Fiamma Nirenstein Blog

L’ OCCIDENTE E LE NUOVE CRISI AFRICANE INEVITABILE FARDELLO

lunedì 22 maggio 2000 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein SEMBRAVA finita per sempre quella vecchia storia stantia del « fardello dell’ uomo bianco» : ci pareva, dopo il colonialismo e poi la Guerra Fredda, di poter dire addio all’ antico interventismo bellico con pretesa morale in Africa, agli aiuti double-face pieni di prepotenza. Niente come la coincidenza delle due crisi dell’ Etiopia e della Sierra Leone ci ha messo di fronte alla necessità di una grande svolta nell’ affrontare il problema di un mondo alla deriva. La svolta ha due nomi: più denaro e più determinazione nel distribuirlo bene; più forza quando già si decide di schierare le forze dell’ Onu. L’ Etiopia, che è l’ epitome di tutti i mali d’ Africa, con i suoi bambini morenti di fame, con i suoi indici di miseria al limite del paradosso, l’ anno scorso ha speso 467 milioni di dollari in guerra contro i 40 milioni spesi nell’ anno precedente al conflitto. Segno certo, peraltro molto frequente e diffuso, che bisognerebbe sapere bene a chi si danno i soldi degli aiuti, chi li gestirà , in quali progetti, e il controllo dovrebbe proseguire fino in fondo. Quanto alla Sierra Leone, di cui ci tormentano le immagini di bambini-soldato (sono 300 mila nel mondo) e di bambini mutilati che alzano i moncherini, è uno dei 38 interventi militari Onu, un numero doppio rispetto a quello dei quarant’ anni precedenti, che hanno avuto luogo dalla fine della Guerra Fredda. Fra di essi un buon numero di fallimenti, e anche quello che ormai ha dato luogo alla « sindrome della Somalia» : poca fiducia, pochi soldi, poco impegno, cattiva scelta degli alleati locali. Insomma, soluzioni a basso costo e soprattutto a basso impegno morale. Perché non ce la sentiamo, perché ci vergogniamo, perché non vogliamo spendere le nostre vite e i nostri soldi. L’ uomo bianco non vuole più quel pessimo fardello per il quale tra l’ altro è stato tanto biasimato e si è tanto battuto il petto. Ma raccontava un missionario, in un recente incontro promosso dal Lions Club a Mantova, che in un villaggio del Kenya ci sono voluti 10 anni per convincere gli abitanti a fare uno sgarro agli dei della Terra scavando un pozzo in un punto in cui si supponeva trovarsi la preziosa acqua, finalmente l’ uomo bianco ha trovato le parole giuste: il pozzo è stato scavato, l’ acqua c’ era ma 10 anni erano andati perduti. Adesso non si può più aspettare tanto. Ogni giorno guerre e Aids aggiungono il loro carico da novanta sugli antichi disastri della fame, della salute, della mancanza di educazione. Presto la marea monterà , il danno non sarà più maneggiabile. Dobbiamo prenderci un fardello? Sborsare di più , essere più interventisti, più duri militarmente, più selettivi? E che fardello sia.

 Lascia il tuo commento

Per offrirti un servizio migliore fiammanirenstein.com utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito autorizzi l'uso dei cookies.