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L’Obama pallido che rinforza l’Iran

venerdì 24 settembre 2010 Il Giornale 4 commenti

Il Giornale, 24 settembre 2010

Per costare 20 miliardi di dollari l’anno, l’Onu è produttivo: riesce infatti a rappresentare veridicamente la pericolosa confusione in cui versa oggi la politica mondiale. A ogni Assemblea Generale, la cui maggioranza è costituita da Stati non democratici, gli Stati Uniti rappresentano sempre agli Stati membri i loro buoni sentimenti, e ieri una quantità enorme di buona volontà è stata disegnata nel discorso di Obama. Il presidente è apparso ispirato da grandi cause umane e civili in maniera un po’ esagerata e astratta: ha dedicato un terzo del suo tempo alla certezza che entro un anno si possa raggiungere la soluzione del conflitto mediorientale, non si capisce se per irresponsabilità dei suoi consiglieri o per un suo sogno di onnipotenza. Ha opinato “accountability” delle classi dirigenti, società civile al potere, diritti umani, condizione femminile, inizio dello sgombero dell’Afghanistan... E poi ancora; sconfiggeremo Al Qaida; mano tesa con l’Iran, mentre «abbiamo intrapreso una nuova politica mondiale e quindi nessuno si aspetti che gli Usa agiscano autonomamente, solo il rapporto multilaterale col mondo emergente disegnerà la nostra politica».

Manca a questo banchetto di ottime intenzioni un ospite indispensabile: la realtà, lo sfondo praticabile davvero per quella lunga politica di pace che Obama auspica. Fisicamente questa assenza era rappresentata dalla sedia vuota dell’Iran, dato che Ahmadinejad, peraltro molto presente col suo discorso qui e all’Assemblea per gli Obiettivi del Millennio, ha deciso che i media sarebbero stati più affascinati dalla sua assenza. Occorre qui aggiungere a scanso di equivoci che anche Israele era assente, ma solo perché la festa di Sukkot, ieri al suo secondo giorno, prevede la totale astensione da ogni attività lavorativa, gli spostamenti, l’uso di microfoni.

Questa sessione degli “Obiettivi del Millennio” e dell’Assemblea Generale è stata di fatto angosciosamente dominata da Ahmadinejad, presente col suo inedito linguaggio di odio per la terza volta: il presidente iraniano ha incontrato di fatto grande legittimazione internazionale, nell’indifferenza dell’Onu alla sua aggressività, nel debole discorso di Obama e anche nel sistema di comunicazione degli Usa e dell’Onu (con la foto di Ban Ki Moon e la sua paradossale falsa normalità della stretta di mano), specie con i tappeti rossi offertigli dai famosi programmi di Christiane Amanpour e di Larry King. Sul piano diplomatico, sembra certa l’apertura di un canale segreto fra Usa e Iran, e persino di un possibile incontro faccia a faccia fra Obama e Ahmadinejad, che lo ha appena accusato di essere presidente di un sistema morente e che gli ha promesso, di fatto, una guerra terribile e definitiva se qualcuno cercherà di fermare la preparazione della bomba atomica.

Ahmadinejad è giunto in America carico di problemi e fratture interni, passando prima dalla Siria e preparandosi a un infiammato viaggio in Libano proprio per rafforzare in patria la sua posizione. Ma, paradossalmente, è stato in America che il suo consueto elenco di odio e di bugie (l’attuale governo mondiale, si sottintende dominato dagli Usa, ha detto Ahmadinejad, è causa di tutte le piaghe del mondo; una guerra che coinvolgesse l’Iran vi farebbe pentire di essere nati; Israele sparirà dal Medio Oriente; io antisemita? E quando mai; la Shoah? Una chiacchiera strumentale; Netanyahu, un esperto assassino; la condanna di Sakineh, un’invenzione...) ha trovato legittimazione e quindi il migliore scudo.

A casa sua Ahmadinejd fronteggia una situazione in cui il fronte dello scontro si è spostato fra i duri prima uniti contro la richiesta di democrazia della piazza. Adesso che Khamenei pensa che la macchina repressiva abbia vinto, si è schierato contro Ahmadinejad alla testa di clerici e bazaar impoveriti, mentre Ahmadinejad punta su esercito e Guardie della Rivoluzione e sulla fama di stratega che porterà l’Iran alla leadership dell’islam e alla vittoria sugli infedeli. Mentre predicava il suo credo all’Onu, la commissione delle Nazioni Unite incaricata di giudicare l’episodio della flottiglia turca diretta a Gaza, condannava Israele giudicando, mentre tutto il mondo ormai sa che si è trattato di un agguato estremista, che abbia abusato di tutti i diritti possibili. Soprattutto di quello di voler vivere.

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vauro , Grosseto
 mercoledì 6 ottobre 2010  08:33:33

il presidente Iraniano porta avanti un suo programma ben preciso,inutile fare gli struzzi,punta dritto verso la bomba atomica,ammesso che già non ne sia in possesso,il problema è un altro,come impedire,ammesso che sia possibile,una simile eventualità?l'ONU,la UE,come possono stabilire chi ha o no il diritto all'atomica?qui ritorniamo sugli struzzi,inutile negare che nell'area esiste uno stato(Israele) in possesso di testate nucleari,per cui,o si disarma l'intera area medio orientale,o con le sanzioni non si otterrà nulla,anzi di sicuro si otterrà l'effetto contrario,



Gian Matteo Balestrini , Italia
 sabato 25 settembre 2010  08:28:10

Nonostante questo lassismo internazionaledovuto anche a motivazioni macroeconomiche,non tutti si allineanoalla diplomazia "ufficiale" seguendo percorsi diversi,piu' diretti.Certo l'ONU attuale e' una brutta copia della vecchia Societa' delle Nazioni che ha portato con il suo lassismo,interessi di aprte e divisioni interne al secondo conflitto mondiale e al trionfo dell'ideologia nazista



mario coccia , genova italia
 venerdì 24 settembre 2010  19:55:00

è davvero incredibile che il dittatore iraniano possa dire e minacciare chiunque, senza avere in cambio altro che segnali confusi e deboli.per esperienza so che gli islamici si servono sistemticamente della menzogna, e che mancano con noi alla parole data ( eufemismo)...penso che una sana ondata di attacchi aerei e navali che gli distruggano le centrali lo farebbe riflettere su quanto è tagliente la spada della Giustizia.



Massimo , Roma
 venerdì 24 settembre 2010  14:31:03

Obama e' il Chamberlain dei nostri tempi, e di lui si puo dire quello che disse Churchill:voleva la pace senza onore, ha ottenuto la guerra e il disonore!



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