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LA STORIA Il segreto del beduino Ahmed

sabato 30 ottobre 1993 La Stampa 0 commenti
TEL AVIV È mattina presto in un ospedale di Haifa, e qui comincia una storia che per motivi evidenti deve restare coperta quanto a nomi e a date: nelle sale d’ attesa, molti Uri, molti Gideon e Sara stanno seduti accanto a tanti Ahmed, Abdel, Saleh. È una quiete mesta: ognuno pensa ai suoi problemi di salute. I beduini che vengono dalle ampie tende nere delle montagne del Nord sono magri, baffuti. Hanno lasciato sole le mogli ornate di monili e ricami rossi con branchi di ragazzini a guardia delle pecore e dei cammelli. Uno di loro, vestito all’ occidentale, fuma molte sigarette senza filtro, è particolarmente nervoso e serio quando finalmente si siede di fronte a Dani G., il dottore che compie un primo screening dei pazienti. , beduino, musulmano, pastore di pecore, sposato, di ventotto anni. Senta, la mia voce non era questa. È cambiata: si è fatta sottile. E le mie guance: non ho quasi più bisogno di raderle. E il mio petto: mi stanno crescendo i seni. Povero Ahmed: è disperato. Al villaggio solo suo padre e sua moglie sono a conoscenza di questo strano fenomeno. Se qualcun altro lo sapesse, il disonore e il disdoro sociale sarebbero tali da indurre in breve al pettegolezzo, poi al dileggio pubblico e alla risata aperta. E per lui, la disperazione. Meno male che la famiglia di Ahmed è una famiglia ricca e grande, una capace di far quadrato per coprire un segreto tanto vergognoso. I medici dell’ ospedale di Haifa decidono di compiere prelievi, di procedere a esami genetici e ormonali. In tre settimane di prelievi e di analisi e dopo un esame dei genitali di Ahmed, si viene a questa conclusione: Ahmed è una donna. Ha l’ utero e le ovaie, e soprattutto i suoi geni mostrano chiare le due femminili, che se ne infischiano della sua condizione di maschio beduino. Solo per uno scherzo dei suoi ormoni e del destino, Ahmed sin qui ha prodotto una gran quantità di testosterone e così è apparso a tutti, anche a se stesso, come un maschio: ha sviluppato un falso pene, che è in realtà una clitoride, ha avuto la barba e i baffi regolamentari dei beduini. Ma ora la natura femminile ha ripreso il sopravvento, gli estrogeni hanno vinto la guerra del tempo. Un team medico lo invita dunque, dopo tutte le indagini, in una stanza con le poltrone, lo fa accomodare, ché non abbia a cadere per terra dallo sconcerto. Gli parla in arabo un giovane dottore barbuto che abbandona per l’ occasione lo stile ruvido dei sabra e cerca un modo velato di dirgli la difficile verità . Ma la sostanza è micidiale: immaginiamo che come tutta la sua gente lei voglia avere molti, molti figli. Ora, il suo corpo è conformato in modo che, se ne vorrà , dovrà seguire la difficile strada che la natura, bizzarra ma decisa, le indica. Deve proseguire sulla strada femminile che il suo corpo ha intrapreso. Sì Ahmed, lei sta diventando una donna. Con l’ aiuto delle medicine potrà divenire una donna normale, perché in parte, volere o no, lo è di già . E in un tempo relativamente breve potrà avere dei bambini. Come uomo non potrebbe invece averne mai. Capisce Ahmed? Deve scegliere se essere una donna completa o un uomo che non può aver figli. Il discorso sui figli è un velato tentativo di indurre Ahmed ad accettare la sorpresa della femminilità . Il medico quindi tace, imbarazzato: si aspetta una scena di disperazione. Ma che succede? Ahmed fa una cosa pazzesca, guarda tutt’ intorno gli specialisti israeliani con quei suoi occhi troppo dolci, e scoppia ad un tratto in una risata allegra, una risata fuori luogo, si direbbe di scherno: già cinque figli] . Cosa? favore gli dicono pazienti i dottori e ci faccia vedere quanto le somigliano. Ahmed va dunque alla sua tenda nera, fa vestire la moglie e i bambini con gli abiti da città , li mette in fila, si fa prestare una vecchia giardinetta, affida le pecore al padre e va all’ ospedale. I medici israeliani aspettano la verifica: quando arriva la schiera dei marmocchi, curiosi e increduli scrutano gli occhi neri, le teste rotonde dei bambini fra i sette e i due anni che la donna, coperta sino ai piedi, velata e fiera, mostra con l’ orgoglio delle mogli che si fregiano della migliore fra le ricchezze della società patriarcale arcaica: i figli, la prova della virilità del marito e dell’ onorevole fertilità comprovata ogni anno. È del tutto evidente: quegli occhi, quella forma della bocca, quel mento sono suoi, di Ahmed: la somiglianza è lampante. vorremmo farvi alcuni prelievi. Ahmed, ridente, accetta. E così sua moglie e i bambini. Ahmed e sua moglie sono cugini primi. Di conseguenza, il test dà risultati un po’ confusi. Tuttavia, gli esami indicano buone possibilità che i figli siano proprio di Ahmed. I medici sono basiti: possibile che la forza delle tradizioni beduine conduca una donna con un falso pene e un vero utero e vere ovaie a ingravidare una donna con un vero utero e vere ovaie? favore, lasciateci fare alcune altre analisi, prega il team degli scienziati israeliani, ormai sedotti e affascinati da questo grande riproduttore beduino androgino. Una settimana dopo, compare di fronte ai medici un vecchio: è scuro, elegante, rugoso. Ha in testa la kefia, porta la galabia lunga fino ai piedi, chiede del dottore che parla arabo: indagare ulteriormente su mio figlio e sua moglie. Sono qui anche per svelarvi un segreto. I bambini, sono miei. Ahmed non lo sa, solo Abir lo sa, la moglie, e adesso anche lei. Non c’ è stata scelta. Avreste voluto vederli divorziare dopo un anno i miei figli? Così si usa da noi se non c’ è prole. Avreste voluto vedere Abir abbandonata, incolpata di essere come una pianta secca, poiché da noi non esiste il concetto che l’ uomo possa essere sterile? Oppure avreste voluto vedere mio figlio soggetto al ludibrio pubblico, nell’ idea non che sia sterile, ma semplicemente che sia un povero impotente? Has ve halila. Dio non voglia] Cari medici israeliani. Così Abir, all’ insaputa di tutti di tutti, capite, e guai se chicchessia, e soprattutto lui, ne venisse a sapere qualcosa viene a visitarmi di quando in quando. E forse, se voi non seguitate a girare il coltello nella piaga, può darsi che la nostra famiglia abbia un futuro. Ahmed dopo accurati colloqui con gli psicologi, i ginecologi, gli endocrinologi, i chirurghi, gli internisti dell’ ospedale di Haifa decise di fare qualsiasi cosa per recuperare la barba, i baffi, la voce, il pene. Probabilmente, dicono i dottori, dopo l’ operazione chirurgica che ha subito per trasformare definitivamente la sua vagina in pene e per asportare ovaie e utero può anche avere qualche forma di sesso. La moglie, oggi che sono passati tre anni, non ha più cinque, ma sette figli. Il padre di Ahmed è morto, intanto, un anno or sono. Ma sette figli sono ben sufficienti, anche a una coppia beduina, per garantire la regolarità sociale e il benessere materiale della coppia quando sarà vecchia. La tenda di Ahmed è onorata e felice nella tradizione dei padri con l’ aiuto del testosterone israeliano. Fiamma Nirenstein

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