LE CONTESTAZIONI DEL 25 APRILE LA SINISTRA E LA RABBIA DEGLI EBREI
giovedì 27 aprile 2006 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
SE negli Anni Cinquanta qualcuno avesse detto agli ebrei italiani che
durante le future celebrazioni della Liberazione dal nazifascismo si
sarebbero bruciate bandiere israeliane, sarebbe sembrato uno scherzo di
cattivo gusto. Sarebbe stato come togliere agli ebrei scampati alla strage
nazista l’ ultimo rifugio, l’ ultima casa, perché questo è stato per gli ebrei
la sinistra, ritenuta titolare della lotta per la libertà nella guerra
contro il nazifascismo e che, in mancanza di qualsiasi altra casa nella
diaspora, dato che la Shoah le aveva distrutte tutte, diveniva il rifugio
dell’ anima.
L’ allenamento cui gli ebrei sono stati sottoposti dalla sinistra fa sì che
lo stupore non ci sia più : abbiamo visto molto antisemitismo travestito da
critica allo Stato di Israele. Piuttosto aumenta il dolore, e si tramuta in
un divorzio. Guai a dire « ma i facinorosi sono solo frange» . Non è vero:
l’ antisemitismo, quello che vede gli ebrei come cospiratori internazionali e
estranei, come persecutori naturali, istintivi di palestinesi, alligna in
quantità fra chi ha tuttavia l’ audacia di ritenersi difensore dei diritti
umani; è molto diffuso e prende la forma del disprezzo verso l’ ebreo
collettivo, Israele, invece che verso l’ ebreo individuale.
Non a caso il trenta per cento degli italiani vedrebbe volentieri sparire
Israele. La storia, sempre negata eppure così evidente, nasce con la Guerra
Fredda, che ha immaginato Israele, da sinistra, come la longa manus
dell’ imperialismo americano; che lo ha stigmatizzato come predatore di terra
araba; che ha dimenticato che a rifiutare la partizione dell’ Onu siano stati
i paesi che, facendo dei palestinesi uno strumento, hanno dissotterrato
un’ ascia di guerra che oggi viene brandita contro l’ Occidente intero.
Un’ autentica fissazione, alimentata dal totalitarismo che si crea sempre
nemici fittizi ai propri fini, invita apertamente alla cancellazione di
Israele. Gli stereotipi ormai si possono sentire anche in Italia: Israele è
il burattinaio di Bush, Israele vuole espandersi, Israele colpisce
intenzionalmente i civili palestinesi, il recinto di difesa è un muro di
apartheid, i terroristi sono combattenti per la libertà .
La responsabilità di quanto è accaduto a Milano è nell’ aria del nostro tempo
e del nostro Paese, è nell’ ignoranza dei giovani e dei professori, nel
desiderio dei media di compiacere l’ utente. Non è un caso che la bandiera
bruciasse mentre Letizia Moratti veniva insultata col padre partigiano: un
vero resistente non può essere semplicemente un liberaldemocratico, ma deve
essere « dei nostri» . E non conta nulla avere un passato da valoroso
partigiano, o essere l’ unico Paese democratico del Medio Oriente. Non vale
la sincerità della lotta antifascista, né il comprovato desiderio di pace:
devi essere « della famiglia» .
Israele è fatto di ebrei; gli ebrei sono sempre stati « altro» , figuriamoci
da quando hanno un loro Stato, che oltre tutto ha un potente esercito. Oggi,
per inerzia e per paura, i valori sono rovesciati: Paesi che perseguitano
donne e omosessuali, che negano la libertà di stampa, che torturano i nemici
e minacciano guerra e distruzione, non subiscono un millesimo delle critiche
rivolte a Israele. Questa bandiera bruciata è solo una delle tante, e la
sofferenza di chi scrive è proprio legata all’ ambito in cui si sono levate
le fiamme.
Figlia di un soldato della Brigata Ebraica, sento che la sinistra deve
finalmente fare un mea culpa profondo e, ancora di più , dev’ essere nemica
degli antisemiti per essere amica di Israele. Deve dare segno di capire
cos’ è il terrorismo, chi è Ahmadinejad, quanto sia ripugnante sentir negare
l’ Olocausto, quanto sia sconcertante l’ immensa quantità di materiale
antisemita che viene inzeppato nella testa dei ragazzi musulmani e da là
inoculato nel mondo intero.
L’ antisemitismo è un argomento principale se si persegue la pace, più del
West Bank, che pure è importantissimo. La paura dell’ islamismo estremo in
Europa può creare un’ ondata di antisemitismo catastrofico. Adesso che
gestirà l’ istruzione, la sinistra insegni in Italia la vera storia di
Israele; adesso che gestirà la politica estera, respinga dai suoi palazzi
chi dà segno di odio congenito e letale per Israele, chi nega la Shoah.
Soprattutto, cerchi finalmente di capire che dal terrorismo Israele non può
che difendersi. Perché altrimenti il divorzio fra sinistra e ebrei sarà
definitivo. E inevitabile.