Fiamma Nirenstein Blog

La spaccatura nel Califfato a caccia di soldi

sabato 31 gennaio 2015 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 31 gennaio 2015

Avrebbe dovuto scadere ieri sera l'ultimatum dell'Isis che propone lo scambio fra il pilota giordano rapito e una terrorista detenuta ad Amman. Ma per ora non si muove nulla, e anche se la Giordania ha dichiarato la sua disponibilità, pure la mancanza di notizie certe sulla sorte del pilota blocca la situazione. Le perplessità sono da tutte le parti: non si sa se Kasaesbeth, il pilota, sia vivo, e in realtà la richiesta dello scambio l'ha bizzarramente gestita il prigioniero giapponese Kenji Goto, anche lui minacciato di morte. E anche l'Isis, nonostante l'inflessibile, criminale leadership di Abu Bakr al Baghdadi può avere momenti di dubbio: sembra che proprio ieri nelle ore in cui la Giordania doveva liberare la terrorista Sajida al Rishawi in cambio dell'ostaggio, si sia spaccata.

Una buona parte del Califfato è in parte convinta che il pilota, in quanto kafir, miscredente, debba essere ucciso comunque. C'è chi invece sostiene che lo scambio debba concludersi, e poiché la gente dell'Isis ha un caratterino, nella città di Raqqa si spara fra fazioni. Ma la diminuzione del prezzo del petrolio che dava all'Isis 2 milioni di dollari al giorno, le perdite a fronte della coalizione e dei Curdi, spingono parte della leadership a cercare successi e soldi. L' Isis è in pieno movimento: a Tikrit, nord di Baghdad, i terroristi hanno fatto esplodere dieci palazzi che erano di Saddam; sempre ieri hanno attaccato le cittadine di Kaske e Aske. E' anche una reazione alla pesante sconfitta subita a Kobane. Intanto l'organizzazione sorella dell' Isis in Egitto, Ansar Beit al Maqdis, ha compiuto nel nord del Sinai un attentato che ha ucciso almeno 45 persone, fra cui due bambini. Ma è la trattativa di questi giorni che ci mette di fronte alla pirotecnica politica dell'Isis. La gestione degli ostaggi (sono arrivati a essere 27 tutti insieme) è ultrasofisticata.

Non basta che la loro nazionalità come anche quella dei carcerieri-boia sia multiforme (il primo decapitato americano James Foley fu sgozzato da un disk jockey inglese). Stavolta il povero giapponese, dopo aver mostrato in altro video la foto del compagno decapitato, ha imposto lui l'ultimatum per il giordano, lui stesso tuttavia in attesa della sua propria esecuzione perché il primo ministro Abe Shinzō ha dichiarato che non pagherà: è un' incredibile groviglio che getta responsabilità a destra e a manca, i giordani diventano qui responsabili per i giapponesi, i giapponesi per tutti, inchiodati al loro ruolo nella coalizione e a non aver voluto pagare. Un messaggio è chiaro: per noi siete la medesima carne da decapitazione, infedeli.

Un'altra novità è che l'Isis chiede al mondo che tuttavia disprezza qualcosa che gli interessa, dimostrando così che anche dalla casa degli infedeli si può ottenere qualcosa per trattativa, nella fattispecie la terrorista suicida di un attentato che costò 60 vite. Una tipa come loro. Non finisce qui perché di personaggi come la Rishawi ce ne sono tanti. Purtroppo.

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Silvio Riva , MILANO - ITALIA
 domenica 1 febbraio 2015  20:05:58

Cara Fiamma (e fuoco...), come è stato detto più volte, ISIS non riuscirà a mantenere per sempre gli attuali livelli terroristici, anche per la necessità di grandi finanziamenti: sembra ragionevole pensare che SOLO una MINORANZA dei miliziani sia motivata da puro volontariato per fervore religioso e non da paghe elevate. In più, armi e mezzi correlati costano non poco.----- Altrettanto ragionevole è che i finanziatori (vedi Qatar) si rendano conto che non possono sperare di essere trattati “con riguardo” qualora ISIS vincesse.------- Quei criminali stanno “tirando la corda” nella speranza che gli occidentali (ed alleati) si spaventino abbastanza da cedere alle loro pretese: ma se invece cresce la rabbia contro di loro, sarà guerra molto più dura, senza badare alle nostre perdite e pensando solo a sterminarli. Come stanno facendo i curdi.------ L'idea di trattative (che sarebbero un riconoscimento della loro rilevanza politica), è semplicemente cretina (crf Chamberlain a Monaco).------ Questo vale anche per Hamas e qualunque altra “setta” del genere.----- La prima cosa da fare è togliere loro il controllo dei giacimenti petroliferi, e quindi una fonte primaria di finanziamento (bene ha fatto l'Arabia Saudita a fare abbassare il prezzo del petrolio).------ Bene fanno gli Stati che non pagano riscatti per i loro cittadini catturati, anche se sono decisioni difficili da prendere.----- Altra cosa da fare è far perdere loro il rispetto indotto dalla paura, attaccandoli pesantemente come persone (tralasciando attacchi alla religione, che, invece, li ricompattano con la massa dei fedeli islamici).------ In questa ottica il sindaco di Londra (prendendosi grossi rischi: onore al suo coraggio) li ha descritti secondo una analisi psicanalitica, scientificamente fondata, come sessualmente repressi, femminofobi, onanistici....... Una immagine devastante, per niente “eroica”



Giovanni Carlini , Milano - Italia
 sabato 31 gennaio 2015  14:44:23

Buongiorno Signora Nirenstein,sono anni che leggiamo quanto scrive sia nei libri che ha pubblicato che nei commenti.Recentemente, discutendo di Medio Oriente nel sito dell'Ansa, sono emersi dei passaggi che abbiamo offerto in valutazione, benché travolti da insulti e quant'altro (usuali quando si cerca di ragionare su questo tema).Il primo passaggio è che come fam. Carlini crediamo che tra israeliani e arabi si debba cercare una soluzione che non vada bene a uno e sia contro l'altro. La soluzione sta solo nella comune convinzione nello stroncare ogni forma di terrorismo per garantire la coesistenza di tutti.Il secondo passaggio esprime una critica costruttiva verso Israele. Crediamo che il primo punto non sia stato raggiunto, sino ad oggi, anche perché la classe dirigente politica israeliana non emerge da una generazione di politici di carriera bensì dallo Stato maggiore dell'esercito israeliano. Nulla da dire o contro il militare di professione, però è bene che ognuno faccia il suo mestiere. Al militare si affida un'operazione di contrasto ma al politico la costruzione di un'architettura sociale, economica e politica in grado di raggiungere un obiettivo tra culture e sensazioni diverse.Questi 2 passaggi, apparentemente diversi tra loro sono in realtà le 2 facce della stessa medaglia.Apprezzeremmo un Suo punto di vista su questi temi partendo dal presupposto che siamo culturalmente vicini da sempre al sentire ebraico nel mondo quindi ci permettiamo d'elevare una critica "in casa".Si tratta di una precisazione necessaria rispetto all'osservazione della Signora Hannah Arendt nel libro "La banalità del male" quando, riportando atti processuali, imputa ai diversi rabbini delle più comunità d'Europa una responsabilità diretta nel non aver incitato le comunità a reagire anziché assuefarsi agli ordini dei carnefici nazisti.Apparentemente potrebbe sembrare che il riferimento alla Arendt sia non congruo ma esprime un disagio alla critica cos



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