La pressione di Obama per gli insediamenti: un inutile siparietto
Il Giornale, 31 maggio 2009
Sembra semplice e diretta, là per là, l’idea di puntare tutte le carte sul blocco degli insediamenti e lo sgombero degli outpost: Obama ha insistito nei suoi incontri con Netanyahu e Abu Mazen rovesciando l’impostazione americana. Prima lo sgombero, poi le trattative, poi semmai si riparla dell’Iran, del suo assedio a Israele tramite Hamas e Hezbollah. «Gli Usa chiedono di smantellare gli insediamenti», e poi «Doccia fredda di Israele sulle richieste americane» e poi «Abu Mazen si appoggia a Obama e crea un nesso fra il piano arabo e la pace israelo-palestinese». Questo sarebbe lo stato dell’arte, nell’opinione pubblica. Ma è vero? Solo in parte. E che cosa significa? Con la guerra degli insediamenti Obama innanzitutto vuole, prima di andare al Cairo per il suo discorso al mondo islamico del 4 giugno, dare un forte segnale che il vento è cambiato, che gli Usa pressano gli israeliani senza tanti complimenti e non ritengono indispensabile un impegno prioritario palestinese per la democrazia e contro il terrorismo. Se si ricorda cos’è stato lo sgombero di Gaza sotto Ariel Sharon, l’uso dell’esercito nell’estrarre donne, bambini, vecchi, dalla Striscia; se, parlando di outpost, ovvero di ciò che deve essere subito smantellato, si pensa a Amona, nel West Bank, in cui la cronista ha visto 300 feriti fatti dai soldati a cavallo in un paio d’ore, si capisce cos’è uno sgombero. Inoltre, la memoria israeliana immediatamente collega la sofferenza dello sgombero alla sua inutilità per la pace, alla presa del potere di Hamas, il lancio dei missili su Sderot. Dunque, si capisce perché il governo di Netanyahu non sorride all’idea di sgomberare ancora. Tuttavia, e di questo l’Europa non si è occupata, preferendo lo stereotipo «terribile governo israeliano di destra», ha convocato i quadri del Likud per dire che poiché la priorità assoluta è quella di salvare Israele dall’Iran occorre un rapporto positivo con Obama. Così, si stanno sgomberando 12 outpost in pochi giorni, si preparano la liste di altri 26 luoghi condannati, tutto il Paese discute freneticamente di nuovo del futuro degli insediamenti, alcuni rabbini proibiscono ai soldati di partecipare agli sgomberi, si preparano grandi manifestazioni di destra e di sinistra. In questa situazione il governo Netanyahu, in cui siedono i nazionalisti insieme a Ehud Barak, ministro socialista, rischia l’infarto. Questo certamente creerebbe uno stallo che non dispiacerebbe ad Abu Mazen, come egli ha dichiarato al Washington Post: Abbas sa ciò che Obama sembra ignorare, cioè che con Hamas alla gola, non c’è accordo possibile fra i Palestinesi e Israele, solo parziali pour parler. Hamas ha già dichiarato che Abbas non li rappresenta. Abu Mazen, tirato a sinistra, ripete di nuovo che non riconoscerà uno stato ebraico perché questo terrebbe fuori i profughi palestinesi; e questa invece è la condizione di Israele per parlare di “due stati”. Abu Mazen ha ricordato che Olmert gli aveva offerto il 98 per cento dei Territori, e anche metà Gerusalemme. E allora perché non aveva accettato, ha chiesto il W. Post? Troppo poco, ha risposto. Dunque gli «insediamenti» sembrano servire ad Obama per due scopi: mostrare il cambiamento americano; gettare sul tavolo un gioco facile, che piaccia al mondo arabo, e rimandi il gioco vero, quello atomico e terroristico di Pyongyang e Teheran, collegati inesorabilmente nella struttura atomica siriana distrutta da Israele l’anno scorso. Ma attenzione: Mubarak, pure onorato della visita, forse non apprezza, oggi, che si isoli Israele. Esso è l’unico deterrente vero contro l’Iran egemonico che lo minaccia, e anche l’Arabia Saudita sembra vederla così. L’Islam moderato vuole vedere una mossa americana, ma soprattutto sull’Iran.
Sono d'accordo con Fiamma Nirenstein, le richieste di Obama agli israeliani di sgombrare la Cisgiordania, costituiscono soltanto un siparietto. Abbiamo visto tutti quello che è successo a seguito dello sgombro della Striscia di Gaza, dove hamas, invece di adottare politiche volte a creare benessere ai cittadini di Gaza, si è impegnata ad acquistare armi ( i razzi cassan, katiuscia....) per attacare Israele. Pertanto, primi di procedere al ritiro degli ebrei dalla Cisgiordania, i palestinesi ( tutti ..) dovrebbero eliminare tutte le sacche di terrorismo annidate al suo interno ( cosa che non avverrà mai....). Il presidente Obama, si pone come obiettivo, quello di essere simpatico a tutto il mondo islamico, magari chiudendo un occhio sulla minaccia atomica iraniana e della Corea del Nord. Per fortuna c'è Israele che non rimane a guardare..vedi l'intervento delle forze speciali israeliani ( Sayeret Matkal ..i migliori soldati del mondo ) hanno eliminato la minaccia atomica della Siria..( come hanno fatto gli israeliani a penetrare in profondità in territorio siriano e soprattutto gli F16 ad eludere i radar russi ultramoderni ..è un mistero.. ) VIVA ISRAELE
jochanan , italia
non sono d'accordo con quanto dice Eluana sui rapporti tra sciiti e sunniti. A conferma di quanto dico stanno i grossi attentati sempre contro sciiti in Iraq e in Pakistan, quasi sempre nelle moschee per la preghiera del venerdì o in occasione delle grandi ricorrenze religiose sciite (morte di Alì, ecc.) Ma c'è un'eccezione: appunto intorno a Israele, cioè soprattutto in Libano e in parte a Gaza. Credo che i motivi siano essenzialmente la ricerca di prestigio, i sentimenti di rivalsa di una setta minoritaria da sempre malvista dalla maggioranza degli islamici. Un po' come se una qualche confessione protestante fondamentalista volesse crearsi visibilità a Roma, vicino a S. Pietro, acquistandosi una delle molte chiese lì vicino praticamente inutile e facendo da la una grande pubblicità a se stessa e propaganda anticattolica...Appunto per questo l'Iran (e quindi Hezbollah e Gaza) sono pericolosi: per ottenere visibilità e prestigio in un mondo largamente intossicato dall'odio serve urlare più di tutti e ottenere almeno qualche successo. Come bloccarli? Assolutamente no con l'appeasement: sarebbe visto e sbandierato come una vittoria, e ne abbiamo visto degli esempi. L'unico modo temo purtroppo sia una bastonata da lasciarli tramortiti: una rivolta interna all'Iran (ci vorrebbe una crisi alimentare grave, visto il ferreo controllo sui media del regime), una catastrofe nucleare dovuta a imperizia (che so, uno scoppio della prima atomica in luogo sbagliato con molti morti);potrebbe anche essere utile un embargo ferreo ed effettivo da parte di TUTTI i paesi, a cominciare dalla Russia, con blocco navale annesso per renderlo totale. Distrutta la testa del serpente Hezbollah e Hamas verrebbero subito ridimensionati. Ma conoscendo la debolezza, la scarsa coesione dell'Occidente e le velleità di Obama temo proprio Israele resterà da solo..Preghiamo D..o
Luana , Genova
Cara Onorevole Nirenstein,grazie per la sua visione nitida e realistica sullo stato dell'arte. La condivido in pieno. Tuttavia, Le chiedo: davvero lei crede che Egitto ed Arabia Saudita siano così allineati contro il fronte Iran - Siria - Hezbollah - Hamas?Davvero Lei crede che la scissione Sciiti (eterodossi) e Sunniti (mussulmani ortodossi), che la differenza Arabi e Persiani (non arabi) esista realmente? Parlando con un arabo di medio-alto livello da anni in Italia, quest'ultimo ha ribadito che "siamo tutti fratelli mussulmani, non c'è Sunna non c'è Sciia, quello che conta è la compattezza dell'Islàm". Guardandolo negli occhi, ho capito, che è vero - la forza dell'Islàm - amche se si trattata di una conversazione privata fra due comuni mortali.
Ilaria Arri , Rivoli (To), Italy
ma perché si sta comportando così OBama? Mi aspettavo molto di più da un presidente così innovativo e giovane come lui.Onestamente mi ha deluso!!Tenti di dialogare sia con gli arabi che con gli ebrei invece di imporre dall'alto!!Finalmente farà un bel passo avanti, invece di farne molti indietro.Un abbraccio fraterno, Ilaria.
mustafà , banderabas
mi toglie una curiosità? quando parla di destra cosa intende?da noi in occidente la destra storicamente fa riferimento al fascismo etc ma in israele? sarebbe l'ala destra del comunismo sovietico?
germani giuseppe antonio , oristano-italia
Che interesse avrebbe Israele a dialo=gare coi Palestinesi ? Solo per essere ri=conosciuto lo Stato di Israele dai Palestinesi? I Palestinesi non contano più nulla.Col dialogo Israele dovrebbe poi cedere alcuni territori da Lei occupati eciò è ormai impossibile, il vicolo è cieco,non vi è via di sblocco. Cordialmente.
alessandra pontecorvo , roma, italia
non mi aspettavo nulla da Obama per quanto riguarda la gestione del conflitto meodiorientale ma sono delusa da Hillary CLinton, che qualche ricordo degli inutili sforzi del marito Bill per far accettare ad Arafat l'offerta stratosferica di Ehud Barak (il quale Arafat giustificò il rifiuto dicendo che lui non rappresentava un miliardo di mussulmani, al che tutti ci chiedemmo chi rappresentasse, allora, i palestinesi) dovrebbe conservarlo, risparmiandosi le solite pressioni su Israele e unicamente su Israele.
mario coccia , genova italia
veramente problematico quanto da lei scritto, ma mi sembra rispecchiare una verità assoluta: i regimi arabi "moderati" sono i più preoccupati da un iran atomico e vogliono, paradossalmente, in assenza di azioni dagli usa, una risposta forte e devastante da israele.obama sta giocando sul filo del rasoio, ma non ha molto tempo davanti.per n corea e iran ogni giorno che passa a discutere è un giorno guadagnato, in cui essi si rafforzano.ma tutto ciò deve finire presto, o anche noi europei saremo sotto tiro dell'iran.questo i media non lo dicono: perchè?è una verità scomoda?
Franco , Italia
Purtroppo non si arriverà alla vera pace se si tratta a piccoli passi. Anche dopo gli oramai multipli tentativi fatti, tutto è fallito davanti alla richiesta fondamentale del riconoscimento dello Stato di israele. Penso che, se si vuole arrivare ad un risultato ci si deve sedere intorno ad un tavolo e trattare fino a chè non si arrivi ad un vero conclusivo e definitivo trattato di pace. Solo a quel punto si potrà abbandonare insediamenti. Ma come si può sedersi intorno ad un tavolo con chi non vuole nemmeno sentir parlare della parte avversa? Si cominci a riconoscere il diritto all'esistenza dello Stato di sraele, ci si parli a tu per tu, poi si potrà anche cedere su molte cose. Perchè arabi possono vivere nello stato di Israele ed invece non possono ebrei vivere in pace in una futura Palestina? Attenti a non fare come a Gaza dove si è sgomberato troppo presto e si è così dato in mano ad Hamas una scuola di odio contro Israele in combutta con l'Iran.Anche Obama dovrà pur convincersi che non c'è altra soluzione che una linea dura verso Hamas ed il terrorismo.Franco