La verità ignorata sulla strage del pane
Il Giornale, 03 marzo 2024
Smettiamo di dire sciocchezze. È vero che Israele ieri ha mal spiegare quello che era successo, e solo la sera tardi, ma la voluttà, l’uso della parola “massacro” associata senza ombra di dubbio all’espressione “soldati israeliani” (Il Fatto: “Gaza il massacro del pane… soldati israeliani sparano sulla folla… dagli USA all’Europa sanzioni unanimi”; Il Domani: “A Gaza spari sulla folla...”; sotto: “…L’esercito israeliano ha ammesso di aver colpito persone in coda per gli aiuti…”) con cui si è strillata la fantasia che Israele avesse aggredito a cannonate la folla intorno ai camion di aiuti, la prosopopea politica con cui si è chiesto piamente il cessate il fuoco (Avvenire: “Giù le armi” e sotto: “All’indomani della strage degli affamati”; La Stampa “Netanyahu ha affamato Gaza”, Manifesto: “Strage del pane, il silenzio di Israele”) è delegittimazione di Israele, odio per lo Stato Ebraico, antisemitismo inconscio, forse, ora molto di moda. I teleschermi di tutto il mondo si sono sbilanciati, immemori delle bugie sull’ospedale di Gaza colpito da un missile di Hamas, e non israeliano, che fece qualche decina di morti (e non centinaia, come disse la BBC pensando che fosse israeliano).
La risposta a queste critiche, spiega che la responsabilità è del democratico stato d’ Israele: a chi se non a Israele ci si dovrebbe rivolgere per chiedere più umanità per la gente di Gaza migliori? È inutile certo, chiedere a Hamas di arrendersi per restituire la pace al Medio Oriente e alla sua popolazione, e quindi nessuno fa la cosa logica: arrenditi Sinwar, e poni fine alla guerra. Invece, è Israele che deve smettere di combattere lasciando in vita un’organizzazione che ha come unico scopo quello di uccidere i suoi cittadini, che dal 2005 si è dedicata a preparare il territorio con le armi iraniane e le gallerie, solo per questo, che insegna a scuola ai bambini come assassinare gli ebrei. Israele deve restare preda dei peggiori criminali del mondo, di un’organizzazione terrorista peggio dell’Isis e di al-Qaeda, le sue zone di confine possono rimanere vuote delle centinaia di migliaia di persone che non possono più vivere (voi ci vivreste?) attaccati a Gaza.
I suoi capi nascosti nelle gallerie agiscono a spintoni di decine e centinaia di morti fra i loro criminalizzando Israele, esibendo a fronte dei cadaveri dei bambini ebrei decapitati quelli degli scudi umani loro vittime che muoiono quando li usa, prigionieri delle armi di Hamas anche loro, nonostante gli inviti (a milioni) all’evacuazione di edifici civili strabordanti lanciamissili, missili, armi. Fatevi dunque avanti voi, poveri cittadini di Gaza, che ieri affollandovi intorno ai camion avete visto piombare sul cibo gli uomini di Hamas che con altri gruppi criminali armati vi calpestavano e vi sparavano, che siete stati schiacciati dai camion, che vi siete anche presi delle pallottole israeliane quando i soldati si sono visti minacciati dalla folla eccitata. Voi sapete fin dal primo giorno dove sono nascosti gli ostaggi, aiutate a ritrovarli, segnalate che esiste una Gaza non nazificata. Per ora non ce n’è traccia: sappiamo solo di cittadini che si sono uniti ai mostri della nukba, di maestri di scuola che hanno fatto da custodi ai rapiti, di ladri e violentatori di conserva fra la gente. Adesso, siate voi a segnalare il cambiamento: denunciate i mostri come Sinwar che ha scelto di portarvi alla situazione che vivete. La guerra può chiudersi solo con la cattura o la resa di Hamas, con la restituzione dei rapiti: non c’è in Israele, né a destra né a sinistra, e questo anche è oggetto di equivoco, nessuna altra posizione che questa.
È una guerra di necessità, del bene contro il male, insensato, pensare che la guerra possa chiudersi con la sopravvivenza di mostri che hanno decapitato neonati e violentato, ucciso, smembrato e seguitano a progettare di farlo. Netanyahu, Gantz, tutti, sono dell’idea che uno Stato palestinese dovrà essere costruito come una soluzione per la pace, due stati per due popoli, e non uno Stato da cui condurre una migliore guerra di distruzione contro Israele. Puntare il dito su Netanyahu è disinformazione, è un altro vizio che non ha base politica, se non quella, robusta, di chi immagina che tutto ciò che non è di sinistra, puzzi di zolfo.
Cara Dottoressa Nirenstein, quando scoppia un conflitto o una guerra è sempre difficile stabilire le responsabilità degli orrori che sempre ne sono la conseguenza. Conosco bene Israele e Palestina, ma l'Israele che amo io, che ho sempre amato, è quella della sentenza della Corte Suprema nel caso di Ivan Demjanjuk. Le consiglio di ricordarla e di vedere il bellissimo film che ne hanno fatto. Quella era l’Israele democratica dei fondatori. Netanyahu e l’attuale governo stanno distruggendo quella Israele, un po come quelli che uccisero Rabin per la pace di Oslo. Si domandi come mai tutto il mondo ce l’ha con Israele. Si domandi qual è l’effetto dell’azione delle truppe israeliane: non è che molti palestinesi che hanno subito le angherie di Hamas diventeranno estremisti grazie alla reazione israeliana?Ho insegnato il diritto internazionale per anni: sarà duro ma la reazione difensiva di una democrazia non può in alcun modo assomigliare all’orrore e alla brutalità dei terroristi. Capisco la sua partecipazione alle incredibile atrocità di Hamas, ma forse una intellettuale come lei dovrebbe sottrarsi alla faziosità dei molti ignoranti che rispondono con la vendetta, quella che la Corte suprema israeliana non volle accettare, anche se la Shoah è stata l’orrore più grande che l’umanità abbia commesso.Io sono e resterò sempre un ammiratore dell’unica democrazia del Medio Oriente, ma spero vivamente che rimanga tale come molti veri intellettuali israeliani affermano tutti i giorni
Domizia Carafoli , Italia
Condivido pienamente. Mai come oggi la verità viene nascosta, deformata, aggredita e un Occidente ottenebrato sventola le bandiere palestinese senza sapere che inneggia non solo allo sterminio di Israele ma alla propria fine. Ma quelle bandiere attraggono folle, oggi come ieri. E’ bastato sostituire le croci uncinate con i colori palestinesi