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LA RIVOLTA DEL GHETTO

sabato 3 agosto 1996 La Stampa 0 commenti
LA rivolta del ghetto di Roma contro la sentenza Priebke si è svolta con un inconsapevole tempismo da orologio svizzero: strategia non concertata, istintiva ma intelligente, sincronizzata alla perfezione dice Luca Zevi, assessore alla Cultura della Comunità ebraica. Da una parte, sulle sponde del Tevere, la Piazza che non è solo un insieme di pietre, ma un pullulare di vita ebraica piena di fervore; la Sinagoga si apre all'annuncio che Priebke verrà mandato libero come una bocca spalancata dallo stupore. La gente corre dentro a pregare e a piangere; il sole si spegne, la memoria si appanna. Scende dalla sua casa ultramoderna, rosa e grigia, la bella signora dell'ebraismo italiano, Tullia Zevi: decisa - racconta - a ritrovare il nesso con la storia d'Italia, a disebraizzare la vicenda il più possibile. È una tragedia italiana. È una grande occasione storica perduta dall'Italia, un'occasione di cui non si è saputo cogliere la grandiosità tragica, affidandola a mani povere e incompetenti.... Fiamma Nirenstein CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA

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