Fiamma Nirenstein Blog

LA RIMONTA DELL’ ANTIPATICO

lunedì 11 dicembre 2000 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein NIENTE più occhi bassi e mezzi toni: sicuro di sé , determinato, col dito puntato contro Barak, una via di mezzo fra il Diavolo e il Messia, Bibi è di nuovo qui sicuro che il popolo lo voglia. Israele invece di parlare del dramma di Barak, in realtà in queste ore non parla che di lui, per odiarlo, per paventarlo, ma anche per amarlo e desiderarlo. Di certo il suo lungo gioco a nascondersi, insieme alla guerra gli hanno portato in regalo una popolarità che Bibi, da quando due anni fa fu sconfitto con gravi perdite e dichiarò che voleva ritirarsi a vita privata, non sognava davvero di poter riguadagnare. La sua durezza in politica e nell’ esprimersi, il suo egocentrismo, la sua incapacità di condividere coi suoi le decisioni, l’ antipatia popolare per sua moglie Sara, i sospetti di imbrogli ed impicci che più volte sono giunti sulla soglia del tribunale, lo avevano fatto sparire dalla scena, sconfitto e accompagnato da boati di disapprovazione. E lui si è messo da parte, ha imparato la lezione, ha abbassato la cresta, è andato nei kibbutz del Nord per spiegare alla sinistra disposta ad ascoltarlo che era pentito, ai suoi (al contrario di quello che ha fatto Barak nel Labour) ha mostrato una malleabilità tutta nuova al consiglio e all’ amicizia. E’ andato in Francia ed in America ripetutamente alla ricerca di fondi, ma senza far rumore, senza spingere. E a chi gli chiedeva se aveva intenzione di rimettersi in corsa, rispondeva che stava così bene a casa sua, insieme ai suoi cari. Chi lo ha stanato veramente dall’ esilio? Non certo il Likud, non certo Sharon che lo teme. Chi lo ha reso una cassaforte irrinunciabile di voti per il Likud è Arafat. Più volte del resto importanti personaggi della nomenklatura palestinese hanno mostrato una nostalgia tutta mediorientale per Bibi, inteso come un vero duro che però alla fine aveva dovuto cedere Hebron e aveva firmato l’ accordo di Wye Plantation, il nemico del cuore che con le sue angherie aveva spostato le simpatie americane verso Arafat e che comunque si porta dietro la folla della destra. Una garanzia di concessioni magari minori ma realistiche.

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