La lezione israeliana: cedere territori non porterà la pace
Il Giornale, 22 aprile 2022
Quando Hitler sin dai suoi primi inizi, due mesi dopo che Hindenburg gli aveva affidato la costruzione del nuovo governo nel 1933, mise in funzione i primi provvedimenti contro gli ebrei tedeschi, nessuno poteva immaginare che quello sarebbe stato il seme della gigantesca seconda guerra mondiale che ha gettato l'Europa e il mondo nel sangue e nel caos, e che ha avuto come lid lo sterminio degli ebrei. Fino al 1935 con le leggi di Norimberga,furono promulgati disgustosi provvedimenti vari che iniziarono con l'esclusione dai pubblici uffici e dall'avvocatura e poi dei medici dalle mutue: le reazioni in Europa furono blande e svariate. In genere, i governi non intervennero, le cancellerie miravano alla pacificazione. L'appeasement desiderato tutt’al più era fatto di parole di biasimo, anche biasimo acuto, perchè no. Qui, anche se come ho già scritto, non voglio disegnare nessuna analogia fra Shoah e stragi compiuti dall'esercito russo, per motivi che non ripeterò, tuttavia siamo addirittura a un punto più avanzato rispetto ai segnali di emergenza per la pace europea: chi voleva vedere già avrebbe potuto farlo. I bambini uccisi a frotte con le loro mamme, gli uomini uccisi con le mani legate, i finti sentieri di evacuazione che si rivelano trappole per i civili, sono certamente episodi su cui la frase "never again" può essere applicata, e la previsione di una guerra totale è del tutto ammissibile dato che le inibizioni cono cadute.
L'Europa è nata per questo, per bloccare gli orrori della guerra. Altrimenti non ha nessun significato. La Germania, la Francia... Due Paesi di cui il primo a suo tempo diretto perpetratore dello stermino e la il secondo che ha lasciato che i suoi bambini ebrei fossero caricati sui treni diretti ai campi di concentramento, dovrebbero essere in prima fila a impedire con la forza che non si torca un cappello ai bambini. Invece non è così. E di nuovo forse sarà solo l'Inghilterra a farsi veramente avanti, come ai tempi di Churchill, unico a capire cosa stava accadendo.
Qui la guerra non può essere pacificata con profferte e esclamazioni per due ragioni che chi vive in Medio Oriente conosce molto bene: perchè la parte aggressiva, la Russia, non vuole fare la pace. Vuole soggiogare l'Ucraina. E' lo stesso motivo per cui non si riesce a fare la pace coi palestinesi: perchè non vogliono. Il loro è uno scopo ideologico che nel caso di Israele prevede la sua obliterazione. Nel caso della Russia, la resa territoriale e ideologica dell'Ucraina. E gli Ucraini non intendono arrendersi. C'è un'altra ragione per cui non è giusto chiedere all'Ucraina di cedere almeno in parte alla Russia: perchè in quel caso, l'uso della forza nei loro confronti diverrà ancora più aspro. Cioè: qualsiasi concessione territoriale sarà una piattaforma di belligeranza ulteriore. Anche questo si impara in Medio Oriente guardando per esempio Gaza. Sarebbe bello che chi da suggerimenti o perora la pace si ispirasse a principi di realtà storica o politica: la pace si fa con chi la vuole, la violenza è l'arma di chi vuole vincere la guerra che ha deciso di combattere. Non si può altro che fermarlo, o almeno cercare di farlo, senza perdere la bussola del buon senso e dell'insegnamento per cui, noi sì, dobbiamo sapere cosa significa never again. Combattere.
Cara Fiamma,come sempre la tua lucida analisi è da condividere, e come sempre il popolo ebraico rappresenta nella storia dell'umanità un esempio su cui riflettere a monito degli altri popoli.La pace si fa in due, e la Russia come i palestinesi la pace non la vogliono, basta vigliaccherie e infingimenti, non deve esserci spazio per i violenti, da loro i diritti umani vanno difesi ovunque.Rosalba