vita 224 persone, non sono roccaforti
del
potere yankee. Erano però situate in luoghi abbastanza mal guardati
perché
l’ equilibrio costi-rischi risultasse conveniente. In quest’ ottica del
simbolico ma non troppo pericoloso, Bin Laden non attaccherà certo
West
Point: la cristianità per Bin Laden altro non è che il miglior
bastione
ideologico dell’ Occidente infedele e tanto potrebbe bastargli.
Scrupoli Bin
Laden non ne ha nessuno; quattrini per comprare anime e armi, tanti.
Il
nostro Paese, stavolta minacciato direttamente, dovrebbe dirci in
forma
ufficiale che ne pensa; dare cioè correttamente conto al pubblico
della
partecipazione italiana alla caccia per fermare Bin Laden, seduto in
mezzo
alla sua fortezza di missili, di antrace, e persino di pezzi di bomba
atomica mentre lavora per la nostra distruzione, tutto vestito di
bianco,
con gli occhi rivolti al cielo.