La rivolta egiziana non deve essere un nuovo palazzo dei sogni
di Fiamma Nirenstein
Tratto da Il Foglio, 24 febbraio 2011: "Sotto la piazza l'abisso? Sguardi preoccupati di esperti davanti al vuoto lasciato dal rais"
Se le rivoluzioni, gigantesche e sconosciute, che fanno dei Paesi islamici una promessa e una minaccia, falliranno sarà perché i giovani oggi in piazza (chiunque essi siano e comunque la pensino, muoiono per la libertà) avranno dovuto pagare un triste tributo a quelli stessi dittatori che hanno cacciato via. L’insistente domanda che poniamo a noi stessi, e che molti smussano invocando i nuovi idoli dei social network, è quanto la destituzione dei tiranni arabi possa condurre a una società moderna, democratica, insomma a noi non aliena e nemica.
Le società mussulmane possono farlo: i giovani ottomani negli anni fra il 1830 e il 1850, all’inizio con riluttanza, poi con slancio, impararono almeno una lingua europea, viaggiarono, divennero i portabandiera del desiderio di dare al loro Paese, da patrioti liberali, un governo istituzionale e parlamentare nel quale vedevano il talismano del successo europeo.
Anwar Sadat nel secolo successivo ha potuto appoggiare la sua pace con Israele a una generazione di giganti intellettuali come Hussein Fawzi, Yusuf Idris e soprattutto Tawfik al Hakim, che osò scrivere: “I sionisti che si insediarono in Palestina tornavano alla patria da loro abitata nel passato”. Ma questo panorama è venuto da tempo a mancare. L’ultimo di questi grandi è stato Mahfuz.
Oggi, non preoccupano solo i Fratelli Mussulmani, di cui moltissimo si parla sperando che siano meno cattivi, ma soprattutto la mente dei giovani in piazza. Ne spiega Fuad Ajami quando parla del “Palazzo dei sogni degli arabi”. Esso è stato costruito negli ultimi trent’anni nelle mani di dittatori. La delusione che nasce nel mezzo degli anni 80 quando la crisi petrolifera fece una trappola infernale dell’urbanizzazione araba. La folla prodotta come da una macchina impazzita dal continuo boom demografico doveva essere domata da un indottrinamento micidiale. Mubarak, Ben Ali e tutta la compagnia dovevano battere una frustrazione totale, sociale, sessuale, economica, dovevano occultare la loro corruzione e la loro violenza.
Oggi è di questo che dobbiamo avere paura: i giovani che desiderano la libertà hanno (con le dovute e molte eccezioni che conosciamo avendo passato molto tempo con i dissidenti di ogni Paese) la testa piena di teorie della cospirazione: gli arabi sono vittime perseguitate dai sionisti figli di cani e scimmie, l’11 di settembre è opera degli ebrei, gli americani sono imperialisti assassini e i terroristi sono invece gioiosi martiri. Per molti di loro l’Islam è la risposta, ma più di questo il rischio attuale è nella confusione mitomane di cui si trova ovunque traccia. Un Paese come l’Egitto, in pace con Israele, fu capace di pubblicare sul giornale di stato Al Ahram la caricatura di Peres in divisa nazista durante la sua visita ufficiale. Il conflitto ideologico è in realtà uno specchio fedele del rapporto degli arabi con la modernità, vissuta come un velenoso frutto dell’Occidente. Se non cessa, non ci sarà democrazia.
In alcune immagini trasmesse da sky qualche settimana fa, prima della fuga di Mubarak ho visto tre fantocci impiccati portati dalla folla, ebbene uno di essi aveva una cravatta con la stella di Davide.....forse è un piccolo particolare ...ma è piccinamente inquietate ...Alessandro
oriano , torino italia
Gentile Signora Fiamma...ultimamente mi stò documentando con libri,articoli,e altro della realtà del popolo d'Israele...ritengo che il vostro popolo, ormai perseguitato da millenni,abbia tutte le ragioni di esistere di difendersi e di combattere per la propia libertà.detto questo vorrei per favore che mi consigliasse qualche libro che riproponga tutta la vostra storia..e che sia intante foto e elleggibile...nn sono un intelletuale o un filosofo, ma se le cose sono spiegate con chiarezza farei meno fatica ad apprenderle.ho un bellissimo libro con foto e documenti .."Israele-Palestina "di Luca Puleo con tante foto e cartine..ecco un paio di libri scritti con questa semplicità...mi scuso degli errori e le auguro una buona giornata...Oriano Ficco
Dott. Sergio HaDaR Tezza , S. Monica, CA - USA
Anche Meotti fa un bel commento su: http://www.ilfoglio.it/zakor/782Tuttavia, la stupidità e l'errore, ancora una volta, sono stati appoggiare dei satrapi anziché condizionare gli aiuti e le alleanze allo sviluppo di condizioni di VERA libertà ed educazione delle masse ai valori della libertà, senza le idiozie del relativismo che fa dire che una cultura che nega la libertà, promuove l'antisemitismo e opprime, varrebbe tanto quanto una cultura che promuove la libertà.Le culture e i sistemi politici che negano la libertà anziché promuoverla, sono inferiori e come tali vanno isolati e/o combattuti, non aiutati e messi su un piede di uguaglianza di valore rispetto a quelli della democrazia liberale.Ora, gli stessi che promuovevano il rispetto di tali culture inferiori, cavalcano la tigre delle proteste in quanto popolari, indipendentemente dal fatto che possano portare alla soppressione della libertà. La logica è la stessa: adulazione delle masse in quanto tali.Che cosa succederà adesso, per esempio, alle donne tunisine, le SOLE, fra le donne di tutti i paesi musulmani, ad avere diritti e a non essere considerate praticamente come bestiame senza diritti come secondo la Shariah?Non sembra essere una preoccupazione di chi ha nascosto al suo pubblico l'abuso sessuale, la violenza e lo stupro di massa subiti dalla giornalista di CBS Lara Logan in Piazza Tahrir, all'urlo di "Ebrea, Ebrea!"; o il fatto che, in Egitto e Libia, Mubarak e Gheddafi sono stati raffigurati con una Stella di Davide in fronte dalle folle inferocite.
alfonso nicita , siracusa
Se da un aparte vi è trepidazione e simpatia per quanto sta succedendo nel vicino oriente, dall'altro è innegabile per lo meno la preoccupazione per i futuri sviluppi politici della piazza. Non credo che in Libia e in Egitto vi sia una cultura di massa "democratica", vi è piuuttosto rabbia e disperazione, facili preda di intolleranza e nuove tirannie. Non credo che il disinteresse operativo dell'Occidente e dell'Europa sia una giusta risposta (pur non avendo io una rispoosta)
berton gaetano , arquata scrivia italia
signora Nirenstein capisco le sue perplessita ma mi sembra che lei stia sbagliando per quello che ho è letto non sembrano esserci sentimenti antiisraeliani almeno in modo diffuso nelle manifestazioni di questi giorni per esempio non si sono viste bruciare bandiere di Israele come successo in passato certo il pericolo esiste lei parla dei Giovani Turchi che hanno trasformato l'Impero Ottomano e poi la Turchia in un paese laico ma non dimentichiamo che proprio in questo ambito si genero il genocidio Armeno prefigurazione di quello Ebraico dipendera anche dai nostri governi cosa succedera in futuro purtroppo il mondo occidentale sta a guardare come 20 anni fa resto a guardare l'assedio di Saraievo mentre Al Qaida lancia proclami a sostegno del popolo libico ancora oggi Dini dice che non è auspicabile un allontamento di Gheddafi intanto la gente muore