Fiamma Nirenstein Blog

L’Occidente non si lasci beffare dalla Siria

giovedì 28 aprile 2011 Il Giornale 7 commenti

Il Giornale, 28 aprile 2011

Mai come guardando oggi la Si­ria siamo stati chiamati a contem­plare la nostra debolezza di fronte ai dittatori, a misurare la menzo­gna della Realpolitik. È il caso di ci­tare, ebbene sì, George Bush, quan­do l'orrore della dittatura esclama che alla fine con i prepotenti non c'è dialogo possibile. Bush nel 2005, dopo l'assassinio di Rafiq Ha­riri in Libano, ruppe tutte le relazio­ni con la Siria; intanto il Diparti­mento di Stato intraprese il finan­ziamento dei dissidenti laici e dei loro progetti, inclusa una tv satelli­tare anti Assad. Ma poi è arrivata la grande presa in giro: perché As­sad, come dice Fuad Ajami, ha gio­ca­to contemporaneamente al piro­mane e al pompiere. Ma a noi occi­dentali, agli USA che gli ha rispedi­to l'ambasciatore, all'UE che lo ha chiamato alla pace con Israele, all'ONU che lo vuol mettere nel Consi­glio dei Diritti Umani, è sempre pia­ciuto guardare soltanto il pompie­re. Solo in queste ore l'America co­mincia a parlare di sanzioni ad per­sonam (poca roba), e Susan Rice fornisce uno spunto di grande mo­mento: gli Stati Uniti sono sicuri che fra gli uomini della sicurezza che uccidono i civili siriani ci sono anche forze iraniane.

L'Italia, la Francia, l'Inghilterra, la Germania e la Spagna hanno convocato gli ambasciatori siriani e l'UE per do­mani ha in programma una riunio­ne per stabilire misure di punizio­ne. La cosa più interessante sarà la riunione del Consiglio per i Diritti Umani che su richiesta di Ban Ki Moon dovrebbe a sua volta con­dannare la Siria. E invece in questo momento la Siria ancora è in lizza, senza che Ban Ki Moon, richiesto, abbia voluto pronunciarsi su que­sto orrore, per entrarne a far parte al posto della Libia. E poiché è uno dei quattro Paesi asiatici che ne hanno il diritto, se non ci sarà un veto politico la cosa è destinata a accadere proprio mentre i siriani cadono falciati dal loro regime.

L'ONU dovrebbe cercare di salva­re i siriani in base allo stesso princi­pio della 'responsabilità di proteg­gere' che sta alla base della risolu­zione 1973 del Consiglio di Sicurez­za che ha permesso la guerra a Gheddafi. Ma Robert Gates, mini­stro della Difesa americano, insie­me al suo collega inglese Liam Fox, ha detto che la questione siriana è ben diversa da quella libica e che anche se la comunità internaziona­le ha risposto con la forza militare a Gheddafi, non farà certo altret­tanto con Assad. Un atteggiamen­to del genere rivela la flebilità, il dis­seccamento onusiano del nostro concetto di difesa della vita uma­na, di supporto dei diritti e della de­mocrazia, lo stesso che abbiamo vi­sto in Sudan o in Tibet, e spiega quanto ogni nostra risoluzione sia dovuta a motivi politici. Gheddafi è un dittatore bizzarro, la sua fero­cia è indubitabile quanto i suoi non moltissimi e tuttavia utili bari­li di petrolio, il suo valore strategi­co è misero, non è un pernio di equilibri, fargli la guerra non offen­de nessuno al di fuori di lui. E inol­tre, davvero si è smesso a sparare come un pazzo contro la sua gente e andava fermato.

La Siria è tutta un'altra storia. È il cuore del potere iraniano in Me­dio Oriente, il centro di movimenti terroristici micidiali, è la madre de­gli Hezbollah, il padre di Hamas, confina con Israele cui farebbe vo­lentieri la pelle, con l'Iraq, dove ha spedito terroristi antiamericani, con la Giordania, con cui ha rap­porti difficili, di fatto seguita a occu­pare il Libano anche se l'ha lascia­to, ha un lunghissimo confine con la Turchia che infatti è preoccupa­ta e si rifiuta di condannare Assad. Bashar sa benissimo che la Siria sunnita, dove gli alawiti sono una piccola minoranza sciita, conserva vivissima la memoria della stra­ge dell'83, ventimila Fratelli Musul­mani sterminati a Hama da suo pa­dre Hafez; sa che o riusciva all'ini­zio a placare le acque, oppure solo i carri armati possono spianare un'opposizione che aspetta la rivinci­ta. E così andrà avanti fino a che tutto sarà una macchia di sangue. È un'ipotesi spaventosa, ma la Si­ria è in ogni caso una bomba a tem­po. La paura del mondo che la Siria vada in pezzi è ben maggiore della preoccupazione per la Libia di do­mani, e per questo si guarda e si aspetta lasciando che la gente muoia.

Per questo guardando Bashar As­sad abbiamo preferito colpevol­mente, in questi anni, vedere un lungagnone vestito di stoffa ingle­se, quasi un bravo ragazzo con la moglie affabile, che invece è un ma­cellaio delinquente che ha già fat­to ammazzare, oltretutto in gran parte da suo fratello Maher capo delle guardie presidenziali, 453 fra i suoi concittadini. I video clandestini ci mostrano cortei di giovani che marciano sfidando la morte, e furiose aggressioni che non riconoscono donne e bambini. Bashar Assad non ha esitato a muovere carri armati e persino aerei da guerra. Adesso quel che vediamo non sappiamo affrontarlo. Ma il numero dei morti sale.

È tempo che sta­biliamo infine quanto vale la reli­gione occidentale dei diritti uma­ni, ma prima degli spari, sin dall'inizio quando ancora possiamo farla valere. Assad non avrebbe mai dovuto avere il credito che gli abbiamo concesso: esso gli ha consentito di armare i terroristi negli anni, di costruire una forza armata di missili e armi chimiche, schiacciare oggi il suo popolo.  

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Sergio Olper , Carimate
 lunedì 2 maggio 2011  12:47:13

Dopo tante bad news, una buona. FINALMENTE!!!



Shlomo , Estero
 lunedì 2 maggio 2011  12:43:01

http://www.youtube.com/watch?v=B3ib2foS4DcDi fronte a scene come queste credo debba lasciarsi da parte qualsiasi "pro" e "contro" e lasciar parlare la voce umana che è in ciascuno di noi.Le persone che vediamo massacrate sono ciascuno di noi.Il punto è - come scrive il giornalista - che di fronte all'interesse nemmeno questo basta. Allora dobbiamo riconoscere una verità, semplice e scomoda: i nostri interessi valgono più di quelli che pretendiamo essere i nostri principi guida e i nostri standard morali. Può non piacere ma, vedendo i fatti, prendiamo atto che è così e basta.



Renzo fioraio a Firenze , firenze
 domenica 1 maggio 2011  19:39:40

Ho letto con attenzione il suo articolo sullaSiria e sul suo macellaio che è Assad, degnorappresentante di suo padre Hafez, che adHama fece assassinare a suon di bombe 20.000 persone, senza pensarci due voltee poi sepolti in fosse comune come faceva-no i boia nazisti. D'altre parte che cosa cisi deve attendere da un uomo che davantial papa accusò gli ebrei di deicidio e di es-sere le persone più spregevoli del mondo?E il papa tacque, senza nemmeno dire una parola su quanto scoltato.Adesso Assad massacra la sua gente.E il mondo occidentale, gli USA, gli staticivili tacciono. Giustamente, bombardanoil regime di Tripoli, ma Assad è peggiodi Gheddafi.Saluti Renzo



ADRIANO ROMALDI , FALCONARA M.MA (AN) ITALIA
 sabato 30 aprile 2011  12:25:52

Sono qui nel mio "piccolo" mondo conscio di Quelli che credono che il mondo sia "grande"; l'uomo è grande tutte le nazioni sono un niente.Non parlo di Nazioni Unite proprio coscientemente come non parlerei di Europa Unita che è solo la facciata.Nella mia città esite un grande "palazzo" affacciato sul mare abitato da ogni genere di "persone"; Dio mi perdoni se giudicassi perché non sarebbe giusto.La facciata di questo palazzo, per chi vi arriva dalla strada, è ben pitturata e ripulita ma se si guarda dal mare l'altra facciata ci si accorge subito di cos'è la vera vita.Ebbene l'altra facciata assomiglia ad un vecchio decrepito; non v'è ombra di pittura ecc...Questa è la "medaglia" Sig.ra Fiamma e Lei ed io forse ne siamo consapevoli; che cosa dobbiamo fare ci chiede Dio?Vivere e lottare contro l'ipocrisia affinché non si attacchi a noi così che coloro che guarderanno avranno la visione di un barlume di verità e ciò potrà cambiare il "piccolo mondo".Auguri anche se in ritardo di Buona Pasqua. Dott Adriano Romaldi



michele lascaro , matera
 venerdì 29 aprile 2011  16:37:43

Gentile Signora, da tempo immemorabile la famiglia Assad è nemica di Israele e si è sempre collegata con i"mascalzoni" del momento, una volta con l'URSS, ora con l'Iran. Spero, ma sono scettico, che l'Occidente usi nei suoi confronti gli stessi metodi usati con Gheddafi, e che al posto dei satrapi Assad ci sia un vero governo democratico. Saluti. Michele Lascaro



Percy D'Elia , Roma
 venerdì 29 aprile 2011  14:29:18

Gentilissima On.le Nirenstein,Siamo alle solite, ma la democrazia non è MAI esistita nei paesi arabi. Figuriamoci in Siria oppure in Iran, baluardi della continua repressione e non osservanza dei diritti umani. Il guaio più grosso sussiste nel fatto che se anche i governanti dei paesi appena citati dovessero essere cacciati via, una cosidetta democrazia prenderebbe subito il loro posto. Assolutamente da verificare.Ma perchè tutto il mondo occidentale non prende serie azioni nei confronti di questi paesi.Un cordiale salutoP.D'Elia



Sergio Olper , Carimate
 giovedì 28 aprile 2011  13:57:58

Ok, va bene abbattere Geddafi, abbattere il tiranno anche se nutro dei dubbi che il dopo Gheddafi porti qualcosa di meglio. Vedremo. Quello che so è che il Colonnello non è un pericolo immediato per Isreaele. La Siria, si. Ma dubito che Onu e UE facciano qualcosa.



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