La vittoria di Damasco è la vittoria di Teheran
Il Giornale, 15 giugno 2013
La Siria è il centro dello scontro tra gli ayatollah e l'Occidente
Un win-win game è molto comune in occidente, se ne parla quando tratti un affare, un accordo, un compromesso, di cui alla fine tutti sono contenti. L’ottimo commentatore di cose islamiche Harold Rhode parlando della Turchia spiega che Erdogan non cerca il compromesso con i dimostranti come avverrebbe da noi in circostanze analoghe, la sua cultura gli impone di cercare sempre la vittoria schiacciante, e così farà anche sulle folle che gli mandano il chiarissimo messaggio di non sopportare più la sua prepotenza, i giornalisti e i militari in galera, i bar chiusi, la reintroduzione del costume islamico più antiquato. In realtà, tutte le grandi questioni in gioco in questi giorni in Medio Oriente hanno questo segno: nessun compromesso in vista, anche se noi occidentali ne cerchiamo la traccia con la lente di ingrandimento perché la nostra cultura ce lo suggerisce.
La Siria è di nuovo in ballo. Obama vuole mandare armi ai ribelli e imporre la no fly zone. Avviene a pochi giorni dal tanto propagandato incontro di Ginevra che avrebbe dovuto risolvere col compromesso i problemi.
Perché? Perché la realtà si è mostrata ineluttabilmente: Assad sta vincendo, e non ci sarà compromesso che potrà smorzare questo incredibile dato. Bill Clinton in sostanza ha detto a Obama: l’Iran e gli Hezbollah sono diventati la punta di diamante della guerra, ciò che fa della Siria il centro dello scontro che l’Iran tenta di imporre al mondo per conquistare un’egemonia imbattibile, e noi che facciamo? L’idea che “l’Iran sta battendo gli USA in Siria” l’ha suggerita analiticamente il decano della Johns Hopkins University Vali Nasr, e Eliott Abrams, ex consigliere di Bush per il Medio Oriente, ha detto “stiamo subendo un’umiliante sconfitta per mano dell’Iran”. La conferenza di Ginevra all’improvviso è apparsa non più così risolutiva, le sbruffonate di Assad sui soldi in arrivo per la ricostruzione nelle sue mani dalla Banca Mondiale, insieme alla sconfitta dei ribelli a Qusair, rendono gli accertamenti sull’uso delle armi chimiche un dato minore: Obama ha avuto paura dell’assoluta mancanza di prospettiva di un compromesso ha immaginato Assad in sella e la Russia vincitrice di questo match numero due della guerra fredda. Per questo ora si vuole muovere, inutile contare su un compromesso.
Anche in Iran non ci sarà compromesso col prossimo governo: come vadano le elezioni l’Aiea, l’organizzazione mondiale per il nucleare, ci avverte che l’Iran sta per ottenere la bomba atomica. Mancano pochi chilogrammi di uranio arricchito e nessuno fra i candidati alle lezioni di ieri lascia intravedere un possibile compromesso. L’Iran di Khamenei ha già vinto, ha eliminato tutti i candidati scomodi, il regime khomeinista governerà ancora. Ci è giunto un messaggio e un video da Caspian Makan, il compagno di Neda Agha Soltan, la ragazza uccisa dai Basiji nel giugno del 2009, nei moti contro i risultati elettorali. Neda vi appare bellissima, sanguinante, moribonda. La gente contempla l’ineffabile orrore. Centinaia furono uccisi, migliaia feriti e sbattuti in galera. Caspian non chiede di votare per l’iperattivo sindaco di Teheran, o per Said Jalili negoziatore che certo considera “negoziato” una parola comica, né per il “moderato” Rohani.
Chiede in nome degli occhi spalancati di Neda, di boicottare il voto. Non c’è futuro per la gente di Teheran che vorrebbe vivere in una società normale, non amministrata da un vecchio terribile e la sua corte. Non ci sono compromessi in Medio Oriente.
Se senti ora una voce nel notturno buiomossa come dal vento e portata da lontanoascolta Neda sono che fu, “ I am Neda”recava allor la scritta sul fatal cartelloa me vicino morta vilmente assassinata,non lasciare questo nome cadere nell’obliostraniero amico sconosciuto al mondoancor di me porta ti chiedo conoscenzase con cuor tenero e commosso tu mi ascolti.Quale la colpa mia? Contro un iniquo crudeltiranno alzai il mio grido quel giorno sì fortedeciso, voglia di libertà dove vien negata, maun vil cecchino così il mio bel sorriso spensela giovinezza mia al giogo non servile, al gridoforte un forte anelito di patrio amor mi spinse.Spento ormai tace non sanguina, no, no, non batte,non batte più questo giovane cuore come farloancor forte, forte pulsare mi chiedi tu che senti?Con il ricordo con il pensiero gridando il mio nomecon un sussurro al vento. Ed io Neda dolce amicaragazza iraniana di bellezza bella amico italianosconosciuto grido nel pianto forte il tuo bel nome Neda.............................................................Il 20 giugno 2009 la studentessa di filosofia Neda Salehi Agha-Soltan era in compagnia del suo insegnante di musica e stava partecipando alla protesta contro l'esito sospetto delle elezioni: un cecchino membro della milizia armata la uccise sparandole vilmente un colpo al cuore. Che il sacrificio di Neda non sia stato invanoshalomggc