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La bandiera nera dell'Isis è arrivata in Occidente

martedì 16 dicembre 2014 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 16 dicembre 2014

C'è ormai nel mondo un club invisibile fino al momento in cui il ghiribizzo islamista afferra il cervello, si libera la sotterranea sete di vendetta contro il fantasma di un mondo occidentale persecutorio e dominatore; allora a Sidney, a Londra, a Roma, chi pensa di aver sofferto un'ingiustizia da parte del mondo ebraico-cristiano può cercare un'arma e una bandiera nera su cui scrivere "non c'è nessun altro Dio fuori di Allah e Maometto è il suo Profeta" (la professione di fede propria di tutti i credenti dell'Islam e trasformata in uno slogan politico da Al Qaeda) e aprire la sua guerra personale sull'onda di Isis, Al Qaeda, Jabat al Nusra... Insomma, di una delle organizzazioni che ogni giorno ci offrono lo spettacolo in cinemascope del taglio delle teste, dello stupro collettivo delle schiave sessuali, dell'odio etnico, della strage di massa, dell'infanticidio. La tv, il video, internet garantiscono l'efficacia della guerra islamista; ipnotizzano.

 Il disgraziato periferico sa adesso a chi rivolgersi per trovare una casa madre. Noi diventiamo così le vittime designate di auto impazzite, sbarre, coltelli, acido, kalashnikov rimediati. Stavolta è toccato a Sidney, un luogo impensabile (gli intervistati per strada dicevano "chi può odiare gli australiani?"), all'affollato Chocolate Cafe Lindt, nel centro, di mattina: il lunatico estremista di turno munito di bandiera nera è costato per ora due morti innocenti e vari feriti, e anche dopo l'irruzione della polizia sembra non essersi concluso il sequestro.

 Una piccola folla di avventori e lavoratori del caffè è rimasta prigioniera dalla mattina a notte fonda di un cinquantenne iraniano, Man Aron Monis, convertito dalla shia alla sunna, evidentemente più adatta al suo desiderio di vendetta immediata: l'anno scorso Monis era stato condannato a 300 ore di servizi comunitari per aver inviato lettere di insulti e minacce alle famiglie dei soldati uccisi in Afghanistan; era chiamato Sceicco Haron, si definiva un "guaritore spirituale", era stato condannato per violenze sessuali. Mescolava le pulsioni violente all'odio ideologico che riempie il suo website di sanguinose immagini di bambini ritenuti vittime degli attacchi aerei americani e australiani. Alla sua schiera appartengono tutti i terroristi "self made" decisi a distruggere la società occidentale, eccitati dalle bandiere nere, certi che il califfato conquisterà il mondo. Era così, per esempio, il terrorista del Parlamento canadese, Michel Zehof Bibeau, un convertito con un passato di droga, e altri a Londra, in Francia, che chiamiamo "lupi solitari" ma sono ormai parte di un esercito che spia i bar, le istituzioni, le scuole, gli aerei facendone cenere nella loro mente malata.

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Silvio Riva , MILANO - ITALIA
 martedì 16 dicembre 2014  20:48:19

Cara Fiamma, mi sembra che questa ennesima storia criminale terroristica sia prova del ben noto delirio di onnipotenza in cui sono immersi molti islamici, che pensano di riuscire a spaventarci fino al punto che ci arrendiamo ed accettiamo il loro predominio, mentre stanno invece facendo crescere la nostra determinazione a spazzarli via e chiudere questo capitolo di storia.------ Naturalmente questa guerra richiederà sempre maggiore violenza ed INTRANSIGENZA nei confronti di questi delinquenti: è privo di senso che si consenta il proselitismo e l'arruolamento di nuovi terroristi.----- Non si deve fare confusione fra la libertà di pensiero e di religione e la ASSOCIAZIONE a DELINQUERE: i “cattivi maestri” devono essere eliminati in ogni modo.----- In guerra non si cerca di convincere i nemici con le buone, ma, semplicemente, si ammazzano.----- Soprattutto se sono loro ad entrare in casa nostra: i neri scarafaggi devono avere ben chiaro che non avranno scampo, per quanto tempo e sacrifici siano necessari. ------- E' quindi ragionevole pensare che gli australiani, gente “tosta”, non mancheranno di dare risposta adeguata a questo problema.



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