L'UNESCO e un futuro da riscrivere
domenica 15 ottobre 2017 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 15 ottobre 2017Sullo scranno più alto dell’UNESCO non siederà più, come tutti si aspettavano, un signore sospetto antisemita qatariota (secondo documenti del Centro Simon Wiesenthal), bensì un’ebrea francese di origine marocchina. Il nuovo capo dell'UNESCO eletto venerdì sera non è quello che fu il vincitore annunciato, cioè Hamad bib Abdulaziz Al Kawari, ex ministro della cultura del ricchissimo Paese Arabo, bensì Audrey Azoulay, ex ministra della cultura, francese e persino ebrea di origine marocchina.
Nata nella famiglia prestigiosa di un banchiere marocchino, Andre Azoulay, già consigliere del re Mohammed VI, laureata in Francia all'ENA, dove crescono i futuri membri dell'élite, niente è scritto nel suo DNA sul futuro dell'organizzazione che si è pregiata, soprattutto in questi anni, di perseguitare Israele assegnando al patrimonio islamico tutti i luoghi più certificati della cultura ebraica: il Muro del Pianto, Gerusalemme tutta intera, e anche la Tomba dei Patriarchi, nonché quella della matriarca Rachel.
Sono note anche alcune sue iniziative antisraeliane, tanto che il ministro israeliano dell'Intelligence Yisrael Katz prima si è fatto scudo: "non aspettiamoci che l'UNESCO diventi un'organizzazione sionista" ma poi ha detto: "Se cambia politica, certamente Israele può riconsiderare le cose".
Perché la Azulay è molto abile e subito la sua prima mossa è stata chiedere agli USA e ad Israele di ripensarci, sapendo bene che questo non può avvenire gratuitamente. Come è accaduto che la Azulay ce l'abbia fatta dopo che il candidato qatariota aveva vinto tutti i match lungo la tortuosa strada delle elezioni, è da ascrivere a circostanze geopolitiche molto larghe: magari il ritiro degli USA dall'UNESCO non è stata la molla immediata, ma di sicuro ha costruito le quinte favorevoli della situazione geopolitica mediorientale a causa dell'evento.
Infatti il sentiero alla leadership della Azulay è stato pavimentato dalla divisione del mondo arabo dopo l'embargo dell'Arabia Saudita e di molti paesi sunniti subito dal Qatar. L'Egitto, parte dello schieramento anti Qatar, anti-iraniano e anti Fratellanza Musulmana, ha presentato un suo candidato, Mushira Khattab: così il mondo arabo, in genere compatto dentro le istituzioni ONU contro l'imperialismo americano, occidentale e soprattutto sionista, si è spaccato. La Azulay ce l'ha fatta con sei round.
Quarantacinquenne, elegante e graziosa, era stata nominata ministro della cultura un anno, una giovane di sinistra che ha danzato solo nella stagione Hollande. Ma ora le posizioni troppo di sinistra sono problematiche all'UNESCO e la Azulay cercherà, probabilmente, di fare il suo primo grande colpo spingendo gli USA a tornare sulle sue decisioni. E' una donna abituata al successo, numero due del Centro Nazionale del Cinema Francese, dopo un intenso lavorio dietro le scene dell'amministrazione francese.
Arrivata al Ministero ha subito ottenuto una crescita del budget destinatole dopo anni di tagli e si è dedicata ad una legge in favore della "creazione e retaggio". Adesso si trova tra le mani un'organizzazione che tratta la cultura nel mondo come terreno di cattura per le sue battaglie politiche, contro l'Occidente e contro Israele in particolare. Vedremo, intanto il Qatar non è là.