LA VITA QUOTIDIANA NELLA GUERRA STRISCIANTE DI PALESTINA « Nessuna v endetta, a vincere sarà la pace» Un vicino di casa dei ragazzi massacrati: non ci faranno fuggire
giovedì 10 maggio 2001 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
EDOARDO Recanati ha 66 anni; ma il sole di Tekoa, l’ insediamento a
pochi
chilometri da Gerusalemme dove sono stati lapidati i due ragazzi
israeliani,
gli ha conservato un’ aria energica e giovane. Vive qui ormai da 18
anni, ma
la parola « colono» lo fa sobbalzare: « I coloni italiani in Eritrea o
inglesi
in India andarono a sfruttare la gente e le risorse locali, io sono
arrivato
qui quando non ci abitava nessuno, non si produceva niente, per
incontrare
un arabo dovevi camminare chilometri nel nulla» .
Su quel cocuzzolo di sassi e sterpi, in vista di Betlemme, di
Gerusalemme,
del cono tronco dell’ Erodion, il palazzo di Erode nei cui cuniculi fu
organizzata la rivolta ebraica antiromana, la storia ridonda. Persino
la
grotta in cui sono stati ritrovati i corpi martoriati di Cobi e
Jossef fu,
si dice, quella in cui si rifugiò il re David in fuga davanti al Saul
furente. Recanati trattiene a stento le lacrime mentre lo
intervistiamo.
Signor Recanati, lei conosceva i due ragazzi lapidati?
« Naturalmente sì : siamo duecentocinquanta famiglie. Ognuno è fratello
dell’ altro. Io poi sono uno dei nove consiglieri comunali, in questi
giorni
si preparava il passaggio di casa della famiglia di Cobi Mendel,
cercavamo
anche in questi tempi duri di fare un po’ di festa, di aiutarli. Mio
figlio
Emmanuel, di diciassette anni, era compagno di scuola di sua sorella
e anche
il suo ” madrich” , ovvero la guida di un gruppetto di ragazzi più
piccoli
nelle gite, e nei campeggi. Gli ho parlato mezz’ ora fa al telefonino:
“ Papà ,
mi ha detto, sto scavando la tomba: sudo e piango, piango e sudo e
non so
che cosa pensare” » .
Com’ era Cobi?
« Una creatura con gli occhiali, un bambino, come Jossef» .
Signor Recanati, perché tenete i bambini in un posto così pericoloso
e
conteso? Non sarebbe meglio allontanare dagli insediamenti almeno i
ragazzini, durante questo crudele conflitto? Non vede che i bambini
ci vanno
di mezzo da tutte e due le parti?
« Vuole scherzare? E allora mi dica lei, evacuerebbe anche
Gerusalemme? O
Natanya? E che fare a Kfar Saba o a Tel Aviv? E quando prima della
guerra
del ‘ 67, quando le colonie non esistevano noi eravamo vittime di
migliaia di
attentati terroristici, che cosa avrebbe fatto? Avrebbe detto
“ Scusate, ce
ne andiamo tutti quanti, torniamo nell’ Europa che ha compiuto la
Shoah?” » .
Che cosa ha provato ieri, quando ha ricevuto la notizia della neonata
palestinese uccisa a Gaza?
« Mi ha fatto molto male, questa innocente è stata privata del bene
più
prezioso, la vita. Però la prego di considerare che è stata colpita
senza
nessuna intenzione, ha pagato perchè da quell’ edificio si sparava
contro di
noi e noi abbiamo risposto per fermare l’ attacco. Invece, è ben altra
cosa
lapidare, magari per ore, due ragazzini; o mirare alla testa di una
neonata
come invece ha fatto il cecchino che ha ucciso Shalhevet Paz, la
bambina di
Hevron» .
Lei sta dicendo che dall’ altra parte c’ è una autentica dose di
crudeltà ?
« Non sostengo questo: dico però che le parole d’ odio incessanti,
bestiali,
che pervadono i media e i discorsi dei leader come Bashar Assad o
Saddam
sono un lavaggio del cervello che i palestinesi subiscono minuto per
minuto:
mi fanno più pena di noi stessi, per questo» .
C’ è desiderio di vendetta fra i residenti a Tekoa?
« Siamo solo stupefatti e disperati. Ma niente vendetta, non ci
pensiamo
nemmeno. Nessuno può comunque restituirci i nostri ragazzi. Spero
solo che
venga la pace. Lo so, loro interpreteranno questa posizione come
debolezza.
E immagineranno che sia facile buttarci in mare. E continueranno...
E’ una
situazione che ricorda il film “ Comma 22” , tutto il mondo continua a
darci
addosso» .