LA STRATEGIA DEI SERVIZI DI SICUREZZA Caccia aperta a Barghuti ora ricercato numero uno Il leader dei Tanzim è considerato, dopo il pr esidente Anp, l’ uomo più pericoloso. Già settecento arresti nelle operazioni di questi giorni
martedì 2 aprile 2002 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
MENTRE Israele seguita a seppellire i suoi morti ed esplode da ogni
parte
presa in un attacco terroristico catastrofico, i carri armati
rotolano
dentro Kalkilya e Tulkarem, Arafat resta assediato a Muqata, i
palestinesi
chiedono a gran voce aiuto al mondo arabo, ciò che accade in queste
ore
acquista un aspetto strategicamente definito che invece di chiarirci
i tempi
dell'operazione « Muro di difesa» li rende quanto mai incerti. Il
ministro
della difesa « Fuad» Ben Eliezer dice: usciremo alla svelta. Ma dati
gli
scopi dell'operazione, essa potrebbe invece essere assai lunga. Ci
aiuta a
decifrare la situazione, fra l'altro, un’ altissima fonte delle Forze
di
Sicurezza che, senza darle veste ufficiale, pure delinea una
strategia. C'è
un personaggio molto famoso che egli ci dichiara di voler arrestare
quanto
prima e che ricerca attivamente: Marwan Barghuti, il leader dei
Tanzim, che
in queste ore non si trova ai suoi soliti indirizzi di Ramallah né
presso
Jibril Rajoub, dove era rifugiato. Ma anche se è uno dei più
importanti, è
solo uno dei ricercati.
Il programma di questa guerra non si sposta di un millimetro dalla
linea
enunciata domenica sera da Sharon con uno dei discorsi politici più
laconici
che mai in circostanza tanto grave si siano sentiti: lo scopo è
distruggere
il terrorismo, arrestarne gli uomini e distruggerne le riserve di
armi, di
rifugi, di infrastrutture di ogni genere; adesso che abbiamo provato
ogni
gesto di conciliazione, andiamo a una guerra non desiderata,
soltanto, ma
implacabilmente, contro i terroristi, aveva detto Sharon. Poco prima
dello
scoppio di ieri sera di Gerusalemme, la persona che ci fornisce le
informazioni ci avverte: « Secondo le nostre informazioni, stiamo
cercando
proprio in questo momento di bloccare quattro attentati terroristici
già in
marcia» . Una di queste « bombe ticchettanti» come le chiama il nostro
interlocutore, purtroppo arriva evidentemente a segno. L'attacco
antiterroristico di Israele ha al centro, in questo momento, come
dicevamo,
Marwan Barghuti, il capo dei Tanzim del Fatah di Ramallah,
l'inventore del
loro uso come punta di diamante, ormai un mito in Cisgiordania,
astuto,
convinto di dover continuare nella linea della violenza (l'ha detto
tante
volte) e soprattutto in costante contatto con Arafat. E' Barghuti che
ha
portato Fatah dall'ultima alla prima linea degli attacchi suicidi e
di
guerriglia.
« Arafat ha il controllo ideologico ed economico su Barghuti. In
questo
momento la nostra azione parte proprio da chi ha compiuto il maggior
numero
di attentati ultimamente, ovvero i Tanzim e le Brigate dei martiri di
Al
Aqsa del Fatah. Queste azioni sono quasi tutte partite dalla
Cisgiordania,
perciò è qui che ci concentriamo. Abbiamo urgenza di prendere gli
uomini più
pericolosi e di disarmarli, abbiamo già fermato circa 700 persone fra
cui
alcuni importanti responsabili di numerosi attentati, coloro che
mettono le
cinture di esplosivo ai giovani, sia ideologicamente che fisicamente,
e
organizzano il loro trasporto sul luogo della strage» .
Israele in questo momento cerca di prendere i ricercati soprattutto
in un
luogo: nella casa-caserma del capo della polizia Jibril Rajub, a
Betunia.
Rajub non è nell'edificio, né vi si trova Barghuti, con il quale è
invece in
contatto. Invece, fra tanti altri ricercati, si ritiene vi sia un
giovane di
Hamas, ritenuto responsabile dell'esplosione della pizzeria Sbarro.
Come mai
un uomo di Hamas è nascosto dentro l'ufficio di Rajub, fedele di
Arafat e da
molti ritenuto addirittura il suo successore? Perché ormai la
mescolanza fra
le varie organizzazioni e completa, la gara a compiere attentati non
esclude
nessuno, e in ogni caso nella fortezza del capo della polizia si sono
rifugiati più di 250 uomini. C'è quindi da prevedere una battaglia
terribile? Probabilmente no, perché i grandi capi Rajub e Barghuti
non sono
là , e comunque lo scontro con i soldati non è la specialità di questi
gruppi
specializzati in attentati.
I soldati palestinesi migliori sarebbero a Gaza. La lista delle
persone da
catturare è molto diretta e circostanziata, con nomi importanti di
organizzatori specializzati in trasporto di bombe e « martiri» , vari
pezzi di
congegni esplosivi in città differenziate, e altri con una lunga
lista di
agguati a auto private. Marwan non li ordina personalmente agli
esecutori,
bensì li passa ad altri luogotenenti, anche loro ora ricercati uno a
uno.
Jibril Rajub non è nella lista dei ricercati, « per ora» , come non lo
è
l'altro capo dei servizi di sicurezza Rafik Tirawi, che si trova
invece con
Arafat a Muqata. Ma Tirawi sembra abbia fatto parte della direzione
dei
Tanzim nell'ultimo anno, e Israele sospetta, e sta indagando, che sia
diventato anche un pezzo grosso della strategia del terrore. Ma per
ora non
lo afferma.
A casa da Arafat altri terroristi sono nascosti, e benchè la nostra
fonte
ripeta che al Raí ss non sarà fatto del male, pure la determinazione
di
arrestarli è totale: c'è là dentro, dice, il responsabile della
massiccia
importazione di armi tramite la nave « Karin A» , probabilemnte gli
assassini
del ministro Rehavam Zeevi e alcuni importanti capi dei tanzim
collegati al
terrore. « Finchè non avremo destrutturate queste piramidi del
terrore, noi
continueremo» , dice la nostra fonte: « Seguitiamo anche a trovare
un’ enorme
quantità di armi illegali, ma questo mare si prosciugherà » .
Gaza per ora resta fuori dal programma immediato: il pericolo che
pure ne
emana sembra meno impellente, anche perché i corpi speciali di
Arafat, forti
in Cisgiordania, sono al momento più mobilitati di quelli di Hamas. A
Gaza
si trova un personaggio che in tutta questa confusione appare come un
vero
astro nascente, Rashid Abu Shbek, un leader dei Tanzim, più forte,
forse
nella linea della successione, di Dahlan e di Jibril. Lui non è
ricercato
per ora. E' un uomo per il domani? Tutto è incerto in questo momento
fuorché
una cosa: Israele è ormai interamente focalizzato su quella che
appare ormai
una lotta vitale, in cui si vince o si muore. Israele cerca i
terroristi:
non verrà distratto da nessun richiamo politico. « Noi non possiamo
vivere
con i terroristi suicidi ogni giorno» , dice la nostra fonte, "quindi
qualsiasi chiacchiera possa fare il mondo, la nostra strategia è una
sola:
farli smettere. Poi, se ne riparla".