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Le fake news che aiutano i terroristi

sabato 2 agosto 2025 Il Giornale 1 commento
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Il Giornale, 02 agosto 2025
 
Gli aiuti piovono su Gaza in tonnellate di pacchi preparati in Europa, in Egitto, in Giordania. Witkoff visita e controlla i centri di distribuzione, e verifica che di fatto gli americani distribuiscono milioni di pasti. È una gara che non cambierà niente sul terreno. Gaza resta all’opinione di Sinwar quando disse che aveva bisogno di un milione di vittime fra i suoi, per accusare Israele di genocidio. Genocidio? Nel 1967 i gazawi erano 350mila e ora sono 2 milioni e mezzo, è difficile immaginare che qui ci sia stato un genocidio. Anzi, Israele riponeva grandi speranze su Gaza quando la sgomberò di 9000 israeliani disperati perché vivesse, Stato palestinese, al suo fianco di agricoltura e tecnologia... e si ritrovò un assedio continuo e migliaia di chilometri di gallerie, sponsor il Qatar e l’Iran. Adesso mentre Israele si affanna a ripetere quanto cibo e quanti aiuti umanitari abbia fornito, si deve ammettere che è vero: parole dell’ONU, parole di veritas. Da maggio 2010 camion di aiuti sono stati depredati di 1.753 unità, ovvero dell’87 per cento. Da 27.434 tonnellate di cibo, Hamas se ne è rubata 23.353. Si vede a occhio nudo, filmati che ogni giorno mostrano lo scontro fra la gente che cerca di portarsi a casa il cibo e terroristi armati che sparano, e certo quando l’esercito spara non lo fa contro la gente, ma contro gli armati minacciosi.
 
Ma i media cercano un colpevole che corrisponda ai suoi pregiudizi, insomma che sia un “suprematista bianco e preferibilmente ebreo, un oppressore, contro di un popolo oppresso”. Le bugie, si dice, hanno le gambe corte, ma le hanno lunghe quanto i chilometri dell’equatore e avvolgono il mondo quando l’ideologia prende il posto della ragione. Non solo la campagna poi smentita dal New York Times sul povero bambino Mohammed al Ma’touk che non soffriva di malnutrizione ma di una terribile malattia genetica non riesca a emergere alla luce della verità, ma intanto se ne accumulano ancora e ancora, in cui i bambini e le loro mamme seguitano a essere i protagonisti di una campagna che fa della malnutrizione la prova della crudeltà israeliana. Il mondo lega la questione della fame alla richiesta di cessare dalla guerra, come se Hamas volesse più cibo per la gente e allora poi fosse maggiormente disponibile a un accordo, magari a quello per liberare come ora chiedono sia Netanyahu che gli USA, tutti gli ostaggi. Non è così. Il cibo a Hamas serve solo a nutrire le sue ambizioni, le sue tasche, le sue riserve di guerrieri, della gente non le importa. Ogni resa è segno di debolezza dell’Occidente e quindi di vittoria. È per questo che la pace appare così lontana. Se poi la sua linea viene sostenuta da un coro di media che non verificano, che non conoscono, e l’Europa invece di assediare Hamas premia il 7 di ottobre con la preparazione di una richiesta collettiva di uno Stato palestinese, ancora di più non si rivedranno gli ostaggi, la fame causata dagli armati peggiorerà, e ci saranno più morti. Un momento e che cosa succederà quando sarà votato all’ONU lo Stato palestinese? Non succederà, di nuovo, niente. Il mondo diventerà solo più pericoloso per tutti.
 
 

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Bonnie , Italia
 sabato 2 agosto 2025  06:30:27

Grazie Fiamma. Purtroppo le cose stanno esattamente come la tua descrizione.



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