Fiamma Nirenstein Blog

La nuova illusione della piazza araba

giovedì 4 luglio 2013 Il Giornale 4 commenti

Il Giornale, 04 luglio 2013

La folla che si è ribellata a Mursi è la stessa che lo sosteneva. Inutile sperare nel “lieto fine” democratico

L’esercito ha dunque estratto Mursi dal palazzo, ha messo “sotto protezione” anche gli altri membri importanti della Fratellanza Musulmana, ha occupato la comunicazione radiotelevisiva. Fa un effetto terribile vedere l’Egitto, culla, col grande Nilo, di una parte fondamentale della civiltà del genere umano il cui stereotipo è dentro ciascuno di noi, andare a pezzi. Perché proprio questo accade sotto i nostri in occhi in queste ore, e nessuno si illuda: per ora non c’è in vista nessuna soluzione democratica. Le magnifiche sorti e progressive sono rimandate. L’esercito si farà da parte in favore del Consiglio Popolare ad interim che ha annunciato, ma è chiaro che il governo di Morsi, più ancora che dalla folla rivoluzionaria, è stato spodestato dai generali, che hanno agito con senso di necessità per evitare stragi inutili. Tuttavia mentre le mayadin (le piazze) ondeggiano d’odio e si scontrano, mentre l’esercito cerca di controllare la situazione, noi ci inventiamo una storia a lieto fine, con i buoni, cioè i laici, che prendono il potere e cacciano i cattivi, cioè Mursi e i suoi islamisti.

La vera storia, però, è quella di un fallimento ulteriore della democrazia elettiva, del rigetto popolare per un uomo mediocre che appena insediato ha prevalentemente lavorato per la sua organizzazione, i Fratelli Musulmani, e ha sistemato i suoi in tutte le posizioni di rilievo, lasciando fuori chiunque altro. E’ la storia di un leader incapace che non ha mai detto la parola “tecnologia” o “occupazione” in un Paese in bancarotta per paura che si trasformasse in una lode della modernità e i suoi sceicchi sunniti lo biasimassero. Mursi ha risvegliato la lava di un odio che nel Paese ha sobbollito in mancanza di sfogo democratico, di stampa libera, di occupazione... Nel 1952 un colpo di Stato militare cercò di metter fine a un ordine sovrano in cui regnava il nepotismo, e lasciò in eredità la dittatura. Le sue classi dirigenti erano e sono rimaste egoiste, mitomani come Nasser, incapaci di combattere la corruzione e l’impoverimento. L’Egitto, con Nasser, poi con Sadat ucciso dai suoi, poi con Mubarak esautorato da folla e esercito, e ora con Mursi, un uomo grassoccio e di misera favella, ha sempre avuto come nemici interni tutti quelli che non fanno parte del privilegio del potere. Mursi è diventato in un anno lo spauracchio di metà dell’Egitto: ha avuto un momento di gloria quando il generale Tantawi lasciò l’interregno post Mubarak, e lasciò a lui il potere conquistato con le elezioni, dando alla gente un’illusione di democrazia. Ma questa parola, non funziona per l’Egitto.

Il professor Bernard Lewis che ha affermato che le elezioni non sono un punto di partenza, ma un punto di arrivo. Adesso, si scrive che gli islamisti sono stati democratici ma non liberali, ma che i liberali non sono democratic, tanto che stanno rovesciando un governo eletto. Di fatto, la stessa folla che ha rovesciato Mubarak e inneggiato a Mursi con le varie vite di Piazza Tahrir (i blogger con i blue jeans, il clerico sunnita Al Qaradawi che li sbatte fuori portandovi un milione i rivoluzionari islamisti, la violenza sessuale a una giornalista proprio in piazza) è di nuovo là contro Mursi, infuriata... Si è comportato come un delegato della Fratellanza, dice la folla, infischiandosene dell’Egitto. Ma le stesse due fazioni dei nazionalisti (ex Mubarak) e islamisti sono pronti a scontrarsi al loro interno, a conglomerarsi con altri gruppi. In piazza contro Mursi c’è anche il gruppo ultrareligioso Al Nour, sei ministri del suo governo compreso il ministro degli esteri sono contro di lui, la polizia, da sempre violenta e corrotta, con i rivoluzionari, ha rimosso i blocchi di cemento davanti al palazzo presidenziale.

E’ la scena dell’impossibile mosaico mediorentale che si forma e si disfa. Le due le parti hanno in comune solo l’odio per Obama e il Mossad di tutti i guai dell’Egitto. La folla ruggiva ieri per le strade, a osservare la vicenda da Gerusalemme era commovente ascoltare per radio gli intervistati che in ebraico perfetto dichiaravo di voler vivere in un Paese normale. Mentre l’esercito, per l’ennesima volta, prende il posto del faraone che dovrà affrontare il grande Paese del Nilo, sperando nel favore degli dei.



 Lascia il tuo commento

Francesco Salatino , Francoforte sul Meno/Germania
 giovedì 4 luglio 2013  15:26:56

Cara Fiamma Nirestein,molti credono, è vero, alla favola del cambiamento civile e democratico dei paesi islamici. Con la loro ideologia e cultura di odio verso Israele e America non risolveranno mai i loro problemi.In quei paesi, i militari sono il male minore.



Anna Maria Mileti , Italia
 giovedì 4 luglio 2013  15:04:48

E' o sembra tutto così scoraggiante, e nello stesso momento entusiasmante quello che sta accadendo in Egitto. Se solo ciascuno nella folla delle piazze riuscisse a rideventare singola persona e a trovare in un momento così pericoloso la forza di trovare dentro di sè il riconoscimento e la rivendicazione vera dei propri diritti di democrazia, smascherando gli spettacoli mediatici di tanti istrioni pagati per stordire il loro pubblico.Auguri veri ad ogni singolo egiziano.



talmud.nc , roma
 giovedì 4 luglio 2013  11:04:58

Mi spiace per Fiamma ma niente di nuovo sotto il sole. Gli intellettuali egiziani tanto cari a d'Alema sono gli stessi che quando vengono in Italia sono tutti inchini e sorrisi e quando tornano nelle loro università inneggiano nelle loro lezioni agli studenti alla lotta religiosa contro l'occidente ebraico o cristiano che sia. E io pur essendo cattolico so quanto soffrono e soffriranno i copti in quel 'regime' eterno. E l'Obama che ci ritroviamo è il deboluccio che avevamo previsto. Bugiardo in politica interna e inerte in quella estera.



giuseppe casarini , binasco(MI)-italia
 giovedì 4 luglio 2013  09:26:59

Analisi lucida e brillante..complimenti!ggc



Per offrirti un servizio migliore fiammanirenstein.com utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito autorizzi l'uso dei cookies.