La Libia avverte: "L’Isis arriva in Italia"
mercoledì 13 maggio 2015 Il Giornale 4 commenti
Il Giornale, 13 maggio 2015 Come il sale dell'acqua di mare sulla ferita dei barconi di immigranti disperati e spesso morituri nel Mediterraneo, stavolta l'avvertimento è aspro e diretto. Ha detto ieri dal Cairo Omar al Gawary, ministro del Governo libico di Tobruk riconosciuto dalle organizzazione internazionali, che "nelle prossime settimane l'Italia sperimenterà l'arrivo non solo dei poveri migranti dall'Africa ma anche dei barconi che trasportano Daesh (l'Isis)". Una pessima notizia corredata di particolari: "Malta e l'Italia saranno interessate attraverso i porti che sono dominati da Fajr Libya. L'esercito e i responsabili libici hanno informazioni". E'un'accusa diretta al Governo che domina Tripoli, non riconosciuto dalla comunità internazionale, agli ordini di Omar al Hassi, di essersi fatto oltre che bastione delle milizie islamiche anche esportatore di terrorismo. Mentre il governo legale con sede a Tobruk gode del sostegno dell'Egitto, invece quello di Tunisi ha con sé la simpatia della Turchia che espande la sua aspirazione ottomana-egemonica in Medio Oriente cavalcando la Fratellanza Musulmana, cui il presidente Erdogan è molto vicino. Al tempo dell'azione militare nel 2011 si limitò al pattugliamento, un gesto molto apprezzato che ha mantenuto alla Turchia un ruolo privilegiato nel post Gheddafi islamista, con appalti abbondanti.
E' difficile dunque ignorare che l'allarme lanciato da al Ghawari viene dopo che domenica sera le forze del governo hanno bombardato il cargo turco Tuna-1 che viaggiava scortato da motovedette: secondo Tobruk portava armi destinati a Derna, la capitale del Califfato in Libia, un paradiso shariatico in cui si sposano le bambine di 12 anni e si organizzano i combattenti per l'espansione del califfato mondiale. Che la nave turca sia stata colpita perché i turchi aiutano l'Isis l'ha detto un portavoce per spiegare l'attacco in cui è stato ucciso un ufficiale e feriti diversi marinai. Questo non ha certo addolcito i rapporti di fuoco (in senso letterale dato che l'Egitto bombarda da tempo gli islamisti con i suoi aerei) con il generale Sisi, ed è probabile che non a caso Gawari abbia lanciato l'allarme proprio dal Cairo. E' realistico l'allarme? Abbastanza. L'Isis già da tempo ha piani dettagliati su come causare "pandemonium", così si esprime, in Europa utilizzando i barconi: lo spiegava dettagliatamente il suo materiale di propaganda del febbraio scorso tradotto dal think tank antiterrorista della Quilliam Foundation.
La volontà di diventare un forza dominante in Libia la dimostrò sempre nel febbraio mozzando scenograficamente le teste di 21 egiziani copti su una spiaggia, operazione per cui l'Egitto decise di attaccare. E'sempre la stessa tecnica: terrorizzare a morte per acquistare territorio per lo Stato islamico. Il testo del piano spiegava che la Libia è particolarmente interessante per la sua lunga costa che fronteggia "gli Stati crociati del sud", e aggiungeva che trovava molto attraente il numero dei migranti che partivano da quella costa circa in 500 al giorno, valutava l'Isis. "Fratelli" -diceva il testo dell'Isis- “col permesso di Dio, (la Libia) è la chiave dell'Egitto, della Tunisia, del Sudan, del Mali, dell'Algeria e del Niger", oltre come già detto, delle terre dei crociati.
Al Gawari ieri ha spiegato bene che ha lanciato l'allarme perché la Libia vuole essere aiutata: "Le forze armate libiche" -ha detto- “devono essere ben equipaggiate per far fronte all'emigrazione clandestina, sia la Marina che protegge le coste, sia l'Esercito che protegge le frontiere terrestri". E ha ripetuto cosa intendono i libici per aiuto: "I libici vogliono che sia levato l'embargo alle armi e pagheranno col loro denaro per acquistare le armi necessarie per restaurare la pace e la sicurezza nel Paese. Non abbiamo bisogno di aerei". E ha aggiunto "chiediamo alla comunità internazionale di chiedere ai golpisti di Tripoli di smetterla" -lasciando operare- "il legittimo Governo eletto". Non dice se chiederglielo per favore. Certo, risulta ben chiaro cosa intende la sua parte quando parla di "aiuto a casa loro" come diciamo noi. Non fiori o opere di bene.
venerdì 15 maggio 2015 20:40:16
Cara Fiamma, sembra logico appoggiare le richieste del governo libico di Tobruk, fornendogli armi, ma si deve badare che poi non finiscano nelle mani dei terroristi come quelle trovate negli arsenali di Gheddafi.----- Per evitare questo occorrerà un supporto aereo che impedisca l'avanzata eventuale dei terroristi verso il territorio controllato dai governativi legittimi.----- Quanto alla Turchia, finché sarà al potere Erdogan e la teocrazia islamica, bisognerà dimenticare la pregressa alleanza con la NATO, e considerarla come ostile, dissuadendola con ogni mezzo dalla sua espansione verso la Libia.----- I turchi hanno dimostrato ampiamente di non avere alcuna intenzione di combattere ISIS (cosa che, dato il loro esercito ben sviluppato in armamenti e numero di effettivi, avrebbero potuto fare).----- Sembra invece opportuno appoggiare i curdi, inserendo un “cuneo” militare fra loro e la Turchia, che impedisca di prenderli fra due fuochi, bloccando il flusso di terroristi proveniente dalla Turchia, dove hanno punti di raccolta e smistamento.----- Tra l'altro sono stati commessi errori nel caso Ucraina, in cui un ragionevole compromesso avrebbe evitato di inimicarsi la Russia, che sarebbe stata molto utile nella guerra contro ISIS, ed avrebbe fatto da deterrente contro azioni ostili della Turchia.----- Mancano notizie di cronaca GIORNALIERA sulle azioni di Egitto, Arabia Saudita, Giordania ed esercito del Iraq (ed azioni aeree anche U.S.A.) contro i terroristi, per “avere il polso” della situazione.
Silvio Riva , MILANO - ITALIA
mercoledì 13 maggio 2015 19:23:50
Cara Fiamma, sembra logico appoggiare le richieste del governo libico di Tobruk, fornendogli armi, ma si deve badare che poi non finiscano nelle mani dei terroristi come quelle trovate negli arsenali di Gheddafi.----- Per evitare questo occorrerà un supporto aereo che impedisca l'avanzata eventuale dei terroristi verso il territorio controllato dai governativi legittimi.----- Quanto alla Turchia, finché sarà al potere Erdogan e la teocrazia islamica, bisognerà dimenticare la pregressa alleanza con la NATO, e considerarla come ostile, dissuadendola con ogni mezzo dalla sua espansione verso la Libia.----- I turchi hanno dimostrato ampiamente di non avere alcuna intenzione di combattere ISIS (cosa che, dato il loro esercito ben sviluppato in armamenti e numero di effettivi, avrebbero potuto fare).----- Sembra invece opportuno appoggiare i curdi, inserendo un “cuneo” militare fra loro e la Turchia, che impedisca di prenderli fra due fuochi, bloccando il flusso di terroristi proveniente dalla Turchia, dove hanno punti di raccolta e smistamento.----- Tra l'altro sono stati commessi errori nel caso Ucraina, in cui un ragionevole compromesso avrebbe evitato di inimicarsi la Russia, che sarebbe stata molto utile nella guerra contro ISIS, ed avrebbe fatto da deterrente contro azioni ostili della Turchia.----- Mancano notizie di cronaca GIORNALIERA sulle azioni di Egitto, Arabia Saudita, Giordania ed esercito del Iraq (ed azioni aeree anche U.S.A.) contro i terroristi, per “avere il polso” della situazione.
Piero Sammut , southampton inghilterra
mercoledì 13 maggio 2015 18:11:16
Sembra che Malta e la Sicilia saranno colpiti da una invasione come nei tempi di Dragut. L`Italia potra` diffendersi pero` la piccola Malta cosa fara`? Il Governo Inglese potrebbediffendere Malta pero` questo non e` certo.Se Malta avrebbe le armi sarebbe abastanza capace di diffendersi contro queste vipere.
Ferruccio Barbieri , Mantova
mercoledì 13 maggio 2015 13:42:46
Ma a che serve mettere in guardia il nostro governo !? Manca che sulle spiagge della Libia ci facciano trovare un bel cavallo ,Vi sovviene qualcosa ?, perchè noi ci precipitiamo a portarcelo in Italia ! Cento,duecentomila profughi (chissà poi) ogni sei mesi e presto la situazione sia dal punto di vista economico, sanitario, della sicurezza esploderà ,teniamo presente che questa gente la dimostrazione in piazza la fa con i macete e non con i cartelli. Ma ormai la nostra civiltà è alla fine almeno come l'abbiamo conosciuta.