LA CITTA’ DI GESU’ HA GIA’ FINITO DI ILLUDERSI
venerdì 22 novembre 2002 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
NOTTE a Betlemme, di nuovo. Il terrorista che ha distrutto dodici
famiglie
ha distrutto anche la pace temporanea della città di Gesù , che era
stata
lasciata dall'esercito israeliano da alcune settimane. I camion di
cibo e
merci entravano e uscivano; il numero dei lavoratori che potevano
muoversi
in pace non era regolare, ma ragionevole, e comunque voleva essere
una
speranza di possibili progressi: il piano americano, la cosiddetta
« mappa
stradale» , doveva essere discusso a partire da questi giorni; Sharon
aveva
dichiarato la sua disponibilità per la nascita di uno Stato
palestinese,
contro la linea di Netanyahu; la guerra di Saddam e i condizionamenti
americani si facevano sentire. E dunque, aveva preso piede il piano
« Betlemme First» , Betlemme per prima.
E ora il disastro, con i carri armati israeliani che di nuovo
circondano la
città , i soldati che cercano i terroristi: Naal Azmi Abu Hilayal ha
mandato
all'altro mondo dodici persone fra le quali quattro ragazzini, una
mamma e
suo figlio, una nonna e il suo nipotino di otto anni; adesso, viene
celebrato dai suoi amici, barba nera e cipiglio; ma i panettieri
fanno
veloci migliaia di pite (il pane arabo) sulle grandi pietre
semisferiche
perché la gente di Betlemme ieri sera ha fatto provviste in vista di
tempi
brutti come quelli dell’ occupazione palestinese e dell'assedio
israeliano
alla Chiesa della Natività .
Azmi Hilayal il padre di Naal, vestito di bianco, mentre la madre
urla di
dolore chiede ad Allah di fronte ai giornalisti di dargli altri dieci
figli
che vadano tutti a morire per mettere Sharon in ginocchio, e dice che
il
Corano è più forte dei carri armati e degli aerei. Ma intanto per la
prima
volta un’ indagine fra i palestinesi dà un risultato che non
rispecchia i
desideri di Azmi Hilayal: il 45 per cento si dichiara contro gli
attacchi ai
cittadini all’ interno di Israele, « solo» il 35 per cento è a favore.
In
genere, l'80, il 90 per cento si dichiarano favorevoli alle stragi
dei
terroristi suicidi, ovunque e comunque. Yasser Abdel Rabbo denuncia
l'attentato, anche se seguita a dare la colpa di tutto a Sharon.
E' ovvio, Hamas, Jihad Islamica, Hezbollah... tutti quanti dichiarano
la
loro soddisfazione per la carneficina dell'autobus numero 20. Ma la
gente
non ne può più . A Betlemme, per esempio, in queste settimane di
libertà da
una parte la gente cercava di ristabilire i propri commerci, di
ritrovare il
proprio lavoro, restaurare le proprie botteghe, riaprirsi alla
speranza del
Natale. Mentre al Cairo Hamas e Fatah discutevano per trovare un
accordo, si
è intensificato a Betlemme il traffico sotterraneo di preparazione
degli
attacchi terroristici, gli irriducibili che avevano approfittato
della
libertà dei giorni scorsi si sono dati da fare.
Miguel Moratinos, l’ inviato europeo, all'ospedale in visita ai feriti
ha
detto: « E' un incubo, un orrore. Penso che dovremo dire ai
palestinesi
"enough is enough", adesso è davvero abbastanza» . Anche i palestinesi
di
Betlemme che avevano ricominciato a sognare la pace ieri notte se lo
dicevano l'uno all'altro. Hilayal è stato il novantacinquesimo
terrorista
suicida di questa Intifada.