La verità sulla piaga della fame

Il Giornale, 28 luglio 2025
La storia cui assistiamo nelle ultime ore vede sette invii di cibo piovere dal cielo mentre centinaia di camion carichi dei medesimi beni umanitari aspettavano sul confine: la suddivisione in zone non ha funzionato, la distribuzione tramite la Gaza Humanitarian Foundation è fallita, l’ONU non si è messa a disposizione e tantomeno l’UNRWA… anzi hanno impedito che fosse introdotto tutto quello che c’era, per paura delle intimidazioni di Hamas. Perché Hamas intende solo un modo di introdurre il cibo, quello in cui se ne impossessa e ne fa lo strumento di potere nella Striscia, l’arma che gli consente di restare al potere. Ieri Israele ha segnalato, insieme alle uscite di Trump e di Rubio, che c’è un cambiamento di strategia. Quale sia è ancora da vedere. Per Trump, è chiaro che ci vorrebbe un’ulteriore stretta su Hamas che rifiuta la trattativa. Ma Israele ha un bene da salvaguardare dall’inizio della guerra, che le costa caro forse ora più che mai: Hamas l’ha detto direttamente. Può ad ogni istante ammazzare i rapiti. Quando il loro ennesimo rifiuto ha irritato Trump e Israele ha ritirato la delegazione, i caporioni residui nei loro lussuosi hotel a Doha e forse i leader locali fotografati mentre mangiano lautamente nelle gallerie, si sono dichiarati stupefatti: ma come, hanno detto, eravamo pronti a proseguire gli incontri… solo, l’accordo deve consegnare loro tutta la Striscia, il potere… beh, se non funziona intanto abbiamo dato ordine di uccidere i rapiti.
Parlare dei rapiti è la strada maestra dall’ 8 di ottobre 2023: dal primo giorno di guerra Israele ha combattuto con la mano destra legata dietro la schiena preoccupata di colpire gli ostaggi, e la sinistra bloccata dal piano geniale di Hamas della guerra umanitaria. È l’ottavo fronte, quello dell’odio internazionale. Hamas, dopo aver investito somme enormi in gallerie, ha costruito quel cuscino di carne umana, donne e bambini, da usare come scudi umani, da affamare rubando gli aiuti umanitari per distribuirli ai suoi. Ed ecco le immense schiere di decerebrati creati dal postmodernismo woke che ha acceso la tv e letto i giornali senza conoscenza né elaborazione, in nome degli oppressi contro gli oppressori. Mai, un militante di Cinque Stelle, potrà mettere a fuoco l’impossibilità assoluta che Israele sia un Paese genocida a causa della sua storia e soprattutto della sua gente, dei suoi soldati uno a uno, che mai sparerebbe a un bambino se non si creasse l’impossibile situazione in cui la guerra talora pone l’uomo più santo. L’opinione pubblica si è affidato a fake così pazzeschi che ci sono volute tre settimane per realizzare che la chiesa distrutta era intatta, e che il bambino Osama ben Raqab muore di fibrosi cistica e non di fame (accanto si vede il fratellino in normali condizioni) e che il famoso ospedale in cui il 17 ottobre del 2023 sarebbero stati uccisi dagli israeliani cinquecento gazawi, e poi si è scoperto che era stata un missile palestinese... ancora oggi viene riportato dalla Reuters con lo stesso titolo. L’aria è irrespirabile per una stratificazione di pretesi omicidi di massa della folla ammassata per il cibo… genocidio, sterminio per fame… non importa dove, non importa se, l’importante è la pressione che Hamas ha programmato con aiuto internazionale, con intuizione egemonica sovietica. Così il fatto che Hamas dica no alla trattativa si traduce in una ulteriore minaccia per i rapiti, di cui tutto il mondo, sia ben chiaro è complice. E Israele prepara una risposta che prende tempo, che pensa cosa fare, che tiene duro, come ha detto Netanyahu ieri, e tiene aperta tutta la strada, anche così le possibilità di trattare. Di sicuro c’è solo che quel cibo finisce in mano a Hamas. Saranno dunque contenti i manifestanti in Grecia, i proprietari della Trattoria Ramazzotti di Vienna da cui sono stati cacciati i tre musicisti che insegnano all’Accademia, né cibo né bevande per chi parla ebraico. Amit Peled, il violoncellista, abbracciato al suo strumento ha detto “io seguiterò a parlare ebraico e a suonare Hatikva”. Saranno contenti i deficienti che, come ai tempi delle Brigate Rosse, hanno impiccato in effigie Netanyahu al Comune di Ferrara, contento il personale aereo che ha sbattuto giù dal volo i ragazzi che cantavano in ebraico.
In guerra a una temperatura di 45 gradi ragazzi che hanno imparato solo la pace e mai a odiare il nemico, sono invece costretti a morire in guerra da un nemico che spunta all’improvviso da sottoterra: ieri sono stati seppelliti un ragazzino di vent’anni Inon Vana, la sua mamma si è scusata per non averlo abbracciato abbastanza; un giovane druso, Amir Saad, orgoglioso di servire nell’esercito israeliano; un trentenne che ha combattuto per due settimane ferite gravissime, lascia due bambine piccole Betzalel Mosbacher. Altri due sono stati feriti gravemente ieri: I terroristi saltano fuori dalle gallerie, uccidono e poi spariscono di nuovo sotto, coi rapiti, lasciando la loro gente a strapparsi residui del loro cibo.
Purtroppo tutto previsto, tipo la borsa nera in mano al Hamas come come l’errore strategico del genocidio degli ebrei. Ma il problema sono gli Stati nemici di Israele e cioè’ tutta la ue. Credo che oggi Israele si stia prendendo tutta la responsabilità’ di quello che fa. Mi auguro che presto possiate alzare la testa e fare quello che e’ stato fatto dopo le olimpiadi di Monaco. I vigliacchi europei piegheranno solo la testa. Un buon augurio per tutti i sequestrati e a Israele
Delfino Morelli , Italia
Ti seguo da molto, sia tramite Radio Radicale sia , seguendoti, tramite facebook. Sono compartecipe del clima mediatico negativo creato intorno ad Israele e dell'ondata di antisemitismo che ne è conseguita. Nel pubblico, dati i tempi, mi ritrovo pressoché isolato nelle discussioni, sempre a rischio di essere "massacrato" dall'onda anti-israeliana . Solo una cosa, una tua opinione sul comportamento dei coloni e sull'atteggiamento di Netanyahu nei loro confronti. Spero di ottenere una risposta pubblica intercettabile, ti ringrazio anticipatamente.Delfino Morelli