LA FORMULA DELL’ « ANDRÀ BENE» SERVE A SOPRAVVIVERE NEL QUOTIDIANO, MA FORSE HA CONDANNATO IL PREMIER « Yiè beseder» , quant’ è pericoloso l’ ottimismo
domenica 8 gennaio 2006 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
YIÈ beseder» : andrà bene, andrà tutto bene. Devi affrontare una battaglia
in cui rischi la vita? « Yiè beseder» . Senti male in qualche parte del corpo,
ti sei ferito? C'è sempre qualcuno in giro per dirti che yiè beseder. Hanno
diagnosticato una malattia o scoperto un grave scompenso economico a
qualcuno che ti è vicino nel cuore? Dopo qualche minuto in cui ti viene
dedicata una virile simpatia, arriva non richiesto il solito « yiè beseder» .
Questa formula è l'essenza stessa della filosofia quotidiana della vita in
Israele, ed è proprio questa filosofia che forse è stata una concausa delle
attuale condizioni di salute di Ariel Sharon.
In queste ore, da quando, mercoledì notte, il Primo Ministro giace al
settimo piano dell'Ospedale Hadassa Ein Karem in fin di vita per una
devastante emorragia celebrale, tutti i giornalisti e tutti gli israeliani
si sono trasformati in chirurghi, in neurologhi, in gerontologi, in
dietologi. Ogni anamnesi diventa adesso motivo non solo di dirette
televisive, ma di dispute quasi talmudiche tra medici.
Non è stato così nei giorni scorsi: la filosofia dell'andrà tutto bene prese
il sopravvento con la negazione della gravità del primo evento, ovvero il
colpo del 18 dicembre. Essa ha causato una serie di comportamenti che hanno
contribuito ad affaticare e a mettere a repentaglio Arik fino al crollo,
anche se certo la grande emorragia non era prevedibile. Di fatto, un uomo di
78 anni, molto soprappeso e provatissimo è stato dimesso dall'Ospedale
persino senza che gli venisse imposto il lungo riposo, cui qualsiasi altra
persona nelle sue condizioni avrebbe dovuto sottoporsi. E' vero che
contrapporsi a Sharon, il generale abituato a vincere nelle situazioni più
perigliose, non era facile. Ma è pazzesco che sia subito tornato, senza
schermo protettivo, nell'arena della lotta politica. Sharon ha voluto
riapparire forte e sano per confermare la forza del nuovo Kadima e per la
maledetta necessità moderna di mostrarci in gamba, sani, persino giovani a
78 anni. Persino se era già deciso che subisse un'operazione di
cateterizzazione del cuore giovedì .
Yie beseder. Tre volte ha salvato il Paese, due volte ha subito ferite
gravissime, Sharon ha creduto che la forza d'animo e la determinazione
l'avrebbero di nuovo salvato. E così i suoi cari e i suoi alleati politici.
Anche adesso molti in Israele ripetono « E' forte, andrà bene» . Lui, il
leone, non può morire, nè poteva succedergli niente. Sharon uscì dopo due
giorni dal primo colpo battagliero e battutiero, disse ridendo ai
giornalisti asserragliati sulla porta dell'Ospedale « vedo che sentite la mia
mancanza» . Gli veniva prescritta (si dice in dosi massicce) una medicina, il
Claxon, per rendere il sangue più fluido: essa ha certo favorito, dicono
molti medici, l'avvento dell'emorragia celebrare; non si è riposato; è
tornato alla sua lontana fattoria del Negev invece di restare vicino, a
Gerusalemme; non aveva sempre con sé il medico personale, che infatti è
arrivato da lui mercoledì quando la crisi era già molto avanzata; quando si
è sentito male ha seguitato a ripetere che all'ospedale non ci voleva
andare, e si è esitato; è stato deciso di trasportarlo all'Hadassa di
Gerusalemme, distante due ore, invece che al Soroka di Beersheba, vicino
alla sua casa; non è stato chiamato un elicottero... Che altro? Tanti altri
errori di valutazioni, gli stessi per cui Rabin non indossava un corpetto
antiproiettile quando è stato assassinato. Yiè beseder, diceva spesso anche
lui. Si capisce, è una metafora del coraggio che ha sempre salvato Israele.
Come si può farne a meno da queste parti? Una donna ieri di fronte
all'ospedale ci ha detto: « Lui ha tante volte salvato la mia vita; adesso io
sono qui a chiedere a Dio che salvi la sua. Forse mi sta a sentire. Io lo
credo, Yiè beseder, Arik è forte» .