La comunità internazionale garantisca la sicurezza in Darfur
lunedì 14 luglio 2008 Generico 1 commento
La decisione di Luis Moreno-Ocampo, il Procuratore generale della Corte Penale Internazionale dell'Aia di incriminare il Presidente sudanese Omar Al-Bashir per crimini di guerra e contro l'umanità perpetrati nella regione del Darfur crea un precedente di massimo rilievo. Come anticipato la scorsa settimana dal Washington Post, oggi Moreno-Ocampo ha presentato alla Corte le conclusioni di mesi di indagini sui crimini commessi in Darfur, chiedendo l'incriminazione di più sospettati, tra cui svariati esponenti del governo di Khartoum, e in cima alla lista il Presidente Al-Bashir.Quest'azione si pone totalmente in linea con il corso delle indagini seguito dal Procuratore generale della CPI ed era stata anticipata già l'anno scorso, nell'aprile 2007, dal conseguimento da parte di Moreno-Ocampo di due mandati d'arresto per gli stessi reati nei confronti dell'ex ministro dell'Interno Ahmed Harun, oggi ministro degli Affari umanitari, e del leaderdei janjaweed Ali Kosheib, entrambi ancora in libertà a causa del rifiuto del governo sudanese di consegnarli alle autorità competenti.
Quella di oggi è una richiesta storica, in quanto sarebbe la prima volta che un capo di Stato in carica viene rinviato a giudizio per crimini di guerra presso una corte internazionale.
Tuttavia, nel mostrare l'approvazione per questo passo, dobbiamo anche preoccuparci in sede internazionale di affrontare le conseguenze che questa scelta, già descritta come eversiva dai vertici dell'Unione Africana e chiaramente dalle autorità governative sudanesi, potrebbe comportare: ovvero causare ulteriori sommosse all'interno del Paese e inasprire i contrasti traesercito e milizie filo-governative da un lato e gruppi ribelli del Darfur dall'altro.
Per questo auspico che l'Italia, sia in sede europea sia in veste di membro non permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, si adoperi per porre fine all'isolamento della regione occidentale del Sudan e a un conflitto che, stando alle stime dell'Onu, dal febbraio 2003 ha provocato più di 250,000 vittime e oltre 2 milioni di sfollati.
Spero quindi che, parallelamente alle iniziative giudiziarie, l'Onu si impegni a fare fede ai propri impegni, come quello assunto con la Risoluzione 1769 (luglio 2007) del Consiglio di Sicurezza, che fissava il termine massimo di dispiegamento della forza ibrida di peacekeeping Onu-Unione Africana (UNAMID) entro dicembre 2007 e le cui truppe, invece, debbono ancora essere schierate per la quasi totalità.
giovedì 17 luglio 2008 01:24:56
Fiamma,lascio da parte il Darfur per un attimo.Mi rattrista molto vedere chje per riavere due corpi martoriati di soldati Israeliani morti in battaglia si debba proporre uno scambio con 5 assassini VIVI.Lasciami esprimere ilmio fortissimo risentimento che rasenta le lacrime.Siamo tutti figli dello Stesso Dio, ma quando le trombe di la' suonano a festa e di qua, dopo due anni di trepidazioni e di speranze di vita, rintocca il suono della morte mi viene da pensare....quando tutto cio' finira', se finira'.Siamo vicini alle due famiglie...ma penso non finira' cosi'........