LA SOFFIATA PARTITA DA AMMAN
venerdì 9 giugno 2006 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
ZARQAWI, da Amman ti diciamo: sei un codardo» . Così gridava la folla nel
novembre dell’ anno scorso dopo l’ attentato dell’ Hotel Radisson. Un
matrimonio a cui Zarqawi, palestinese giordano, aveva mandato a farsi
saltare per aria Hussein Ali al Shamari, addirittura uno dei suoi
luogotenenti preferiti. Dopo gli attentati che avevano ucciso 60 persone, il
braccio destro di Bin laden si era giustificato: « Fratelli giordani,
chiediamo pietà a Dio per i musulmani periti nell’ attacco, non erano i
nostri obiettivi» . Poco dopo Al Zarqawi fece sapere, e ci si può fidare
delle sue intenzioni dato che ha decapitato personalmente almeno due dei
suoi prigionieri, che aveva intenzione di decapitare il re Abdullah. « Non
sfuggirai al tuo fato, tu discendente di traditori» , aveva proclamato al
Zarqawi. E aveva aggiunto perché non ci fossero dubbi: « Ti raggiungeremo e
ti mozzeremo il capo» . I giordani erano ideologicamente - in quanto ritenuti
apostati, e strategicamente forse gli unici ad avere un’ autentica politica
moderata oltre che essere in pace con Israele - un obiettivo dell’ odio di
Zarqawi, e la distruzione della dinastia ashemita era una pedina importante
nella sua strategia di sovvertimento del Medio Oreinte intero.
Dunque, oltre al presidente George W.Bush, i più soddisfatti al mondo per la
morte di al Zarqawi sono senz’ altro i giordani; ma anche gli israeliani sono
in prima fila perché lui aveva in animo la distruzione dello Stato ebraico,
fatto che a Bin Laden importa relativamente. Bin Laden ha sempre visto come
suo compito principale portare l’ attacco in Occidente; invece Zarqawi,
assieme ad al Zawahiri con cui aveva avuto uno scambio di lettere per
definire la nuova strategia « dei quattro stadi» che mette al centro
l’ Israele, passando per la distruzione del regime apostata di re Abdullah,
era convinto che per conquistare il mondo con l’ Islam fosse opportuno
passare prima dal Medio Oriente.
Il disegno di Zarqawi era quello di circondare Israele e farne l’ oggetto di
un attacco definitivo e vittorioso. Il due marzo è stato Mahmoud Abbas, il
presidente palestinese, a denunciarlo al mondo sul giornale Al Hayat che
esce a Londra: « Abbiamo segnali della presenza di Al Qaeda in Cisgiordania» .
Il 28 settembre Aaron Zevi « Farkash» , capo dell’ Intelligence militare
israeliana, aveva confermato: « Al Qaeda è a Gaza» . Due mesi fa Zarqawi aveva
lanciato ufficialmente la sua campagna mediorientale dichiarando che i due
missili Katiusha partiti dal Sud del Libano il 27 dicembre erano stati
lanciati in Israele da Al Qaeda. « I missili sono soltando l’ inizio di un
benedetto attacco in profondità contro il nemico sionista» , aveva chiarito
Al Zarqawi. Zawahiri in un messaggio video di marzo aveva incitato Hamas a
« distruggere Israele» , e aveva chiarito che un mega attacco contro lo Stato
ebraico fosse in preparazione. Sembra che ci abbiano pensato i giordani a
sventare, con l’ aiuto decisivo americano, un « 11 di settembre»
mediorientale.