L’odio irrazionale nutre i fautori dell’antisemitismo
English follows
Il Giornale, 22 febbraio 2009
Nella grande sala delle riunioni della Lancaster House, il ministero degli Esteri inglese, con noi 120 membri di 40 Parlamenti seduti tutto intorno al tavolone, fra specchi, marmi, stucchi, e dietro di noi gli esperti, professori, giornalisti, capi di organizzazioni internazionali, si alza per parlare Abe Foxman, il presidente dell’Anti Diffamation League, e chi lo conosce sa che farà un discorso pieno di dati, deciso e ironico, da mastino abituale della lotta all’antisemitismo. Siamo alla «London Conference on combating antisemitism», tenutasi dal 15 al 17 febbraio. Invece quando Abe si alza, parla lento e strano. In realtà piange: «Sono un sopravvissuto dell’Olocausto, e vi devo dire che dagli anni Trenta, quando si preparava la Shoah, mai, fino a oggi, è stata cosi brutta». Ha ragione: nei giorni in cui il deputato laburista John Mann preparava questo incontro, da cui è nata la «Carta di Londra», si è acceso un fuoco nella delegittimazione di Israele e degli ebrei, nei giornali, nelle istituzioni, nel discorso pubblico, nella crescita del 300 per cento degli attacchi a uomini e proprietà che abbiano a che fare con l’ebraismo e con Israele. E’ un odio irrazionale che non sente spiegazioni, che attacca l’autodefinizione maggiore dell’ebreo contemporaneo, Israele, ma non solo. In Europa il 35 per cento delle persone attribuiscono agli ebrei la crisi economica e li considerano traditori della patria. È difficile oggi indossare una kippah nelle strade di Londra o di Stoccolma, o di Madrid, o di Parigi. Di Israele si ripetono disperanti menzogne, si usano foto e informazioni false, si ignora il tema centrale dell’uso degli scudi umani e delle stragi di Hamas, l’ipotesi della sua sparizione è ormai corrente.
Ed è normale vedere templi e scuole piantonati, normale anche vederli attaccati. Fra gli episodi cui potremmo aver assistito alzando le spalle: un «civil servant» inglese che sbraita contro gli ebrei mentre si esercita in palestra, un funzionario di governo norvegese che usa l’email del lavoro per accusare gli ebrei di essere nazisti; la città di Malmoe in Svezia chiude lo stadio al pubblico per una gara di tennis perché uno dei contendenti è israeliano; il Dubai chiude la porte alla tennista Shahar Peer. Al Consiglio d’Europa, ho visto uno a uno i membri, dall’Inghilterra alla Turchia, accusare Israele chi di apartheid, chi di crimini di guerra, chi di aver usato pretesti falsi per far guerra, chi di strage degli innocenti. Un Paese assetato di sangue, indegno di vivere. Niente analisi, l’irrazionalità non sente e non vede.
Sono cresciuta in un’Europa in cui l’antisemitismo, strisciante oggi fra i massi della storia dopo la sua orgia di sangue, non si sognava di alimentarsi ancora di un ricco antisemitismo islamista che rende la prospettiva di annichilire gli ebrei realistica, viva. Ed è tragico che questo accada in nome della cultura dei diritti umani nata dopo la Shoah, la stessa che ignora il Darfur, l’Iran, la Cina, i dittatori omicidi, e dà addosso a Israele. La prossima scadenza della guerra contro gli ebrei è quella della conferenza detta «Durban 2» contro il razzismo, che si prepara a Ginevra per aprile. Il ministro Franco Frattini l’ha detto a Londra: se invece di essere una conferenza contro il razzismo seguita a prospettarsi come una conferenza razzista contro Israele, l’Italia non ci andrà.
Irrational Hate Feeds the Proponents of Anti-Semitism
Il Giornale, 22 February 2009
In the great meeting hall at Lancaster House, the Foreign and Commonwealth Office, with us, 120 members of 40 Parliaments, all sat around a huge table, between mirrors, marble, stucco, and behind us experts, professors, journalists and heads of international organizations, Abe Foxman, President of the Anti-Defamation League, gets up to speak. Those who know him expect that he will give a speech full of data and be decisive and ironic – the habitual mastiff in the fight against anti-Semitism. We are at the “London Conference on Combating Antisemitism”, held 15-17 February. But this time when Abe got up, he speaks slow and strange. This time he cries: “I am a survivor of the Holocaust, and I must say that from the 1930s, when the Shoah was prepared, never, until today, have things been so bad”. He's right: in the days in which the British Labor MP John Mann prepared this meeting, where the “London Declaration” was born, a fire has been lit in relation to the de-legitimization of Israel and of the Jews, in newspapers, in institutions, in public discussions and in the astonishing increase of the 300 percent in attacks on men and property that have to do with Judaism and with Israel. It is an irrational hatred that doesn't listen to explanations, which attacks the major self-definitions of the contemporary Jew and Israel, but not only this. In Europe, 35 percent of its citizens attribute the economic crisis to the Jews and consider them traitors to their countries. It is difficult today to wear a kippah in the streets of London, Stockholm, Madrid or Paris. About Israel, they repeat despairing lies, they use photos and false information, they ignore the central theme of the use of human shields and of Hamas' bloodbath, and the hypothesis of its disappearance is by now frequently heard.
And it is normal to see synagogues and schools guarded, normal also to see them attacked. Among the episodes of which we could have watched while shrugging our shoulders: an English civil servant who bawls against Jews while he exercises in a gym, a functionary of the Norwegian government who uses his work email to accuse the Jews of being Nazis; the city of Malmoe in Sweden closes its stadium to the public for a tennis tournament because one of the contenders is Israeli; Dubai closes its door to the tennis player Shahar Peer. At the Council of Europe, I have seen its members one by one - from Great Britain to Turkey - accuse Israel of apartheid, of being war criminals, of having used false pretenses for war and of slaughtering innocents. A blood-thirsty country; unworthy to live. No analyses, the irrationality neither hears nor sees.
I grew up in a Europe where antisemitism, creeping today among the rocks of history after its orgy of blood, has not even dreamed of feeding itself again on a rich Islamist antisemitism that makes the prospect of annihilating the Jews realistic, alive. And it is tragic that this happens in the name of the culture of human rights born after the Shoah, the same that ignores Darfur, Iran, China and murderous dictators, and chooses, instead, to attack Israel. The next deadline of the war against the Jews is that of the conference called "Durban 2" against racism, which will be held in April in Geneva. Italian Foreign Minister Franco Frattini declared in London: if instead of being a conference against racism, it continues to present itself as a racist conference against Israel, Italy will not go.
1).Excellent article. At JCPA we follow this unceasingly. A big issue is the absence of Israeli Government responsibility up to now, of presenting the Israeli side forcefully, clearly and repeatedly. Absence of action is equal to appeasement. Lets' hope the Netanyahu government will become active and effective. 2). I have published on the basics of indoctrination. This is not theoretical. It has very practical applications, as we see in Palestinian indoctrination of children, and now world-wide dissemination of anti-Zionist, anti-Semitic hatred. EMOTION carries the message (not intellect) and inflames the target audience.Best wishes, Daphne
Maria Antonietta Piscitelli , Foggia-Italia
Cara Fiamma, seguo da diverso tempo le discussioni relative all'antisemitismo, ma ancora non sono riuscita a capire bene perchè Monsignor Williamsons(nn ricordo se si chiama proprio così) e il prof. Faurisson negano certi aspetti della storia, così come l'abbiamo studiata. Avrei voluto sentire il prof. Faurisson a Teramo qualche anno fa, non perchè sia anch'io una negazionista(ho grande stima e affetto per gli ebrei), ma solamente per capire...su quali basi poggino le loro negazioni. Per quanto offensive e sdegnose possano essere le loro tesi, perchè non si permette loro di parlare? Questo non riesco a capire. La libertà di espressione nel caso di Faurisson è stata negata. Perchè? Grazie
Stefano Gay , Vancouver / Canada
Israele in Europa. Prima è meglio è.Questo è il passaggio che veramente ridarebbe autorevolezza e dignità alla decisione votata all'ONU che nel '48 rese possibile la creazione dello Stato d'Israele.L'attuale rimontare dell'Antisemitismo anche in occidente oltre che nel mondo Islamico è seguito alla reiterata minaccia della scomparsa di Israele da parte di fazioni terroristiche e regimi totalitari nonchè da parte di vasti gruppi di dimostranti in giro per il mondo. Questa minaccia grava su tutte le nazioni libere come un tragico monito per il loro stesso futuro.Come sempre Israele ed il Popolo Ebraico svolgono un ruolo di Cartina al Tornasole per il destino dell'umanità, e questo attuale passaggio non è quindi una novità nella storia.Gli Ebrei hanno segnato il cambiamento in molti dei grandi cicli storici dell'Umanità, a partire proprio dalla nascita del Cristianesimo dopo la caduta del 2° tempio di Gerusalemme. Gli Ebrei, nei periodi di difficoltà, sono stati quasi sempre accusati di essere estranei alle società in cui vivevano e di complottare per la loro distruzione dall'interno, e l'attualità del Medio Oriente non fà quindi eccezione.Quand'è che i Governanti Europei, decisamente legati a doppio filo con la storia degli Ebrei, decideranno di mettere Nero su Bianco questo loro legame facendo finalmente entrare Israele nel Mercato Comune Europeo ?Se veramente si vuole scongiurare la minaccia della scomparsa di Israele e aiutare il Medio Oriente a trovare finalmente il suo equilibrio onde evitare un orrenda guerra Nucleare alle porte dell'Europa con il conseguente 2° Olocausto Ebraico in meno di 70 anni, si deve procedere senza indugi ad accogliere Israele in seno all'Europa unita. Questo deve essere l'impegno dei politici, e di tutti gli uomini di pace e Buona Volonta del mondo. Altre soluzioni saranno semplicente palliativi per ritardare l'inevitabile disastro.Stefano Gay
giorgio , bologna
Semplicemente siete caduti nella trappola e la reazione dell'opinione pubblica è quello che Hamas si riprometteva di ottenere. La tattica, ormai consolidata, è quella di attirare il nemico in una guerra nella quale i civili, o meglio le vittime civili, hanno un ruolo centrale per commuovere le opinioni pubbliche e farvi passare per dei malvagi.Quelle non sono guerre, sono commedie. In queste commedie, organizzate da Hamas o da Hezbollah o da altri, i gruppi terroristici si riservano il ruolo di vittime e a voi riservano il ruolo di carnefici. E' necessario rifiutare questo ruolo e smascherare questo gioco.
Ester , Morbio Superiore
Toda Raba... Shalom! e
Michele , Italia
concordo con il Min. Frattini, si confonde la storia recente per la quale ogni anno si fanno cerimonie per "non dimenticare"
eliseo , roma
Non rimarrai mai da sola.Vedi da subito siamo già in due.La verità ci rende liberi.
Elena Bacigalupi , Milano
c.a. dott.sa Fiamma NirensteinMi chiamo Elena, ho 17 anni e ho pubblicato diversi articoli su un giornale russo.La seguo spesso in televisione e oggi ho letto il suo articolo su “Il Giornale”.Purtroppo è vero, l’odio nei confronti degli Ebrei è sempre più forte.Mia mamma ha vissuto in Russia fino al 1988 in mezzo all’antisemitismo sovietico. Quando è venuta in Italia era sicura che l’Europa fosse “vaccinata”, e che non avrebbe più incontrato questa malattia nel cuore della gente… ma purtroppo non fu così. I “nuovi” antisemiti sono coloro che formano la sinistra, sono parte degli studenti universitari che seguono la propaganda e la maggior parte dei giornalisti. A qualcuno sembra che essere contro Israele sia molto democratico. La colpa principale è sicuramente dei mass media. La “guerra d’informazione” è già stata persa da Israele. I giornalisti sono i principali formatori dell’opinione pubblica.Purtroppo non tutti usano l’informazione come strumento di diffusione della verità come fa Lei, ma la manipolano. L’ignoranza è la causa primaria dell’odio irrazionale. E’ proprio per questo motivo che molti giovani oggi trovano giustizia (infondata) nell’uscire in piazza ed unirsi alla folla a bruciare le bandiere dell’unico Paese democratico in Medio Oriente.Interessandomi di questo argomento, ho trovato due link che mi piacerebbe proporLe: http://www.americancongressfortruth.org/videos.asphttp://www.freeman.org/m_online/mar03/sagamori.htmQuello che segue invece è un articolo del politico russo Valeria Novodvorskaia (se Le interessa posso tradurlo in italiano ed inviarglielo). Novodvorskaia è una persona onesta e coraggiosa e non ha timore di dire ciò che pensa.http://www.grani.ru/Politics/m.146706.htmlLa ringrazio per la sua attenzione.Cordiali Saluti,Elena