Fiamma Nirenstein Blog

La nostra "guerra santa": combattere l'incitamento all'odio

venerdì 11 gennaio 2008 Generico 4 commenti
La nostra
Bush se ne va, e qua restano tutti i guai che ha trovato: i venti missili che sono stati sparati sugli inermi cittadini di Sderot nei due giorni della visita, con feriti e distruzioni, l'incapacità o la mancanza di volontà di Fatah di fermare i loro fratelli di Hamas, il massimalismo che ha impedito anche stavolta ad Abu Mazen di parlare di due Stati, uno per i palestinesi, e l'altro per gli ebrei, seguitando così ad alimentare il sogno diffuso quotidianamente, ovvero di inghiottire Israele, dal Mare al Fiume.
 
Bush ha aiutato Israele a spiegare che non sono i confini del 67 quelli rilevanti, ma quelli che consentono di mantenere una situazione demografica ormai sul campo; ma nello stesso tempo vuole uno Stato Palestinese senza interruzioni territoriali, quando è già del tutto evidente che questo è impossibile in primis per la distanza fra Gaza e la West Bank. La battaglia su Gerualemme, poi, comincerà proprio adesso, dopo che Bush, andandosene senza sostenere l'antico diritto di Israele alla sua capitale storica, lascia aperta la strada a divisioni che possono diventare fatali per qualsiasi arrangiamento di sicurezza, la base stessa di ogni accordo. Perché in questo, Bush ha invece dimostrato un buonsenso che nessun leader europeo avrebbe mai manifestato, quello di ripetere la priorità della lotta al terrorismo su ogni altra cosa. Lui sa, a differenza degli europei, che il terrore, la jihad, sono l'elemento dirimente fra pace e guerra, il vero confine su cui lottare. Quando ha detto "ma a me ai check point mi fanno passare" non era una sciocchezza come in molti, specie israeliani, si sono affrettati a scrivere: era la pura verità. I check point non esisterebbero, non esisteranno, se chi passa non vorrà nuocere.
 
In questi giorni la TV palestinese ha mandato in onda per l'ennesima volta un clip in cui una giovane donna viene assassinata a sangue freddo dai perfidi soldati israliani. Sale in paradiso, diventa una delle 72 vergini, e presto la raggiunge un giovane anche lui martirizzato per mano degli israeliani. Intanto il mondo arabo seguita a spargere odio a ogni piè sospinto verso Israele, giornali, tv, gruppi politici anti e pro governativi sono autorizzati, anche nei Paesi in pace con Israele, a fare una sola cosa liberamente: spargere odio contro Israele. Questo è il vero terreno su cui Bush può muoversi: o l'aiuto, o la cultura jihadistica dell'odio. Questo può essere fatto senza minacce armate, senza guerre, quietamente o con prese di posizioni pubbliche... Se Bush vuole formare un fronte anti-Iran, deve costringere i Sauditi a chiudere le madrasse che tengono vive in tutto il mondo e in cui si da un'educazione jihadista e suicida, carica d'odio in particolare verso gli ebrei e Israele e che, benché sunnite, saranno sempre pronte a fornire munizioni ideologiche e pratiche ai terroristi filo-iraniani o di Al Qaeda.
Ora che è diretto verso quelle sponde, Bush dovrebbe intraprendere quella guerra veramente santa: niente odio verbale scritto o trasmesso nell'etere, pena la chiusura dei rapporti.
 
* nella foto una casa di Sderot colpita da un qassam il 9 gennaio.

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Crusader , Palermo/Italia
 mercoledì 16 gennaio 2008  22:23:47

Ma si tratta però di un processo a lungo termine, complicato e difficoltoso, costellato di solide vittorie ma anche di cocenti sconfitte, e questo perché la fonte a cui si abbevera il terrorismo islamico è rappresentato dalla monarchia saudita, intoccabile per noi occidentali a causa del maledetto petrolio che ci strangola. Senza saperlo ci siamo infilati da soli il cappio intorno al collo, illudendoci che il mondo musulmano rimanesse apatico nel suo fatalismo senza mai cadere in un estremismo fanatizzato. E invece non abbiamo fatto i conti con quello che nell'area mediorientale paradossalmente è sia il nostro principale alleato politico che il nostro più inesorabile avversario religioso, e cioè l'Arabia Saudita. Sotto l'influsso nefasto del wahabismo sunnita, questa nazione musulmana ha dapprima instaurato al suo interno la sharia e poi, grazie all'incalcolabile ricchezza garantita dai pozzi di petrolio, da svariati decenni promuove la divulgazione del credo islamico più ortodosso moltiplicando le scuole di stretta osservanza coranica, le madrasse, foraggia surrettiziamente diverse organizzazioni terroristiche non solo palestinesi e sostiene le comunità musulmane insediatesi in Occidente, assicurando finanziamenti per la costruzione di moschee e di centri culturali. I folli fanatici che si sono immolati l'11 Settembre facendo una strage mostruosa non a caso erano quasi tutti sauditi e lo stesso Bin Laden è un principe saudita! Anche se ora il pericolo più imminente proviene dall'Iran sciita per i motivi che tutti conosciamo, dalla ricerca della bomba atomica all'appoggio fornito ad Hamas ed Hezbollah che attentano alla sicurezza di Israele, non bisogna dimenticare che il contagio dell'Islam radicale si è diffuso e continua ad alimentarsi per il nefasto operato dei sauditi che si credono detentori dell'unica verità religiosa da imporre anche all'Occidente infedele, materialista e corrotto. E noi siamo impotenti perché ci garantiscono i rifornimenti petroliferi!



Crusader , Palermo/Italia
 mercoledì 16 gennaio 2008  19:31:19

Mi ricordo del freddo brivido alla schiena che ho provato quando, a pochi giorni dall'attacco alle due Torri a New York, il Presidente Bush ammonì che sarebbero occorsi almeno cinquanta anni per debellare il terrorismo dei fondamentalisti islamici. Aveva già ben presente il pericolo che minaccia il mondo occidentale, avvertendo l'oscuro presagio della lotta a venire che sarà lunga e difficile e che potrà risolversi solo con l'avvento nel mondo musulmano di una generazione più tollerante e meno aggressiva. Quindi dobbiamo ravvisare che siamo solo all'inizio di uno scontro di civiltà che si svolgerà in diverse fasi. Attualmente noi siamo all'offensiva e stiamo cercando di soffocare alcuni focolai di incendi che stanno divampando, vedi Afghanistan e Irak. Non possiamo purtroppo intervenire direttamente in Pakistan, nazione musulmana già dotata di armi nucleari (si spera sotto controllo) dove è palese la collusione tra il potere ed Al Qaida, come dimostra l'attentato che è costato la vita alla coraggiosa Benazir Bhutto, e soprattutto in Iran, dove la teocrazia islamica fomenta il peggior terrorismo antisemita e cerca di pervenire di nascosto alla realizzazione della Bomba, fiduciosa che un bombardamento strategico americano per adesso sembra improponibile nell'anno delle elezioni per la White House. La situazione si presenta molto fluida e suscettibile di imprevedibili sviluppi, ma una cosa è purtroppo molto chiara ed io al contrario della nostra cara Fiamma sono pessimista: non possiamo entrare nelle menti o influenzare i cuori dei musulmani perché le loro elites ci hanno in pratica dichiarato guerra e li stanno sobillando ed incitando contro di noi con la loro infame e menzognera propaganda antioccidentale. Allora l'America è costretta, ovviamente se in grado di farlo, ad esportare anche con la forza delle armi la democrazia come ha già fatto in Europa, per abbattere dittature corrotte e bellicose e per assicurarci un futuro di pace con un Islam rinnovato e moderno.



luigi , senago
 domenica 13 gennaio 2008  09:44:43

buondì fiamma hai ferfettamente centrato il vero nodo della questione , i saud , non è la palestina il vero problema ma la mecca e i suoi padronisono loro ad avere interesse in questo caos l'islamizzazione del mondo è cominciata da lì solo annientando l'origine si spegnerà tutto il fuoco . a buon intenditor poche parole



L'Altra Rossa , Italia
 sabato 12 gennaio 2008  16:13:14

Salve,l'ho conosciuta grazie ad un blogger "Il Reazionario"www.ilreazionario.blogspot.comche mi consigliò la lettura del suo libro "INTERVISTA A BERNARD LEWIS"Devo dirle che ha offerto punti di riflessioni molto chiari,anche per le persone meno ferrate in materia.Molti non non conoscono infatti le simpatie arabe del passato,non conoscono le ragioni delle crociate,ne riflettono abbastanza sui due pesi e le due misure che in Occidente si usano quando si tratta di America ed Israele.Bellissimo il punto della conquista del "Cuore"dell' Islam da Napoleone prima e da Nelson poi.Grazie dello spazio che qui concede.



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